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Gravi conseguenze a Gaza: 30000 mila i morti e nuovi focolai di rabbia

Gaza sangue

di Cinzia Santoro

Haarez, il quotidiano israeliano più letto nel paese scrive:” Il disastro avvenuto a Nord di Gaza avrà conseguenze di vasta portata

Il primo ministro Benjamin Netanyau ha dichiarato che la guerra contro Hamas è una lotta per l’esistenza dello stato ebraico, una seconda guerra di indipendenza che ci riporta ai fatti di Sabra e Shatila avvenuti a ovest di Beirut nel 1982. Il massacro di centinaia di donne, bambini e vecchi uccisi a sangue freddo dalle milizie cristiano falangiste, in accordo con le forze armate d’ Israele.  Il massacro fu definito un atto di genocidio dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite ma le responsabilità non furono mai chiarite.

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Oggi si contano 30000 mila i morti dal 07 ottobre, in una guerra impari tra un esercito e una popolazione inerme sotto tiro di Hamas. La Corte internazionale dell’ Aja il 26 gennaio 2024, su ricorso del Sud Africa ha emesso una sentenza provvisoria, ordinando allo stato sionista di prevenire qualunque atto che possa essere ricondotto a genocidio a Gaza. La sentenza finale richiederà anni per giungere a una conclusione. 

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Ma in terra palestinese si continua a morire, sotto i bombardamenti incessanti sui civili, sugli ospedali, sulle scuole e sugli edifici delle Ong. I sopravvissuti muoiono di fame e di sete, di mancanza di cure e di medicinali. Netanyahu ha riferito: “Recupereremo gli ostaggi con o senza accordo. Gli inviti a cessare la guerra prima di aver raggiunto gli obiettivi che abbiamo stabilito non possono essere accettati” Le parole in riferimento alle pressioni internazionali che lo Stato di Israele sta ricevendo a seguito della violenza inaudita degli scontri sul territorio di Gaza.

Lui è sempre più isolato dopo la sanguinosa strage di giovedì, quando sono stati trucidati 112 palestinesi inermi che erano in fila per ricevere aiuti alimentari dopo settimane di fame. La solidarietà è giunta anche da paesi lontani da Gaza che hanno chiesto a Netanyahu di chiarire l’accaduto. Egitto, Giordania e Regno Unito hanno paracadutato aiuti nella Striscia.  Anche lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno di Israele ha dato via libera a un gesto di distensione liberando 50 prigionieri palestinesi. 

Hamas ha congelato le negoziazioni e Biden pressato dai Democratici ha compreso la necessità di un cessate il fuoco prima del 10 marzo, giorno di inizio del Ramadan che potrebbe segnare la rivolta di tutto il mondo mussulmano. 

E se nel mondo Netanyahu è sempre più solo in casa le cose non vanno meglio. Haarez, il quotidiano israeliano può letto nel paese scrive:” Il disastro avvenuto a Nord di Gaza avrà conseguenze di vasta portata sugli sforzi dei negoziatori per il cessate il fuoco e susciterà nuovi focolai di rabbia”.

Mentre l’ Europa finalmente prende coscienza dell’ efferatezza dello scontro militare sui civili inermi. 

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Ursula Von der Leyen presidente della Commissione Europea e Charles Michael presidente del Consiglio Europeo chiedono il cessate il fuoco e si dichiarano disgustati. E l’ Italia?

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani in accordo con l’ inglese David Cameron e la ministra tedesca Annalena Baerbock chiedono in poche parole che Israele consenta di portare gli aiuti internazionali e che si faccia luce sui sanguinosi fatti. Forse un po’ poco difronte alla pulizia etnica e allo sterminio incondizionato dei palestinesi, rei di essere nati sulla terra promessa. E davvero poco per l’attuale governo italiano filo israeliano tanto da dover manganellare chi dissente, censurare gli artisti pro Palestina e far emettere comunicati RAI alquanto oltraggiosi della pluralità di pensiero.

E ahimè per una volta sono d’accordo con il “califfo” Erdogan che ha tuonato: “Quello che sta accadendo a Gaza non è conflitto, ma genocidio. E i paesi occidentali sono complici.”

Ecco cosa accade quando la Storia non insegna e i popoli dimenticano di essere stati oppressi.

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