Costruiamo insieme un’Europa di pace- lavoro e giustizia sociale. Primo maggio 2024 bilancio negativo per le morti sul lavoro Cinema 1 Maggio 20241 Maggio 2024 di Cinzia Santoro Primo maggio di sangue per l’Italia che piange nel 2023 ben 1041 morti sul lavoro, un ferito al minuto, un morto ogni otto ore, 3 morti al giorno. Un 2023 funestato dalle stragi sul lavoro: da Brandizzo, dove ben cinque operai furono investiti sui binari mentre eseguivano opera di manutenzione mai autorizzata, a Firenze a febbraio, quando 4 operai stranieri sono stati schiacciati dal crollo di un edificio in costruzione, fino all’esplosione della centrale idroelettrica del lago di Suviana, nel bolognese dove hanno perso la vita 7 operai e 5 sono stati feriti gravemente. “Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incuria, da imprudenza, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse è inaccettabile” Così ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La movimentazione delle merci, l’uso improprio di utensili o lavorare senza i dispositivi di protezione individuale, sono causa di ferite e infortuni spesso molto gravi. Sensibilizzazione e prevenzione sono la parola chiave per salvaguardare la salute e la sicurezza sul lavoro. Ma in Italia si contano vittime e feriti sul lavoro ogni giorno nonostante una buona legislazione. Il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è un complesso di norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, emanate con il D.Lgs 9 aprile 2008, n. 81. Il Testo Unico propone un sistema di gestione della sicurezza e della salute in ambito lavorativo preventivo e permanente, attraverso: l’individuazione dei fattori e delle sorgenti di rischio; la riduzione, che deve tendere al minimo del rischio; il continuo controllo delle misure preventive messe in atto; l’elaborazione di una strategia aziendale che comprenda tutti i fattori di una organizzazione. Un infortunio avviene sempre per un mix di concause: il 30% sono specificità concrete del contesto lavorativo che riguardano le mancate attuazione delle condizioni di sicurezza e il 65% è da imputare al fattore umano con tutte le sue sfaccettature, comportamento azzardato o scorretto, negligenza, assenza DPI, non conoscenza attrezzature. Questo Primo Maggio Cgil, Cisl e Uil e Cisl lo dedicano ad una Europa di pace, lavoro e giustizia sociale. Dopo gli interventi dei delegati delle tre Organizzazioni, i Segretari generali, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, concluderanno i comizi, parlando dal palco di Monfalcone città del Friuli Venezia Giulia con i” redditi più bassi”. La Sinistra per Monfalcone, torna sul tema dei salari: «La città, scelta come sede della manifestazione nazionale da CGIL CISL UIL, è però, o forse proprio per questo, la città con i redditi più̀ bassi della Regione pur essendo sede di una importante azienda a partecipazione statale. Un paradosso, la città che produce maggior PIL per la provincia in un colpo solo, ha la popolazione con meno reddito. In realtà̀ per i monfalconesi non è una novità̀, la piaga dell’appalto e del subappalto è da anni che stringe e contrae i redditi, amplia gli orari di lavoro e crea separazione economica e classi sociali dispari nella popolazione della città», così la Sinistra. Monfalcone è anche la città delle vittime di amianto che oggi sono state oltraggiate da un decreto governativo che usa i soldi dei lavoratori per risarcire i condannati. Così i cittadini si ritrovano a pagare tre volte, la prima con la perdita dei loro cari, la seconda con il finanziamento dello Stato alle aziende che quei lutti hanno creato, la terza con la riduzione del fondo per la sicurezza e la formazione dei lavoratori dell’INAIL da cui sono stati presi i soldi. A Roma al Circo Massimo, il concerto del primo maggio il cui concept “Ascoltiamo il futuro” vuole raccontare il presente della fervente scena musicale nazionale, immaginando anche il futuro. A Taranto il concertone alternativo “Uno maggio libero e pensante” in una città che da 60 anni piange i suoi figli, vittime dell’acciaieria più grande d’Italia. Stasera i giovani canteranno dimenticando per un paio d’ore il “mostro” che produce con l’acciaio morte e sofferenza. Da domani si ricomincia a morire di lavoro.