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Storie eclatanti: Il lato oscuro della città di Bari

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Tra le storie travagliate l’ultima notizia riguarda la demolizione dell’ex palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno

di Clelia Conte

I cittadini baresi amano la loro città ma lungo la storia ci sono state delle forze politiche che per speculazione edilizia hanno puntato sulla rovina delle cose belle con conseguente sofferenza di quella grande fetta sensibile del popolo. Nel passato la speculazione non scherzava e ha fatto in modo che la città venisse criticata all’esterno facendo parlare di sé in negativo.

Il palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno in stile liberty del 1927, fu atrocemente abbattuto e sostituito da un orribile edificio moderno a specchi che stona con la piazza della Stazione ed è considerato il più grande massacro architettonico compiuto nel capoluogo da Romanazzi.

Altro scempio è stato l’abbattimento di palazzi antichi che davano omogeneità al quartiere murattiano cedendo il posto a palazzi in cemento che si sono sgretolati dopo 30 anni. Scandaloso il recente abbattimento della palazzina antica in via Calefati.

Teatro-Margherita-Bari-ph-Vito-Palmisani-768×521

Negli anni nei quali imperava la speculazione edilizia, qualcuno pensò di abbattere il teatro Margherita che era in stato di abbandono salvato dal ministro come bene culturale. Dopo una lunga trafila per la sua salvezza, il prezioso edificio è stato riaperto al pubblico il 6 dicembre 2018 come primo plesso museale di arti contemporanee della città: il BAC (Bari arte contemporanea).

cinema Armenise Bari

Altro triste episodio, l’abbattimento del cinema Armenise (angolo di cultura) per il quale il quartiere Carrassi ha subito un depauperamento deprimente per i cittadini e i giovanissimi che non potevano spostarsi fino alle multisale esterne alla città.

Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991, il teatro Petruzzelli fu quasi distrutto da un incendio doloso. L’ultima opera rappresentata fu la Norma. Pianti e disperazione tra i cittadini. Il Politeama del 1898, è stato restituito al popolo barese il 4 ottobre 2009, 18 anni dopo il rogo con l’esecuzione della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven da parte dell’Orchestra della Provincia di Bari, diretta dal maestro Fabio Mastrangelo.

Punta Perotti abbattimento ecomostro Bari

18 anni fa l’abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti che aveva fatto da saracinesca alla visuale della costa sul lungomare. Una storica giornata per Bari dove l’abbattimento è stato inserito in tutti i tg nazionali ed internazionali il 24 aprile del 2006. Ciò ha creato non pochi problemi al Comune di Bari da parte del costruttore.

Ancora oggi si continua ad annullare il nostro passato

Le ville liberty tra via Alcide de Gasperi e via Giulio Petroni e in via Amendola stanno sparendo: costruiscono sui terreni orridi villini e casette che sembrano degli alveari; agglomerati di cemento freddi che fra pochi anni saranno fatiscenti.

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L’ultima notizia riguarda la demolizione dell’ex palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno in cambio di 76 appartamenti per la quale l’on. Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) propone un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri chiedendo loro se siano a conoscenza della crisi della storica testata “La Gazzetta del Mezzogiorno” e della fine che purtroppo sta per fare il vecchio palazzo che è stato sede del giornale per anni . L’interrogazione è stata firmata da Fratoianni, Zanella, Zaratti, Dori, Mari e Borrelli.

A nulla sono servite le proteste per i beni citati dei cittadini. I poteri forti ahimè spesso hanno la meglio!

A voi i commenti!

2 thoughts on “Storie eclatanti: Il lato oscuro della città di Bari

  1. Bari è una città che non ha una vera visione, un progetto, una strategia per il suo futuro ecosostenibile. Bari è una città che vive alla giornata, senza un piano regolatore aggiornato, senza una partecipazione attiva dei cittadini, senza una reale volontà di cambiamento. Bari è una città che si affida alle scelte di una classe politica miope, irresponsabile, interessata solo al consenso elettorale e interessata solo a “nominare” il prossimo candidato Sindaco. Una città più “raccontata” ad uso e consumo per un marketing turistico di passaggio e sempre più cementificata. Il richiamo del cemento è sempre stata una costante imprenditoriale forte e spregiudicata. E continua a fare scempi.

    Bari è una città che ama il cemento, ma che forse dovrebbe amare di più se stessa.

    1. Credo che ci sia un po’ di sensibilità in più , ma c’è da percorrere ancora molta strada: devono arrivare i forestieri per dire che la politica barese ha spesso odiato Bari?

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