Libere di VIVERE storie di violenza economica di Antonio Silvestre Cultura interviste 3 Dicembre 20223 Dicembre 2022 Di Cinzia Santoro Libere di VIVERE docufilm sulla spirale della violenza di genere il cui denominatore comune è la sopraffazione economica. Tra le storie anche quella Federica De Luca e del piccolo Andrea. C’è una donna, una madre e una nonna che dal 2016 è impegnata sul nostro territorio, per contribuire all’eradicazione della violenza patriarcale contro le donne e contro i bambini. Lei è Rita Lanzon, determinata, coraggiosa e tenace. Serba nel suo cuore il dolore più atroce che una donna, una madre, possa vivere, la morte, per mano violenta di un uomo, di sua figlia Federica e del suo adorato nipotino Andrea. I fatti Il 7 giugno 2016 Federica De Luca viene massacrata da calci e pugni, dal marito che le sfigura il volto colpendolo numerose volte con un punteruolo. La drammatica morte di questa giovane ragazza tarantina avviene sotto gli occhi di Andrea, il piccolo di soli quattro anni.Il bambino verrà freddato con un colpo alla nuca qualche ora dopo, nella casa di villeggiatura, sotto lo sguardo delle telecamere che riprendono la drammaticità del momento, come a raccontare l’ultimo atto di vita di un individuo violento e narciso. Libere di Vivere Signora Lanzon perché Federica e Andrea non si sono salvati? Mia figlia non aveva mai subito violenza fisica dal marito, di sicuro con gli occhi del dopo, Federica subiva violenza economica e psicologica. Non lavorava, nonostante gli studi universitari, perché il marito non voleva. La violenza economica era tangibile quotidianamente, Federica non poteva fare la spesa o acquistare le scarpe per Andrea. Federica amava arbitrare le partite di pallavolo, ma lui non vedeva di buon occhio nemmeno questa attività.Federica, come tante donne, non aveva compreso che questi atteggiamenti del marito erano il preludio alla violenza fisica. Lei dopo aver perdonato e creduto all’innocenza del marito, condannato per violenza sessuale, scopre l’altra vita dell’uomo, fatta di sesso e tradimento. Solo in quel momento decide di separarsi ma non percepisce il pericolo imminente. Che atteggiamento aveva quest’uomo nei confronti della famiglia? Alfarano era un uomo freddo, mai partecipativo, sempre molto distaccato. Si isolava, evitava gli inviti a pranzo e alle cene di famiglia. Solo nei primi tempi era presente, poi non più, addirittura al secondo compleanno di Andrea lui era palesemente infastidito dalla nostra presenza.Quando raramente Federica riceveva degli ospiti a casa sua, lui si ritirava nella sua stanza. Non amava la confusione, non si relazionava assolutamente con noi. Libere di Vivere Lei e suo marito avevate intuito che in quell’uomo c’erano gravi disturbi di personalità? Se è stato un uomo disturbato noi non lo avevamo compreso. Possiamo solo dire che a me e a mio marito non era mai piaciuto. Era una sensazione a pelle. Sentivamo il pericolo ma non riuscivamo a contestualizzarlo. Solo dopo la tragedia abbiamo compreso che il nostro sentire era giusto. Avevamo cercato in ogni modo di evitare questo matrimonio. Ripenso alle tante serate durante le quali mio marito parlava con mia figlia di questo rapporto, senza però riuscire a dissuaderla dal matrimonio. Ogni anno Federica e Andrea vengono ricordati dalla Fivap Puglia. Quest’anno cosa è stato fatto? Federica arbitrava in nazionale pallavolo serie b,era commissario degli arbitri della provincia di Taranto e docente regionale. Arbitrava anche gli incontri di sitting volley, per i ragazzi diversamente abili. Leggevo nei suoi occhi l’emozione che provava per i giocatori in campo.Dalla sua morte, ogni anno, la Federazione Italiana pallavolo della Puglia, organizza una settimana dedicata al suo ricordo e a mio nipote Andrea. Quest’anno dal 21 novembre è stata organizzata “La settimana di Federica” per sensibilizzare gli studenti sul tema della violenza alle donne. Rita lei è presente sul territorio per ricordare la dolcissima Federica e il suo piccolo angelo, Andrea. Cosa sta cambiando nella società riguardo alla percezione della violenza di genere? C’è molto lavoro da fare ma noi non ci fermiamo. Tra le altre iniziative segnalo il docu-film che vede tra le storie di violenza economica anche quella di Federica. Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation, s’impegna sul territorio a organizzare eventi finalizzati a informare la cittadinanza e ad ampliare il dibattito su diritti delle donne e contrasto alla violenza. “Libere di VIVERE” , scritto e diretto da Antonio Silvestre, prodotto dalla Mac film, è il primo docufilm che affronta questo fenomeno esteso, sottile e ancora poco noto, trae origine dalla mostra-rassegna del fumetto e dell’arte disegnata itinerante, che in tre anni ha coinvolto più di 5.000 visitatori in 35 tappe, ed oltre 75.000 partecipanti digitali. Il docufilm racconta quattro storie vere, storie di donne e violenza economica, psicologica, fisica, quattro storie che hanno, pur con esiti di diversa gravità, come comune denominatore e primo grilletto scatenante della spirale della violenza la sopraffazione economica. Tra le storie anche quella di mia figlia Federica. Il docufilm sarà proiettato a al Festival del cinema di Taranto il giorno 2 dicembre. 3 dicembre 2022