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Felice Laudadio un visionario che sa lanciare il cuor oltre l’ostacolo

"per chi suona la cultura" Annamaria Tosto, Silvia Godelli, Michele Laforgia, Oscar Iarussi, Antonella Gaeta, Antonio Di Giacomo, Enrica Simonetti, e Fabrizio Versenti.

di Piero Fabris

Foto Daniela Ciriello

Nella mattinata di sabato due dicembre vi era un’insolita atmosfera nella sala uno del Multicinema Galleria di Bari per la presentazione del libro di Felice Laudadio dal titolo: “PER CHI SUONA LA CULTURA – avventure tragicomiche di un organizzatore” (Edizioni Sabinae. Pagg.484. €20.00).

Un tomo sapido sulle quinte del cinema degli ultimi cinquanta anni e dei festival: opportunità, storie grottesche e per certi versi fosche. In un clima d’attese e incertezze per l’edizione Bif&st 2024 si è svolta la presentazione alla presenza di un pubblico molto attento. Oltre all’autore sono intervenuti: Annamaria Tosto, Silvia Godelli, Michele Laforgia, Oscar Iarussi, Antonella Gaeta, Antonio Di Giacomo, Enrica Simonetti, e Fabrizio Versenti. Moderava l’evento Silvio Maselli. L’ultimo capitolo del libro è dedicato all’esperienza del Bif&st e al futuro di questa esperienza che ha fatto di Bari il crocevia della Cultura italiana e internazionale. Visto il chiaro successo e la crescente partecipazione degli spettatori, i quali già dalle prime ore del mattino facevano la fila dietro le sale di proiezione, viene da chiedersi: “A chi fa invidia il Bif&st, considerato il quarto festival nazionale dedicato al cinema? Forse il problema è Felice Laudadio? Ma quest’uomo, questo visionario, ideatore e organizzatore di grande esperienza, che a tanti ha fatto scuola e consegnato un METODO, ha bisogno di Bari? È la città di San Nicola e la Puglia ad aver bisogno di lui, della sua strategia immaginativa! 

Bari International Film Festival accanto alla Notte della taranta e il Festival della Valle d’Itria è uno dei fiori all’occhiello della Puglia. Si dimentica che gli eventi di qualità sono un polo d’attrazione le cui ricadute economiche sulle regioni che le ospitano non sono indifferenti. Si dimentica che il festival Barese rispetto agli altri tre nazionali costa meno di tutti, ma forse la miopia (forse l’ipocrisia) di alcuni spera che la somma destinata per certi eventi possa essere divisa per alimentare tante piccole iniziative per le quali tutto è facile! Organizzare è un’Arte che coniuga CULTURA, ESPRIENZA e CREATIVITA’.  Laudadio, pronto a dimettersi se il problema è lui, afferma: “La mia fortuna è nell’aver incontrato sulla mia strada gente competente!” E infatti loro Energia, Passione e Sinergia di visionari che avevano ben chiara l’idea sul “A CHE COSA SERVONO I FESTIVAL”, e l’idea di far CRESCERE la Comunità, ovvero a educare a profili estetici e alla civiltà di rapporti, ha reso possibile quel che per disfattisti è l’impossibile. Un festival che è Servizio alla memoria, alla storia. Quello di Felice Laudadio è un lavoro culturale a tutti i livelli. Ha il merito di avvicinare il pubblico al cinema con le retrospettive, rassegne scientifiche, lezioni dei maestri del cinema, attori, sceneggiatori, laboratori, presentazione di libri e tutto quanto fa parte del pianeta cinematografico; di contribuire a un pensiero sferico con un’offerta a tutto tondo per una Cultura integrale.

Lo ha fatto con competenza e capacità di guardare lontano e quest’Idea fece dire al regista e sceneggiatore tedesco Edgar Reitz: “Questo festival è davvero un’utopia”. Un’utopia che in tante edizioni ha realizzato non un solco, ma un alveo fecondo che ha alimentato sogni, messo a fuoco progetti, ha allargato i quadri dell’immaginazione, della fantasia, in poche parole ha reso consapevoli tanti giovani e sostenuto indirettamente talenti.

Presentazione del libro di laudadio,- per chi suona la cultura
Enrica Simonetti

La Cultura crea pubblico! La Cultura crea consapevolezza, dialogo, crescita. La cultura riempie di luce ogni prodotto artistico e dissolve l’ignoranza che alimenta i sonnambuli, quelli che devono solo consumare, non pensare. La Puglia merita di essere abitata da eventi di valore, di essere investita da manifestazioni di qualità, non da spettacoli d’intrattenimento vuoto e rumoroso, senza nerbo. Non si possono lasciare orfani tanti germogli, tante gemme! Non si può strangolare il nostro futuro.                

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