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Donne e Professioni: il contrasto alla Violenza nei Luoghi di Lavoro.

Donne e Professioni: il contrasto alla Violenza nei Luoghi di Lavoro

di Anna Gomes

Convegno organizzato dal Cif di Bari il 24 novembre presso Sala Museo Palazzo Acquedotto Pugliese.

Nell’ambito delle iniziative per il contrasto alla Violenza contro le donne, è stato organizzato un convegno dal titolo “Donne e Professioni: il contrasto alla Violenza nei Luoghi di Lavoro”. Tutto ciò rimbalza ancora più  forte alla luce dell’ uno tra gli ultimi omicidi, quello di Giulia Cecchetin, la ventiduenne assassinata dal suo ex ragazzo, si è  tenuto un dibattito molto interessante.

Sul palco erano presenti Marco Dinapoli, Magistrato, già  Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, Michaela Labriola, avvocata, cultore Diritto di famiglia, Mariantonietta Monteduro, Consigliera OMCeO Bari, Fulvio Manco Dirigente Polizia Postale. Gli interventi sono stati moderati dal giornalista Antonio Carbonara. Il convegno, introdotto dalla Dott.ssa Benedetta Sasanelli, Presidente del Cif Bari, ha posto l’accento sui risvolti sociali, etici e familiari dei femminicidi in primis e della violenza sugli operatori sanitari e su molti medici. Come arginare allora questa violenza che solo nel 2023  ha visto 108 donne uccise dall’inizio dell’anno e che continua sempre più in salita?

 Dopo l’omicidio di Giulia Tramontano, la giovane donna incinta, massacrata dal suo compagno circa tre mesi fa a Milano, rieccoci ogni giorno ad assistere a queste violenze sulle donne, purtroppo quasi quotidiane.

 Ed  allora il silenzio non serve più ma il rumore, quello si che serve, infatti i ragazzi dei licei hanno manifestato in tutta Italia, facendo rumore, battendo con le mani sui banchi con tutta la loro rabbia, ribellandosi alla libertà negata alle donne (molte giovanissime).

Il Dott. Dinapoli inizia il suo lungo intervento con un excursus sulla storia della donna dal 1946 ad oggi  sugli atti di legge da lei ottenuti.

“Nel 2009 viene introdotto il reato di Stalking (atti persecutori) mentre nel 2011 avremo la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa, sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne” afferma il dottor Dinapoli, citando anche il Decreto del 2013 che prevede l’inserimento di alcune pene, l’anticipazione della Tutela delle Vittime e soprattutto l’accelerazione delle procedure( il cosiddetto Codice Rosso).” Certo, le donne hanno fatto tanti progressi in tutte le professioni, fino a pochi anni fa, ritenute solo e soltanto “maschili”, come appunto la figura del Magistrato. Oggi, grazie a Dio, è cambiato molto, le donne Magistrato sono 5.308, una cifra davvero interessante rispetto al passato.

E poi abbiamo nel mondo della politica esempi eclatanti come Giorgia Meloni, la prima Presidente del Consiglio donna, dopo settant’anni di governo ed Elly Schlein, prima donna Segretario del primo partito italiano, il PD.

“I dati sulle molestie sul lavoro sono allarmanti “continua Dinapoli” “circa il 44% di molestie e ricatti avvengono sui luoghi di lavoro e molti di questi non sono denunciati (circa il 90%).”conclude il Magistrato. Ed ecco che poi interviene la dottoressa Michela Labriola, in avvocatura dal 1984, e ci parla a cuore aperto di una situazione sicuramente drammatica per molte donne oggigiorno.

Sicuramente, moltissime donne sono in situazioni di emergenza. “Dal punto di vista psicologico” continua la Labriola” e sempre in ambito familiare, le donne sono sottoposte a soprusi ed umiliazioni continue, umiliazioni che distruggono la propria personalità e salute” dichiara “oggi si può e si deve fare di più per tutelarle ed aiutarle ad entrare nel mondo del lavoro,  spesso a loro negato” continua.

“Tra le violenze a cui sono sottoposte, sicuramente la violenza economica è la più difficile da trattare, non hanno la forza di denunciare il proprio marito o compagno, perché hanno paura per i figli o di cadere in uno stato di indigenza economica”. 

Infatti la debolezza economica le costringe a tacere ed a rimanere succubi di una qualsiasi prevaricazione.

“Durante il lockdown, sono state le donne ad offrire assistenza e cura ai malati di Covid negli Ospedali, Rsa ed anche a non far mancare il servizio nei supermercati, poi però molte di loro sono state licenziate, perdendo il lavoro.” dichiara la Labriola.

 “In genere il lavoro che viene offerto alle donne ed ai giovani è un lavoro part time o addirittura in nero” prosegue e poi ” se una donna lavora deve sempre accollarsi la cura dei bambini o di genitori anziani senza l’aiuto dello Stato”.

Tutto ciò  non si può accettare in uno Stato civile come l’Italia. Inoltre, sempre per l’avvocata Labriola, “Si dovrebbero incentivare le Start up al femminile e ridurre le fiscalità in atto”. Determinante nella lotta alla violenza sulle donne, l’intervento della Polizia Postale.

Il compito più importante della Polizia Postale è  quello di  far denunciare, purtroppo c’è  paura nel denunciare le violenze subite. Di fronte ad una denuncia c’è sempre l’ammonimento (una specie di cartellino giallo) che mette sull’attenti gli uomoni ammoniti.

“Le nostre ricerche sono reali e virtuali. Seguiamo due binari sempre “afferma Fulvio Manco.” Determinante è la rapidità  degli interventi, dopo la denuncia” conclude il Poliziotto. Per ultima, non per importanza, interviene la dottoressa Mariantonietta Monteduro, denunciando le violenze subite dai medici nelle ASL e strutture sanitarie. 

DAL 2019 on poi, molte aggressioni ai medici non sono state denunciate e quindi subentra la Cultura della Sicurezza, che si racchiude nello slogan ” ma a noi chi ci pensa?”. Sappiamo bene, quanti rischi corrono i medici nell’espletamento della loro professione ma è  prioritario, renderli sicuri e difenderli.

D’altronde, l’omicidio di Paola Labriola da parte di uno scellerato nel Settembre 2013, la dice lunga su quali e quanti rischi corrano oggi  i medici e su quanto poco si é fatto finora per metterli in sicurezza. Quell’omicidio pesa ancora tantissimo sulle nostre coscienze, così come quello di altri medici.

Speriamo davvero che qualcosa finalmente cambi.

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