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 Il Nagorno Karabakh si dissolve: c’è allarme per gli armeni cristiani  

fuga degli armeni dal Nagorno Karabakh
foto di copertina- situazione al confine
ARMENIA
Maria Silvia Quaranta

          

di Maria Silvia Quaranta

Una drastica decisione è stata presa per quanto riguarda il Nagorno Karabakh (Artsakh): il Presidente della  Repubblica autoproclamata Samvel Shahramanyan, ha firmato il decreto che ne scioglie tutte le istituzioni e le organizzazioni governative. Dal 1° gennaio 2024 il Nagorno Karabakh tornerà ad essere una regione dell’Azerbaigian.

fuga degli armeni dal Nagorno Karabakh

Questa risoluzione è la conseguenza della massiccia offensiva azera su quel territorio che ha costretto i separatisti a deporre le armi. Le autorità di Baku hanno annunciato il reintegro pacifico degli armeni con il resto del paese, per cui i residenti dopo l’entrata in vigore del decreto dovranno optare dove vivere.

Nel decreto si sottolinea che una volta conosciute le condizioni per il ritorno della regione sotto il controllo azero, gli abitanti potranno prendere individualmente  la decisione di rimanere o lasciare il Nagorno Karabakh, poichè con la mediazione russa “il passaggio libero, volontario e senza ostacoli dei residenti del Nagorno Karabakh, compreso il personale militare che ha deposto le armi, è garantita lungo il Corridoio Lachin”. Ricordiamo che il Corridoio era stato bloccato per mesi dagli azeri, tagliando di fatto ogni possibilità di approvvigionamento di beni primari essenziali in Artsakh e riaperta solo dal 24 settembre. 

Questa Repubblica che si separò dall’Azerbaigian nel 1991, con il crollo dell’URSS, è abitata principalmente da armeni, oltre la metà dei quali è fuggita per paura di subire la repressione azera, nonostante le promesse di rispettarne i diritti.

I cristiani armeni rischiano nuovamente lo sterminio dopo la sconfitta dei separatisti armeni dell’Artsakh il 19 settembre che ha portato alla capitolazione di fronte alle forze dell’Azerbaigian, e per le condizioni accettate da Erevan per il cessate il fuoco.

cartina con Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian
cartina con Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian

La regione a maggioranza armena è stata in conflitto con Baku da sempre, in particolare nel corso di due guerre, la prima tra il 1988 e il 1994 e la seconda nel 2020. I drammatici segnali che si sono susseguiti nel tempo non lasciavano presagire nulla di positivo, e a fine settembre di quest’anno il processo ha subìto un drammatico peggioramento.

Il 21 settembre l’ambasciatore armeno Andranik Hovhannisyan, rivolgendosi al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, aveva affermato che l’Azerbaigian stava attuando una “pulizia etnica”, commettendo un “crimine contro l’umanità. Questa non è una semplice situazione di conflitto, è un vero e proprio crimine contro l’umanità e dovrebbe essere trattato come tale”.

Alle 20.00 del 1° ottobre erano oltre 100.000 i profughi entrati in Armenia
dal Nagorno Karabakh, come annunciato dal governo armeno, il quale ha
assicurato un alloggio a tutti coloro che non hanno una residenza prestabilita;
ma la situazione è difficile e si rischia una crisi umanitaria.

L’analista politico Boris Navasardyan ha dichiararto che “l’Armenia non è in grado di fronteggiare la situazione senza aiuti dall’estero“ e che tutto ciò avrà gravi ripercussioni sulla politica locale.

fuga degli armeni dal Nagorno Karabakh

Ad aggravare la situazione nel Nagorno Karabakh più di cento persone risultano ancora disperse dopo l’esplosione di una pompa di benzina presa d’assalto dagli abitanti il 25 settembre e che ha causato almeno 65 morti e oltre 290 feriti.

A rendere il quadro preoccupante, il 27 settembre gli azeri hanno arrestato l’uomo di affari Ruben Vardanyan, che ha guidato il governo separatista fino a febbraio 2023, mentre cercava di raggiungere l’Armenia con gli altri profughi e sulla cui sorte c’è molta incertezza, contravvenendo di fatto alle dichiarazioni fatte sulla libertà di passaggio di ogni abitante civile e militare dal Nagorno Karabakh alla Repubblica armena.

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