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Paolo Polvanio finalista al Premio di poesia “Daunia e Sannio”

di Maria Pia Latorre

Il 7 ottobre, nella bella e storica città  di Lucera, si svolgerà la finale del premio “Daunia e  Sannio”. Durante la serata sarà resa nota la classifica definitiva. Al momento si conoscono i nomi dei tre finalisti che si aggiudicheranno il podio.  Tra questi Paolo Polvani, che ha appena pubblicato il volume MIRACOLI DEL GIORNO,  Macabor, 2023, con prefazione di Massimiliano Damaggio e postfazione di Isabella Bignozzi. Interessante quest’ultima raccolta di Polvani, che abbiamo letto per i lettori de La Gazzetta dal Tacco. Il miracolo, in qualsiasi modo lo intendiamo, reca in sé un dono, una sorpresa prorompente che travalica l’evidenza dei fatti che accadono, spesso ingabbiati in schemi rigidamente logici, che poco spazio lasciano all’irrazionale.

Centinaia di correnti di pensatori razionalisti non hanno mai immaginato e anche oggi non credono ai miracoli e sono soliti liquidare i fatti straordinari e incomprensibili come eventi semplicemente non ancora dimostrati poiché non se ne conoscono, ad oggi, le leggi ad essi sottese. 

Di che miracoli, dunque, Paolo ci parla? E come pensa di catturare tramite essi l’attenzione del lettore?  Aprendo il volume e vi troviamo San Giuseppe da Copertino, Sant’Eupremio, Santa Ildegarda, una ricca agiografia inaspettata che immediatamente  incuriosisce. Nei versi sono presenti dati di realismo descrittivo trattati con grande sapienza e rielaborati in avvincenti trame artistiche (e qui si tratta di un’arte che travalica il sé soggettivo per dirigersi verso un “altro-oltre”). Nella prima sezione scorrono carrellate di storie dolorose quanto terribilmente dure e reali, storie che certamente non sono sfuggite all’occhio attento e sensibile del nostro poeta, dal militante passato sessantottino.  Il volume ci offre successivamente un’altra corposa sezione, “Quanto sole ci vuole”, oltre la prima che dà il titolo alla silloge,  costruita per asciugare tutto il dolore incontrato, intendo io pensando di interpretare l’idea di Paolo. 

Naturalezza e fluidità sono qualità che solo i grandi artisti posseggono, riuscendo a nascondere dietro l’opera finita tutto il lavoro di asciugatura e lima;  e qui credo che la naturalezza nasca da un puro sentimento d’amore, l’amore di Paolo verso la vita e che affondi le radici, implicitamente o esplicitamente, nei percorsi di poeti come Villon, Rebora, Guidacci, Pasolini, De Andrè, e Bello. 

Di Paolo Polvani, ho già scritto che per riuscire in versi così robusti è necessario saper scrutare l’oggetto poetico da tutte le possibili prospettive e poi riuscire a compiere un salto metafisico per immaginarne altre prospettive inedite. Continuo a credere che questa sia la cifra del bravo poeta barlettano. 

Perdendoci nel viaggio di “Miracoli del giorno” viene da riflettere sul fatto che, per fortuna, l’anima, in fondo, non ha bisogno di molto; le bastano poche essenziali cose di cui, a ben guardare, si potrebbe anche fare a meno. Tranne che l’arte e l’amore. Andy Warhol, molto acutamente, ha affermato che “l’artista è uno che produce cose di cui la gente non ha bisogno, ma che lui -per qualche ragione- pensa sia una buona idea dare”, se a questo ci aggiungiamo l’amore, quello totale, quello per la vita di tutti gli esseri viventi e del creato, allora siamo davanti ad un vero miracolo.

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