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La “Sinfonia delle pietre” di Garni

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Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta

L’Armenia si sta rivelando una delle mete turistiche in forte crescita; tra monumenti, monasteri, rigogliosa natura questa nazione non delude il visitatore. 

Tra le regioni che la compongono interessante è quella di Kotayk, che confina con la capitale Yerevan, e racchiude al suo interno il tempio di Garni, la sua gola con la “Sinfonia delle pietre” e il monastero rupestre di Geghard.

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Sinfonia delle pietre Garni

Il monastero di Geghard,  Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è situato nella  stretta gola del fiume Azat e appare parzialmente scavata nella roccia, rappresentando uno dei luoghi più affascinanti dell’Armenia. Si tratta di un complesso monastico fondato nel quarto secolo, mentre la chiesa principale risale al 1215, e il nome “il monastero della lancia” è legato alla lancia di Longino che fu portata in terra armena dall’apostolo Taddeo (la presunta punta della lancia è conservata nel museo della cattedrale di Echmiadzin).

Il tempio di Garni, anch’esso Patrimonio Immateriale dell’Umanità per l’Unesco, risale al terzo secolo a.C. e fu inizialmente la residenza estiva di due dinastie reali armene. Nel primo secolo fu distrutta dai romani e ricostruita dal re Tiridate che la dedicò al Dio Mihr (Mitra), figurando come l’unico tempio pagano sopravvissuto dopo la cristianizzazione dell’Armenia nel 301. 

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tempio di Garni

Ma, tra queste due opere dell’uomo, una meraviglia creata dalla natura unica nel suo genere, è la gola di Garni, un profondo canyon delimitato da formazioni basaltiche a strapiombo, alte fino a 50 metri dovute al raffreddamento della lava vulcanica, che sfidano la forza di gravità.

L’aspetto della parete a forma di canne d’organo, gli ha valso il nome di “Sinfonia delle pietre”.

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Sinfonia delle pietre

Appena si attraversa l’ingresso del sito, che si trova nella Riserva Statale di Khosrov, si entra in un altro mondo, quasi lunare, dove le pietre sospese hanno come colonna sonora il fiume che attraversa la gola . La natura è capace di creare spettacoli che lasciano senza parole, facendo sentire l’uomo un piccolo essere grato di poter ammirare un tale panorama.

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monastero di Geghard

Qui ci si sente soli con sé stessi, ad affrontare una lunga camminata accompagnati da un lato dal costone roccioso frastagliato e dall’altro dal fresco e argentino rumore del fiume. Un’esperienza da non perdere per vivere appieno questo angolo caratteristico dell’Armenia, così vicino alla capitale ma, allo stesso tempo, così lontano dalla modernità.        

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