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“I Fratelli De Filippo” il film di Sergio Rubini

I FRATELLI DE FILIPPO, ovvero la metafora della tenacia di chi non si fa schiacciare dall’apparire tutto oramai determinato.

di Piero Fabris

I Fratelli De Filippo di Sergio Rubini è una pellicola che infonde coraggio e sostegno alla creatività di quanti nel buio e nell’incertezza riescono a mantenere la testa sulle spalle. Un film omaggio alla genialità che sa guardare al popolo come risorsa umana; storia di un riscatto di chi è costretto a salire a piedi il “Palazzo della notorietà”, perché è figlio di “nessuno”, ma non smette di sognare e di guardare lontano.

Sergio Rubini ha il merito di riportare sugli schermi l’umanità, la fatica con la quale si tempra il talento. I FRATELLI DE FIPPO è un inno alla Speranza, ma soprattutto una riflessione sulla fermezza; una rielaborazione dell’offesa alla dignità dell’essere uomini che invece dominano paura e incertezza trasformandola in “differenza di potenziale” per ribellarsi alle facili tentazioni, all’accettazione delle cipolle e delle erbe amare della schiavitù, delle strade battute e ribattute rappresentate magnificamente dal monumento rappresentato dallo “Zio”, Eduardo Scarpetta e suo figlio l’opaco Vincenzino. Un film che non getta incenso sulla figura dei tre fratelli per celebrarne il mito! Il regista preferisce raccontarli immersi in una realtà dura, fatta di umiliazioni e conti da far quadrare, ma soprattutto evidenzia, senza enfasi, i loro tre caratteri dalle tonalità forti e diverse, alla ricerca di esprimere le loro vocazioni e giusta collocazione. Il Rubini sottolinea con eleganza il percorso che porta i De Filippo, “finalmente”, ad avere il proprio nome in cartellone. Si coglie la forza di Eduardo che, come pochi nel suo tempo comprende la nuova drammaturgia rappresentata da Luigi Pirandello.  Il coraggio quindi e capacità di guardare lontano senza lasciarsi affossare dai guappi dell’arte oramai avvizzita è il vero protagonista di questa lunga narrazione degli esordi di “Questi Fantasmi”; È il genio che si interroga e ci interroga! È il bisogno di raccontare il vero oltre le apparenze il tormento il travaglio che porterà alla nascita della compagnia della riflessione che sa specchiarsi nel calice piuttosto che incantarsi nelle bollicine della vita. Sono evidenti i processi che portarono il maggiore dei fratelli alle visioni di un nuovo teatro grazie alla sua capacità di cogliere nel quartiere l’energia e il colore della gente fonte d’ispirazione e sostanza dei contenuti umoristici: un teatro affilato, fuori dagli schemi oramai consumati. Sergio Rubini condivide con questo lavoro tutto il fascino che la compagnia costituita dai tre fratelli ha esercitato su di lui, offrendoli come modelli di singolarità e sintonia che, superando ogni complesso di inferiorità, frustrazione e competitività scavano in se stessi tracciando un alveo di corrispondenze feconde per ritrovarsi e interpretare il silenzio rumoroso di chi è ombra dai cromatismi intensi. L’arte quindi come specchio della realtà, che ride amara di se stessa! Il racconto filmico si apre con un’immagine del teatro Kursaal del 1931 e, chiude con la stessa immagine. In questa linea curva, nella quale sono racchiuse atmosfere ottocentesche e soffi del nuovo che avanza, la miseria d’animi, emerge in contro altare l’importanza della famiglia attraverso spaccati di un nucleo d’affetti che è pronta a dividere il poco per il sostegno e bene dei fratelli. Il valore della sinergia, silenziosa è a fondamenta di questo lavoro che riporta a testa alta, in teatro, chi è vissuta nelle bande del grigio, la madre dei De FILIPPO, restituendole dignità e orgoglio.

Regia di Sergio Rubini con Mauro Autore, Domenico Pinelli, Anna Ferraioli Ravel, Biagio Izzo, Giancarlo Giannini, Vincenzo Salemme, Susy Del Giudice, Marianna Fontana, Marisa Laurito, Maurizio Casagrande, Maurizio Micheli, Umberto Del Prete per una pellicola di splendidi 142 minuti, distribuito dalla 01Distribution.

13 Dicembre 2021

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