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#NoiNonArchiviamo : verità per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a ventisette anni dell’omicidio.

di Cinzia Santoro

“Se la ragione per cui l’inchiesta mi è stata sottratta non è il contrasto tra me e De Gasperis, allora dev’essere un’altra: una ragione occulta. E ciò che è segreto, e incide su un’inchiesta giudiziaria, per un duplice omicidio, pregiudicando l’accertamento delle responsabilità, non può che allarmare.” Così Giuseppe Pititto, sostituito procuratore, dichiarava in un’intervista a Famiglia Cristiana sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994. In tal modo, al Dottor Pititto fu impedito di sentire i due testimoni chiave della vicenda, Mohamed Nur Aden, la guardia del corpo della giornalista, e Sidi Ali Abdi, che aveva accompagnato i due giornalisti dall’aeroporto di Mogadiscio fino all’hotel Hamana, in prossimità del quale avvenne il duplice omicidio .

Velenitaly III – Somalia

Una storia di ordinaria ingiustizia Italiana, dove l’influenza dei servizi segreti, i depistaggi, le infiltrazioni mafiose, le indagini confuse e superficiali, conducono ad un processo di primo grado dove Hashi Omar Hassan, innocente fu condannato a 26 anni di reclusione. Seguono l’appello, la cassazione, un appello bis, la revisione del processo e due commissioni d’inchiesta che non contribuiranno alla verità sulla morte di Ilaria e Miran. I due sicuramente furono vittime del presidente somalo Ali Mahdi, e di Mugne, Presidente della Shifco. Quest’ultimo gestiva le società a cui appartenevano i pescherecci, come la Faraax Omar, sequestrata a Bosaso su cui Ilaria stava indagando. La Alpi fu la prima a portare alla luce un traffico d’armi e rifiuti tossici, che dal bel paese partivano per la Somalia. L’Italia foraggiava con le armi la guerriglia, e i somali accettavano rifiuti tossici e materiale nucleare in transito.

Ilaria e Miran

E’ logico che Ali Mahdi avesse tutto l’interesse a insabbiare la verità e chiudere le frettolose indagini italiane, offrendo un capro espiatorio del tutto estraneo alla vicenda Ilaria e Miran furono vittime anche del fil rouge che univa Gladio, Rostagno, e Sismi.
“La verità non la vogliono. Aspettano che io muoia così la cosa finisce finalmente per loro.” Queste le dolorose parole di Luciana Alpi, la mamma della giornalista che pronunciò qualche tempo prima di morire.
Oggi a ventisette anni dalla tragica scomparsa restiamo in attesa della verità. Una verità che qualcuno osò sporcare affermando che Ilaria e Miran erano in vacanza in Somalia.
Noi della Gazzetta dal Tacco chiediamo la verità e ci indigniamo sulla richiesta di archiviazione. #NoiNonArchiviamo

20 marzo 2021

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