Sei qui
Home > Cultura > Mahmoud Darwish poeta della resistenza palestinese ma poeta universale

Mahmoud Darwish poeta della resistenza palestinese ma poeta universale

di Cinzia Santoro
________________________________________________________________________________
“Mi affaccio come il terrazzo di casa
su quel che voglio
Mi affaccio sulla mia immagine
che sfugge da se stessa verso la scala di pietra
e si porta il fazzoletto di mia madre
svolazzante al vento
Mi affaccio sui persiani, bizantini, sumeri
e suo nuovi profughi
Mi affaccio sulla collina di una povera Tagore
schiacciata dai carri del bel principe
Mi affaccio come il terrazzo di casa su ciò che voglio
Mi affaccio sul mio spettro che vive
e viene da lontano.”

Mahmoud Darwish, poeta palestinese prima, del mondo arabo poi e poeta universale, oggi avrebbe compiuto ottant’anni. Nato in Galilea, subì la nakba come milioni di palestinesi che furono deportati dalle loro terre per mano israeliana. Mahmoud era giovane e lo strappo dalla propria casa, il dolore per la morte della sua gente e della sua identità culturale lo forgiò alla bellezza dei versi. A quattordici anni il suo primo componimento poetico “Scrivi sono un arabo”, pubblicato solo dopo diversi anni all’interno della sua prima collana “Un uccello senza ali”.
Lui, Mahmoud diviene il simbolo dei poeti resistenti appena diciottenne, canta il dolore della sua gente. E decide di fuggire dell’orrore dell’occupazione sionista, prima a Mosca, poi al Cairo e infine a Beirut. Qui subisce una trasformazione, lui poeta palestinese e arabo diviene poeta della genti oppresse, massacrate e dimenticate in ogni nazione.
“Su questa terra hanno diritto alla vita
L’esitazione d’aprile
Il profumo del pane
Le idee di una donna sugli uomini
Le opere di Eschilo
L’erba su una pietra
Madri in piedi sul filone flauto
e la paura di ricordare degli invasori”
Mahmoud diviene negli anni  dell’esilio, la voce più importante della cultura  araba e la sua poesia canta la sofferenza universale. La musicalità dei suoi versi, il suo ritmo possono realizzarsi attraverso il rituale della lettura al pubblico. Egli afferma che solo attraverso la lettura pubblica, la poesia prende vita e coinvolge la voce, l’immagine, il corpo. Fino all’attimo prima della lettura, quei versi sono segreti.
Ho amato i suoi struggenti versi da sempre. Se ascoltate le sue poesie, lette dalla voce dello stesso Mahmoud, la bellezza della musicalità e del ritmo della lingua araba vi coinvolgerà.
Interessanti le iniziative per la celebrazione degli ottant’anni dalla nascita del poeta. L’associazione Assopace  Palestina ha organizzato una serie di incontri e letture, coinvolgendo personalità letterarie del mondo arabo palestinese che amano e studiano Darwish da sempre.
Tradotte in italiano le poesie di Darwish sono un dono prezioso di cui tutti dovremmo conoscere, perché recano nei versi l’universale bellezza.
Carta d’identità
“Prendi nota
sono arabo
carta di identità numero 50.000
bambini otto
un altro nascerà l’estate prossima.
Ti secca?
Prendi nota
sono arabo
taglio pietre alla cava
spacco pietre per i miei figli
per il pane, i vestiti, i libri
solo per loro
non verrò mai a mendicare alla tua porta.
Ti secca?
Prendi nota
sono arabo
mi chiamo arabo non ho altro nome
sto fermo dove ogni altra cosa
trema di rabbia
ho messo radici qui
prima ancora degli ulivi e dei cedri
discendo da quelli che spingevano l’aratro
mio padre era povero contadino
senza terra né titoli
la mia casa una capanna di sterco.
Ti fa invidia?
Prendi nota
sono arabo
capelli neri
occhi scuri
segni particolari
fame atavica
il mio cibo
olio e origano
quando c’è
ma ho imparato a cucinarmi
anche i serpenti del deserto
il mio indirizzo
un villaggio non segnato sulla mappa
con strade senza nome, senza luce
ma gli uomini della cava amano il comunismo.
Prendi nota
sono arabo e comunista
Ti dà fastidio?
Hai rubato le mie vigne
e la terra che avevo da dissodare
non hai lasciato nulla per i miei figli
soltanto i sassi
e ho sentito che il tuo governo
esproprierà anche i sassi
ebbene allora prendi nota che prima di tutto
non odio nessuno e neppure rubo
ma quando mi affamano
mangio la carne del mio oppressore
attento alla mia fame,
attento alla mia rabbia.
21 marzo 2021

Lascia un commento

Top