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Dopo l’annuncio del Presidente Conte anche il nostro sud è zona rossa

 

Anna Gomes

di Anna Gomes

Ed è arrivata anche per noi pugliesi meridionali l’ora zero, dopo l’annuncio del Presidente del consiglio Conte ieri alle 20 a reti unificate: tutta l’Italia da domani mattina è zona rossa.

La famiglia degli anni ’60

Lo slogan “State a casa” non è una mera pubblicità, ma si trasforma in divieto assoluto ad uscire per tutti i cittadini, ora più di prima, visto che i contagi da Corona virus si allargano a macchia di leopardo, ed i positivi al  virus aumentano ogni giorno. Ma fortunatamente aumentano anche le persone guarite.

Gli ospedali di Milano e zone limitrofe sono al collasso e si teme che una situazione analoga possa ripetersi anche da noi, in Puglia.
Dottori, infermieri e personale sanitario diventano i veri eroi di una battaglia difficile e costosa (in sacrifici e soldi).
Alla fine saremo tutti eroi, perché dobbiamo rinunciare alle nostre libertà (forse troppe) che ci avevano viziati nel poter prendere tutto e subito.
Tornare indietro quindi, agli anni sessanta, quando gran parte della vita quotidiana si svolgeva in casa e molte attitudini affettive rimanevano tra le quattro mura.
Non uscire dunque, se non per motivi di lavoro, di salute e di necessità(fare la spesa,recarsi in farmacia). E’questo il decreto del governo Conte.
Scuole, università, teatri, cinema sbarrati fino al 3 di aprile e negozi aperti fino alle 18 e così anche per bar e ristoranti.
Insieme alla epidemia da Virus, avanza una crisi economica senza precedenti, le borse europee vanno giù e non sarà facile riprenderci. Ma noi siamo Italiani (non faccio patriottismo) e ce la faremo anche questa volta! Stringiamo i denti ed  andiamo avanti, e recuperiamo sopratutto quello che forse avevamo perso di vista: la solidarietà, il valore degli affetti veri e sopratutto la speranza e la fede in Dio.
10 marzo 2020

2 thoughts on “Dopo l’annuncio del Presidente Conte anche il nostro sud è zona rossa

  1. per un positivista, laico, agnostico, ed epicureo, il finale dell’articolo è da meditare. L’uomo ha sempre avuto fiducia nelle sue capacità di capire, trasformare, costruire, il mondo. La scienza, la tecnologia, l’evoluzione delle stesse, hanno costituito il mito dell’homo faber, dell’uomo che piega la natura alle sue esigenze. Il fato, gli dei, il destino, la buona stella, i miracoli, costituivano un armamentario ormai desueto: bisognava avere fiducia nell’uomo. La scienza, in questo caso, si dimostra impotente. L’unica scelta razionale è fuggire dal pericolo. Si assiste ad un vuoto, alla demolizione delle fondamenta positiviste che ci hanno accompagnate dal 16-17 secolo. dobbiamo aver fiducia e speranza, in Dio. Anche il Papa ci trasmette l’Angelus in streaming. Ma una delle regole fondanti il cristianesimo non era quella di assistere gli ammalati, stare in mezzo a loro?

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