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La maledizione di Orlando, in Florida. Dopo il bimbo di due anni ucciso dall’alligatore in un parco Disney: troppi eventi nefasti, si possono prevenire?

di Romolo Ricapito

alligatore incriminato
alligatore incriminato

Quale tragica maledizione si è abbattuta su Orlando, ridente località della Florida?

Prima l’assassinio della cantante Christina Grimmie. A seguire la strage che ha ucciso 49 persone all’interno di un locale per divertimenti frequentato principalmente da gay. Infine un alligatore che uccide un bimbo di 2 anni all’interno di un resort con spiaggia  appartenente alla catena Disney.
Il divertimento è il denominatore comune che ha attratto i protagonisti delle tre storie nel luogo poi rivelatosi fatale.
Non credo alle maledizioni, ma esiste la sfortuna. Non è vero, ma ci credo, dice un vecchio proverbio italiano.
Ma niente accade per caso: nell’episodio della cantante uccisa, ella si concedeva ai fans senza protezione,o  guardie del corpo.
L’attentatore del locale gay forse avrebbe potuto essere fermato con più approfondite indagini prima della notte fatale. Era infatti conosciuto alle procure americane,
Per quanto riguarda l’alligatore, che è sbucato fuori dalla laguna e   ha lottato col padre del piccolo, ferendolo, come mai simili rettili ferocissimi stanno  a contatto col pubblico senza protezione e sorveglianza?
Gli Stati Uniti, patria di sogni che si avverano per molti, sono una nazione enorme che  sconta uno sviluppo economico rapidissimo, ma che non è stato accompagnato da misure che rendano tale progresso sicuro e stabile.
Orlando gode di 52 milioni di turisti all’anno: una folla enorme, il cui benessere e incolumità vanno  garantiti.
Il tasso di  disoccupazione è molto basso a fronte di 220 mila abitanti.
Tre eventi spiacevoli non ne fermeranno l’ascesa.
Ma il divertimento va gestito: pericolosi alligatori a spasso, killer altrettanto pericolosi altrettanto a spasso, andrebbero neutralizzati all’origine, con opportune operazioni di sorveglianza e protezione.

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