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NFT – arte tutelata in rete “Nuova sicura frontiera” secondo Franco Senesi- Andrea Iezzi

NFT- arte tutelata in rete “Nuova sicura frontiera” per Franco Senesi, Liquid Art System, Capri- Positano, Ortigia. “Rischio Far West digitale”- secondo Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan Gruppo Tinexta

L’eccitazione mediatica sulla novità NFT non ha lasciato spazio a riflessioni non solo sulle opportunità, ma anche sui rischi che è opportuno mettere sufficientemente in luce. L’annuncio fatto da Mark Zuckerberg lo scorso 21 gennaio sul Financial Times riguardo il possibile utilizzo su Facebook e Instagram degli NFT, che potranno essere creati e venduti dagli utenti sui due social network Meta, rende ineludibile un’attenta riflessione. “Su queste piattaforme, che raccolgono complessivamente oltre 4 miliardi di profili – osserva uno dei più attenti operatori italiani del mondo della cybersecurity, il CEO di Swascan (Tinexta Cyber) Pierguido Iezzi – si sta studiando il lancio di un marketplace per NFT, destinato a moltiplicare all’inverosimile lo scambio di queste immagini irreplicabili attraverso criptovalute che potrebbe facilmente essere il tramite per il riciclaggio di denaro. Se già nel mondo reale il mercato dell’arte è interessato da questo fenomeno, dove però la tracciabilità obbliga a complesse triangolazioni chi è interessato a pulire in questo modo del denaro sporco, nel mondo cyber il tutto rischia di finire fuori controllo. Corriamo il rischio di un vero e proprio Far West digitale”. Naturalmente il dibattito è aperto, si è solo all’inizio. 

Credits bjorn

“Vedo gli NFT come una nuova forma d’arte e una nuova frontiera di espressione artistica che ha alla base la possibilità di poter avere un certificato digitale che lo rende sicuro da qualsiasi falsificazione o truffa- sostiene Franco Senesi, ideatore e owner di Liquid Art System, circuito di gallerie d’arte a Capri, Positano e prossimamente Ortigia– Inoltre con l’arte digitale degli NFT la fruizione e lo scambio delle stesse sarà molto più facile ed economico per chi vuole comprarli, goderseli o rivenderli perché non avranno la fisicità delle opere d’arte tradizionali e quindi facili da conservare, spedire, non hanno bisogno di restauro o rischio di danneggiamento etc”. Punti di vista differenti per un prodotto che crea aspettative, per i collezionisti d’arte privati, ma anche nuova via per ostentare status symbol per celebritis nel mondo virtuale, visto che la tecnologia è usata oltre che per l’arte anche per importanti marchi della moda. L’attenzione naturalmente deve essere massima, perché la febbre da NFT continua a salire nel 2022, con molti autori che, invogliati a monetizzare la propria creatività, come nel caso degli artisti digitali Beeple e Pak, o mossi semplicemente da curiosità, come nel caso di Alessandro Baricco che ha reso un NFT la propria lettura del suo romanzo “Novecento”, utilizzano sempre di più questa forma espressiva resa possibile dalle blockchain. Un altro rischio riguarda ad esempio la sicurezza delle piattaforme rispetto alle somme di denaro che vi transitano.

Credits andrey-me

Ed ancora, non è garantita la tutela dei diritti d’autore: la certificazione di un NFT non ne assicura la verifica dell’autenticità della fonte né tantomeno della titolarità dei diritti sulle parti che lo compongono. Il volume degli scambi è ingente, per valori complessivi di centinaia di milioni di euro, se si pensa che gli NFT più costosi del 2021, “Merge” di Pak e “Everydays – the First 5.000 Days” di Beetle, sono stati venduti rispettivamente per 91,8 e 69,3 milioni di dollari.

One thought on “NFT – arte tutelata in rete “Nuova sicura frontiera” secondo Franco Senesi- Andrea Iezzi

  1. Una opere d’arte digitale si avvale di pixel per la sua forma estetica. Anzichè usare il pennello con olio su tela, si usano i pixel e viene fuori un “quadro” di una certa dimensione. Trattandosi di pixel chiunque può manipolarli, ed ottenere un altro “quadro” simile. Per evitare questo, cioè la contraffazione, quel “quadro” viene crittografato, con una stringa di tanti 0 1 che sarebbe il linguaggio digitale, la cui composizione non è facilmente riproducibile, si tratta di miliardi di combinazioni. Quel “quadro” è sempre visibile, come lo è la Gioconda, si può anche comprare, ma non il “quadro”, ma la chiave di accesso alla proprietà del “quadro”, costituita da un token, che non è fungibile (No fungible token). il token è un codice digitale. Se vendi quello sei proprietario del “quadro”. vendi non il quadro ma il token, come se fosse il certificato di autentica senza l’opera. Quel token viene veduto alle aste, solo che il 90% va alla casa d’asta, il 10% all’artista. Da cui il forte intento speculativo di quel mercato. Personalmente non comprerei mai un token ma un’opera materiale, anche se fosse una video art. La voglio toccare, accarezzare, vedere , metterla sul letto, in cucina, sul salotto, senza computer. Poi , oggi sembra che il token non si possano decrittare, ma domani? Se la softhouse che detiene il token dovesse fallire? o altra disavventura?

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