David Bowie prima di morire ha pubblicato il suo “Requiem” Cronaca Musica 12 Gennaio 201612 Gennaio 2016 di Clelia Conte david Eravamo nel 1992 all’Università di Camerino, nell’Alto Maceratese in un locale che all’epoca si chiamava “Il Movente” e fummo, in tarda serata, invitati ad ascoltare un po di musica e a bere un drink a casa di un amico in un paese vicino, fra i monti Sibillini a Fiuminata. Era una notte freddissima e a rischio di nevicata ma noi avevamo le auto con le ruote termiche e non ci preoccupavamo più di tanto. Fu una notte bellissima: tutti a raccontarci storie davanti al camino e ad ascoltare la musica. Mi piacquero talmente tanto quelle note di sottofondo che il padrone di casa, uno splendido ragazzo biondo con gli occhi trasparenti celesti, mi regalò l’album in cassetta. Questo per dire che associo la musica del grande David Bowie a quel momento storico della mia vita e, le sue canzoni più remote alla mia adolescenza. Quella cassetta che ebbi regalata da quell’angelo di ragazzo, ancora la custodisco gelosamente e l’ascolto quando viaggio in auto. Solo un personaggio come il “Duca Bianco”, lui, geniale nelle sue trasformazioni e nel suo modo folle di esprimersi attraverso la sua musica e le sue performance e capace di segnare un momento storico. Con la sua morte non è uscito dalla scena, come alcuni giornali hanno affermato, perché la Star in questione, proprio col suo decesso entra nella scena. Prevedendo la sua fine per la inguaribile malattia, il giorno del suo sessantanovesimo compleanno tira fuori il suo ultimo lavoro: Blackstar che è uscito l’8 gennaio 2016. Pochissimi giorni dopo l’artista muore e si ribalta la scena: io infatti credevo di vedere in TV un altro servizio che raccontava del suo nuovo album e invece la giornalista citava tragicamente la sua morte. Non a caso il video ufficiale, presente in Blakstar del brano “Lazzarus”, riferito al personaggio della Bibbia, vede l’artista in un grande letto di ospedale con gli occhi coperti da una benda che cita le parole “Guarda qui, sono in Paradiso” e poi si vede lui che cerca disperatamente di scrivere qualcosa (forse la conclusione del suo lavoro prima di morire). Nel pezzo di apertura invece spiega: “Il giorno in cui è morto è successo qualcosa. L’anima è salita di un metro e si fece da parte. Qualcun altro prese il suo posto, e coraggiosamente urlò (Sono una stella nera, sono una stella nera)”. Nelle canzoni, accompagnate dalla musica si riscontra una grande malinconia, un richiamo alla morte: un azione preparatoria verso l’Aldilà. Un’immagiine di David Bowie giovanissimo David Bowie in fasce Guardando il video, la musica ti avvolge facendoti pensare ad un’opera d’arte. Devid Bowie ha colpito ancora, ha lasciato il passo alla suo capolavoro ma non ha sbagliato un tiro in tutta la sua vita artistica ricca di svariati successi in tutti i campi compreso il cinema. non si è fermato davanti a nulla e la sua ambiguità era accompagnata sicuramente da una intelligenza pronta ad affrontare tutti i tempi e lui infatti non se n’è andato in punta di piedi perché il Duca Bianco é ancora fortemente presente con la sua nuova e tormentata musica.
nessuna ambiguità o trasformismo, ma solo capacità di adattarsi ad un mondo in continua incessante e profonda evoluzione, con aumento esponenziale della complessità Rispondi