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Il nono Forum sulla Coesione a Bruxelles 

di Federica Marangio

Analisi, impatto sui territori e lezioni per quanti hanno a cuore il futuro dell’Unione Europea 

<<Bene il diritto di andare via e ritornare, ma non meno importante la libertà di restare>>. Enrico Letta ha catalizzato l’attenzione della platea del nono Forum sulla Coesione a Bruxelles, offrendo diversi spunti di riflessione in qualità di presidente dell’Istituto Jaques Delors e avendo curato il rapporto di alto livello sul futuro del mercato unico che sarà presto diramato. La Commissaria Elisa Ferreira che si occupa di Coesione e Riforme ha rilanciato questo concetto, collegandolo alla necessità di poter contare sulle politiche di coesione che, concretamente, offrono opportunità nei territori nel ridurre il rischio di decrescita. Ma come avere maggiore consapevolezza dei fondi di coesione? <<A volte è evidente un forte disallineamento tra la volontà di progettare delle amministrazioni e la scarsa realizzazione da parte dei cittadini che sono alla ricerca dei fondi di coesione, ma che spesso non sanno come impiegarli>>. Tanto ha dichiarato la presidente del consiglio regionale pugliese, Loredana Capone dal panel dedicato alla transizione verde e digitale come ancora per la competitività, crescita e giustizia sociale. E a proposito di infrastrutture, ha affermato <<pensiamo alla realizzazione di un teatro. Sarebbe la somma di tanti muri se non vi fossero le risorse umane preposte ad animarlo e a generare valore>>. Insomma, capitale umano e capacità infrastrutturale finanziata dai fondi di coesione, camminano di pari passo e spiegano il perché delle spese di investimento in determinati settori. Il report sulla Coesione è uno strumento essenziale per quanti hanno a cuore il futuro dell’Unione Europea, soprattutto perché nei capitoli conclusivi si sofferma sull’impatto delle politiche. La commissaria Elisa Ferreira ha tenuto a sottolineare la rilevanza dei fondi di coesione, precisando come <<ogni euro investito nell’arco temporale tra il 2014 e il 2020, avrà generato sino al 2030, 1,3 euro di prodotto interno lordo aggiuntivo che arriverà quasi a triplicarsi entro il 2043. Entro il 2027 invece vi sarà una ricaduta in termini occupazionali di 1 milione e trecento mila lavoratori impiegati nei settori della transizione verde e digitale>>.  

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