ALVIN SUPERSTAR: NESSUNO CI PUO’ FERMARE: dietro le risate e i dispetti, una parabola di accettazione sulla famiglia allargata (Allo Showville di Bari) Cinema 13 Gennaio 2016 di Romolo Ricapito Alvin Superstar-Nessuno ci può fermare, quarto film della serie, vede gli irriverenti, invadenti, pettegoli “scoiattolini” parlanti ancora una volta alle prese con quello che è ormai il loro “padre” adottivo Dave, un ricco discografico . Alvin I “Chipmunks” (questa la definizione esatta ) ossia Alvin, Theodore e Simone, scoprono che Dave sta per sposare Samantha (Kimberly Williams Paisley) e temono di essere defenestrati dalla donna negli affetti , oppure allontanati definitivamente dalla lussuosa villa nella quale vivono e gozzovigliano . Perciò si alleano al figlio della “rivale”, un ventenne di nome Miles (Josh Green) musicista dalla personalità altrettanto pestifera che darà loro, almeno all’inizio,del filo da torcere. Il “fratellastro” intraprende con loro un viaggio on the road verso Miami per fare in modo di scongiurare il pericolo del matrimonio imminente con qualche improvvisato tiro mancino. La prima parte è la più spassosa e divertente, anche sul piano artistico: i tre scoiattoli umanizzati organizzano nella villa del “padre” un party in piscina, che vede la partecipazione di una folla scatenatissima di giovani, ballerini e dj. Sono sequenze coloratissime e di lusso, da video clip , mentre la pellicola si evidenzia con il tentativo di creare una storia “adulta” rispetto al passato, volendo coinvolgere oltre al solito pubblico di bambini sotto i dieci anni, anche gli adolescenti e, possibilmente, i maggiorenni. Dave Seville è un compositore, manager e padre adottivo dei Chipmunks Il film poi contiene qualche citazione di pellicole del passato, come Psycho e vede la partecipazione straordinaria in un piccolo ruolo del regista John Waters (Grasso è bello-Hairspray la sua opera più famosa) che interpreta il passeggero dell’aereo sul quale gli animaletti viaggiano, seminando ovviamente il caos. Ma il film sia appoggia anche sulla cultura dei talent show televisivi, come American Idol, che viene citato e rappresentato. Più diffusamente, la storia vuole creare una sorta di metafora sulle famiglie allargate che vengono ri- proposte con l’unione di più nuclei “non tradizionali” . (in questo caso niente di trasgressivo come le unioni omosessuali o la stepchild adoption, ovviamente . ) Ma già l’adozione, realizzata, degli scoiattolini con un documento del tribunale riguarda da vicino il tema dell’accettazione della diversità . Inoltre i Chipmunks finiscono per solidarizzare col “fratellastro” Miles fino a salvargli la vita in una movimentata scena. Il messaggio dunque è di conciliazione ed accettazione, mentre come nel film precedente, abbonda l’uso della tecnologia (telefonini, internet) unitamente a citazioni vintage basate sul passato, vedi la sezione western ambientata in un saloon che termina con una rissa collettiva. Un’altra parte riguarda New Orleans: anche qui vengono riproposti riti e luoghi della città che è la patria del jazz e del Mardi Grass, tipico carnevale per turisti. Il film però sconta dei difetti: è ibrido, dalla trama sconclusionata, nel tentativo di coinvolgere a tutti i costi più fasce di pubblico. Alla fine è l’occasione per un excursus garbato, intelligente e anticonvenzionale sui modi e i costumi americani, come già spiegato. Ma non si parla solo di adozioni: viene suggerito lo spettro terroristico nella scena dove i tre scoiattoli sono banditi con un cartello come “indesiderati” per il volo sugli aerei di tutto il territorio nazionale degli Stati Uniti (“no fly list”) nell’ambito di un sistema di contrasto all’allarme terroristico. L’adozione poi non è tutta rose e fiori: i Chipmunks rivelano risvolti “animaleschi” a causa del loro incorreggibile comportamento nel causare disastri, anche se involontari. Visti gli incassi (negli Usa volati oltre i 75 milioni di dollari, in Italia si sono superati i cinque milioni e mezzo di euro) si aspetta a breve un nuovo capitolo. Una curiosità: Theodore è doppiato nella versione Usa dal cantante Jesse Mc Cartney, noto fino a qualche anno fa anche in Italia tra gli adolescenti, ma che ormai si dedica al cinema e alla televisione. Il film è diretto da Walt Becker, che già portò al successo pellicole come Svalvolati on the road e, precedentemente, Maial College.