Libano: elezione del Presidente cristiano maronita Joseph Aoun Attualità Notizie dal Mondo 12 Gennaio 202512 Gennaio 2025 di Cinzia Santoro “Oggi inizia una nuova fase nella storia del Libano” Subito dopo aver giurato come nuovo presidente del Libano, Joseph Aoun, cristiano maronita come tutti i presidenti libanesi secondo il Patto nazionale del 1943, (ricordo ai lettori che il primo ministro deve essere un musulmano sunnita e il presidente del parlamento un musulmano sciita) già capo dell’esercito, ha parlato cosi alla nazione. La sua elezione mette fine a un vuoto di potere di più di due anni e a un fragile accordo di cessate il fuoco che ha interrotto quattordici mesi di combattimento tra Israele e il gruppo armato Hezbollah. Ciò avviene mentre la nazione, che è già in una grave crisi economica e sociale, cerca assistenza per la ricostruzione. La vittoria di Aoun, che ha ottenuto 99 voti su 128, è stata il risultato di numerosi tentativi nel parlamento, dove negli ultimi due anni Hezbollah aveva posto il veto all’elezione del presidente. Da quando il mandato del vecchio presidente è scaduto nell’ottobre 2022, la mancanza di una nomina presidenziale non ha lasciato possibilità di formare un governo visto il veto imposto dagli hezbollah. In questi due anni l’unico nome che ha circolato è stato quello di Suleiman Frangieh imposto dagli Hezbollah che tuttavia si è ritirato sostenendo Aoun. Gli osservatori internazionali concordano sul fatto che la svolta è il risultato dell’indebolimento del gruppo militante sciita, causato dal conflitto con Israele, che ha di fatto ucciso i suoi leader. Anche se Aoun ha il sostegno dai politici libanesi, Al Jazeera afferma che i fattori che hanno determinato la sua elezione riguardano i buoni rapporti con gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, che sono stati a lungo i principali sponsor economici della nazione. La pressione internazionale per un risultato favorevole nelle votazioni presidenziali è aumentata perché si temeva che la mancanza di leadership potesse compromettere l’accordo di tregua con Israele. In effetti la scadenza fissata dall’accordo per schierare truppe libanesi insieme alle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite nel Libano meridionale è alle porte. Dinnanzi al Parlamento il neo eletto presidente ha di fatto dichiarato il suo impegno immediato a sancire il legittimo diritto dello Stato al monopolio dell’utilizzo delle armi nel paese al e controllo dei confini del Paese dopo la risoluzione Onu del 2006 che chiedeva a tutti i gruppi armati nel paese di deporre le armi, cosa mai di fatto avvenuta non riuscendo, il legittimo esercito libanese a disarmare Hezbollah. Ora, in base ai termini del cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, firmato il 27 novembre, l’esercito sarà schierato nel Libano meridionale da cui tank e truppe israeliane dovranno invece ritirarsi entro 60 giorni. Anche per questo, la presenza di un capo di stato espressione delle forze armate del paese era considerata necessaria per garantire la continuazione dell’accordo di cessate il fuoco. Nell’immediato futuro, il principale compito del generale sarà di riaffermare il ruolo dell’esercito nel Libano meridionale, dove da decenni è stato Hezbollah a mantenere l’ordine e il controllo del territorio. giorni. Anche per questo, la presenza di un capo di stato espressione delle forze armate del paese è considerata necessaria per garantire la continuazione dell’accordo di cessate il fuoco. Oggi il Libano paga lo scotto di una scellerata politica interna che ha portato lo stato al 192% di inflazione, 195% di debito pubblico, il 98% in meno del valore della lira dal 2019 in poi e meno 6% del pil nell’ultimo anno a cui si associa la guerra tra Israele e Hezbollah che si è intensificata provocando oltre 4mila morti e 16mila feriti. Israele ha raso al suolo centinaia di edifici, terreni agricoli e attività produttive. Migliaia di persone hanno perso il lavoro e, secondo la Banca Mondiale, la guerra ha causato 8,5 miliardi di dollari di danni, lasciando il popolo in una condizione di estrema povertà. Quale futuro attende questo paese è un’incognita legata a fattori interni come il malessere economico radicato, i negoziati bloccati con il Fondo monetario internazionale e la stessa classe politica che ha contribuito a orchestrare la crisi economica che oggi dovrebbe aiutare a risolvere. E a fattori esterni come i nuovi equilibri in Medio Oriente, la Siria ancora in bilico e la tregua con Israele che appare fragile e incerta. Joseph Aoun è stato eletto presidente del Libano, nella città di Klayaa, nel Libano meridionale, il 9 gennaio 2025