Presentati al Comune di Bari “I Martedì della Pace” Comuni Cultura Storia 11 Gennaio 202511 Gennaio 2025 di Maria Silvia Quaranta Il 10 gennaio nella Sala giunta di Palazzo di città, è stata presentata la locandina di “I martedì della Pace”, il programma di incontri ed approfondimenti sui temi della pace e del pacifismo, declinate nelle diverse tipologie storiche, giuridiche, sociologiche e scientifiche. Gli appuntamenti partono il 14 gennaio e proseguiranno fino al 27 maggio. All’incontro erano presenti il sindaco di Bari Vito Leccese, Pasquale Martino, presidente dell’Anpi provinciale, Paola Romano assessore alle Culture e Nicola Signorile, giornalista e componente della segreteria provinciale dell’Anpi di Bari ed uno dei coordinatori del progetto. Paola Romano, Pasquale Martino, Vito Leccese, Nicola Signorile L’iniziativa, promossa dal Comune di Bari e dall’Anpi, è rivolta a tutti i cittadini ed in particolare agli studenti, e parte dal bisogno di riaffermare che Bari è “una città operatrice di pace”, per decisione del consiglio comunale, come ha ricordato il sindaco. Nell’intento di aprire il Palazzo di città alla comunità barese si inserisce l’idea di realizzare questo evento. Si è voluto individuare un giorno della settimana, il martedì, in cui la città si può confrontare con i temi della pace, perché Bari, com’è scritto nel suo Statuto, è città operatrice di pace, ed è stata la prima in Italia a dotarsi, dopo la riforma nata dalla 142 del 1990, di uno Statuto che nella parte dei principi generali e dei valori fondanti possiede il valore della pace, frutto del dibattito sia all’interno del consiglio comunale ma anche dei contributi che sono arrivati dall’esterno grazie ad un grande processo di partecipazione messo in moto all’epoca dal sindaco Enrico Dalfino. Tra l’altro nella seconda metà degli anni ‘80 Bari aveva ospitato non solo un incontro importante a livello nazionale tra le organizzazioni pacifiste e antimilitariste in Italia, ma aveva anche deliberato il proprio territorio come territorio denuclearizzato, grazie a consiglieri comunali di grande levatura morale e politica come Vittorio Tanzarella e Pietro Leonida Laforgia. Si raggiunse così un obiettivo di tipo culturale-programmatico, ed oggi “con questa iniziativa stiamo dando seguito a quel percorso – ha continuato Vito Leccese -. È molto importante la collaborazione tra l’amministrazione comunale e l’Anpi, perché quest’ultima svolge un ruolo importante sul territorio nel tenere viva la memoria e l’impegno dell’antifascismo, con iniziative che coinvolgono soprattutto gli studenti, come quest’ultima che presenta un programma interessante anche dal punto di vista culturale. La pace non è soltanto dire no alla guerra, ma la pace oltre ad essere un valore universale è anche una pratica di vita quotidiana, perché noi dobbiamo perseguirla attraverso i nostri comportamenti consueti e costanti, anche con l’utilizzo di parole non ostili, con un impegno che deve essere continuo”. Un momento dell’incontro Questa iniziativa si inserisce all’interno di quel patrimonio genetico della città, che è città dell’accoglienza, della pace, dell’incontro e del dialogo, e proprio “nei giorni scorsi ho scritto al Papa, indicando la possibilità che la città, anche per il fatto di essere luogo di culto sia per la Chiesa cattolica che per quella ortodossa, accumunate dal culto per San Nicola, possa ospitare i negoziati di pace nella vicenda russo-ucraina. L’auspicio è che possa scoppiare la pace in tempi brevi, non solo in Europa anche in Medio Oriente e nella Striscia di Gaza, e che Bari possa svolgere un ruolo importante, in quanto città di incontro e dialogo” ha concluso Vito Leccese. Pasquale Martino, ha ringraziato il Comune, il sindaco e l’assessora per aver coinvolto l’Anpi nell’organizzazione di questa serie di incontri, che coincidono con l’80˚ Anniversario della Liberazione: “1945-2025, Liberazione e Liberazioni che iniziano il 27 gennaio, quando l’esercito sovietico raggiunge i cancelli del principale campo di sterminio installato dal Terzo Reich ad Auschwitz, data storica che segna lo sgombero di tutti i campi di sterminio nazisti, estendendosi alla liberazione delle grandi capitali europee, man mano che la tenaglia degli eserciti alleati si chiudeva sulla Germania, e delle città italiane, con l’aprile 1945, preceduti in ordine di tempo il 9 settembre del ’43 dalla liberazione di Roma, Firenze, Napoli e di una città dell’impero Adriatico che si chiama Bari. Liberazioni dalla servitù imposta a tutta l’Europa e dalla guerra come stato ordinario, un binomio per imporre la supremazia di un popolo su tutti gli altri – ha ricordato Martino -. Il primo obiettivo dei partigiani e delle partigiane era porre fine alla guerra e alle guerre grazie alla Resistenza: doveva seguire un mondo di pace, con la Costituzione italiana, che all’ articolo 11 ripudia la guerra, e con la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. I partigiani della Pace furono gli stessi che avevano combattuto, e che deposte le armi si proposero di mai più riprenderle e di costruire e promuovere un movimento che favorisse il disarmo, una parola oggi desueta, visto che in quest’epoca si torna a parlare di riarmo, di aumento delle spese militari e di nucleare tattico. Il movimento per la Pace è una costante degli ultimi ottant’anni, venuti dopo la Liberazione, movimento che è anche diplomazia dall’alto e dal basso, per risolvere le controversie e declinare il tema della pace secondo le urgenze che, di volta in volta, si intrecciano: pensiamo alle guerre e crisi ambientali, che oggi sono la causa principale delle ondate migratorie di cui tanto si parla a volte senza cognizione di causa. Questa iniziativa si pone sulla strada aperta dai partigiani della Pace, perché l’obiettivo fondamentale dell’antifascismo oggi è contribuire a costruire una cultura della pace in questa città, che ha una storia importante di liberazione e di pacifismo: riprendere tutti insieme questa dimensione ci aiuterà a costruire una comunità consapevole dei propri diritti e dei propri doveri”. E’ toccato a Nicola Signorile illustrare nel dettaglio il calendario de I Martedì della Pace, spiegando inizialmente la scelta dell’immagine della locandina:” E’ stata scelta l’immagine di un dipinto del Tintoretto del 1577, che raffigura Minerva che allontana Marte da Pace e Concordia; ebbene, l’abbiamo voluta non solo per la bellezza di questa tela o per il valore dell’allegoria, ma anche perché risalgono a pochi anni prima della realizzazione del quadro due eventi fondamentali per la Repubblica di Venezia: la battaglia di Lepanto (1571), in cui Venezia fermò il predominio Ottomano sul Mediterraneo, e l’incontro di Pace di qualche anno dopo (1573), con cui Venezia rinunciò al possesso di Cipro in favore proprio dei grandi sconfitti di Lepanto. Il senso di tutto ciò è la prevalenza della diplomazia sulle armi, che spinge chi ha sconfitto l’armata più feroce del Mediterraneo a scendere a patti con il nemico, perché non si fa la pace se non si discute con il nemico, una lezione che non dovremmo mai dimenticare. Il calendario comprende incontri che ci aiuteranno a riflettere, grazie al coinvolgimento di relatori di grande spessore, per capire come il sistema del pacifismo sia stato declinato in Italia attraverso le diverse manifestazioni nell’intreccio con movimenti politici, sociali ed etici che hanno attraversato tutto il ‘900”. Locandina degli incontri Calendario delle 10 lezioni di cittadinanza Paola Romano ha rimarcato come questo programma aiuterà a far emergere l’identità fondata sulla liberazione e sull’ anelito alla pace, “un’identità che è stata patrimonio di donne e uomini che oggi non sono più con noi. I martedì della Pace guardano soprattutto ai giovani concittadini, alle ragazze e ai ragazzi delle scuole e dell’università, per consegnare loro una riflessione importante e profonda che si nutre del contributo delle grandi personalità che animeranno gli incontri in programma. In questo modo vogliamo lavorare in maniera transgenerazionale per scrivere il futuro della nostra città, nel solco della storia e del rispetto della nostra comune identità”.