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La fotografia non è un semplice clic

Angela Cioce

di Piero Fabris

Liceo artistico, accademia di Belle Arti e poi il diploma in scenografia. Dietro gli scatti di Angela Cioce vi è un percorso di studi e ricerca grazie ai quali padroneggia un linguaggio che le dà la possibilità di dar voce alle emozioni. Non basta avere una predisposizione, un talento, bisogna affinarlo! E lei continua a studiare, sperimentare, a tuffarsi nelle luci sottratte agli occhi di chi guarda, ma non vede.

Angela Cioce
Angela Cioce- Jorge Donn

Nel suo bagaglio culturale vi è il senso della composizione, l’uso sapiente della luce e capacità di sintesi. Sembra che tutto sia cominciato al teatro Petruzzelli, mentre la Cioce era tra le quinte, dove gli attori sono ancora senza maschera da scena. Il backstage le nacque spontaneo! Nel dietro le quinte era con coloro che allestivano scenari per gli spettacoli e fu così che, mentre Maurice Béjart provava le coreografie delle sue danze, fu presa dal desiderio irrefrenabile di catturare Jorghe Donn il danzatore, la bellezza di un corpo che fluttuava meravigliosamente in un notturno trapunto di note dai rintocchi dell’astro d’argento. Angela Cioce immortalò quegli istanti del grande coreografo facendo emergere il danzatore come una statua greca dal buio ammaliante. Chissà se abbia subito l’influenza di Herb Ritts? Quando in camera oscura osservò le stampe pensò di farle recapitare e trepitante chiese a un assistente del maestro di consegnargliele. Solo qualche tempo dopo seppe che Maurice Béjart non solo le aveva apprezzate, ma fatte incorniciare e appese in casa sua. Angela Cioce è sempre alla ricerca dell’equilibrio perfetto e, in sintonia con la natura, coglie la luce incantevole di un istante. La fotografa non ama intervenire sugli ambienti o manipolarli, preferisce obbedire a un bisogno interiore che trova nell’attimo in cui spinge il tasto della fotocamera: l’accordo visionario tra mente e ritmo cardiaco. In quegli lampi rubati all’oblio vi è tutto il suo sentire, la formula magica che irrompe dal fuori scena sul palcoscenico del fascino, con creatività. È come se attraverso i progetti fotografici la Cioce condivida atmosfere fiabesche nelle quali è distillato il vero, la verità in un lampo intuitivo, grazie al quale ‘l’idea/immagine’ si compone con chiarezza davanti ai suoi occhi. L’idea è fondamentale, insieme al buio, per guardarci dentro, guardarsi dentro! Uscendo dalla monotonia delle posture standard di chi posa per abiti, Angela Cioce riesce a trovare un punto d’incontro con l’essenza dei modelli i quali sembrano apparire pittogrammi o Carillon e divengono parte di una narrazione o forse di un gioco coinvolgente dove l’ironico e il bisogno di fissare il bello si bilanciano. È lei stessa a confessare che Mario Cresci le ha dato l’input per aprire finestre su campi diversi, ma è lei che volando tra le note dei venti ha saputo cogliere il profumo della terra rossa, l’energia delle resine sparse tra nuovi orizzonti come vocali, consonanti in risonanza col suo spirito.

Angela Cioce
Angela Cioce-angelo BBL

È il rispetto per il pensiero sbocciato con spontaneità a farle concepire la fotografia come forma, espressione creativa, quale migliore estrinsecazione dei suoi concetti! Si coglie il suo amore per Henri Cartier-Bresson, il quale non a caso si guadagnò l’appellativo di “occhio del secolo” per la capacità di cogliere l’istante decisivo, ma soprattutto di realizzare scatti dai richiami surrealisti che sapevano giungere a un pubblico vasto.  Non sorprende se i lavori della Cioce cominciarono a viaggiare. Un giorno, non era ancora sposata, squillò il telefono e la madre le disse che un tale, responsabile o delegato di “Costa Crociere”, voleva parlare con lei. Era interessato alle sue fotografie. Angela Cioce pensò a uno scherzo di qualche burlone e si soprese quando dall’altro capo del filo telefonico vi era l’amministratore di ‘Costa Crociere’ col quale fissò un appuntamento a Milano. Le sue fotografie accompagnano ancora i turisti per traversate da sogno sulla Costa mediterranea! Le sue fotografie che esaltano i costumi teatrali di Versace scorrono sulle pareti delle navi e arricchiscono le pagine patinate dei rotocalchi. Sono in tanti coloro che conservano i calendari di beneficenza in favore dei terremotati, rimasti senza tetto nel 1980! Quanta eleganza nei servizi fotografici che ritraggono la danzatrice Luciana Savignano o i visi fotografati della Cioce che ci fanno pensare al celebre ritrattista Richard Avedon. Un giorno l’assessore al Turismo comune di Siena la contattò telefonicamente e le disse: “Voglio la tua testa!”. All’esclamazione, la fotografa rimase perplessa e subito la dottoressa si chiarì. Era interessata alle sue idee, alla sua creatività, al suo allestire, alla sua originalità, alla sua esperienza, alle sue improvvisazioni, al suo saper uscire dagli schemi per promuovere l’arte e gli artigiani.

Angela Cioce
Singapore M

Il suo impegno è raccolto in un libro dal titolo: Art and Craft; un lavoro, quello della Cioce che non dimentica l’identità umana! L’artista afferma: “Con un clic bisogna saper raccontare tutto”. Cosa l’ispira? Un verso poetico, una frase, un viso accendono nella Cioce il motore della fantasia, la innalzano improvvisamente sulla vetta della montagna dello scibile da dove mette a fuoco l’essenziale: il punto luce, sintesi e bandolo di una matassa che anela alla vera bellezza con immediatezza emozionante.  

Angela Cioce
Angela Cioce

Angela Cioce è nata a Bari dove vive e lavora.
Nelle sue foto ci sono sempre tracce dinamiche, percezioni simboliche e poetiche riconducibili alla formazione fotografica nel mondo deĺa danza, campo in cui ha acquisito notorietà internazionale.
I suoi lavori sono stati esposti in Italia e all’estero e numerose sono le pubblicazioni dei suoi lavori.
Le mostre personali recenti:
“Puglia Experiens” , Carlo Hall Dimenna Center forclassical music, New York;
“Reading” fotografie per leggere il mondo ( mostra itinerante);
Forum internazionale UNESCO per la Cultura, Centro Congressi FIERA del Levante ( Bari, 2019);
Spazio espositivo della Regione Puglia al Salone del libro,( Torino, 2019);
Sue foto appartengono a collezioni private e pubbliche tra le quali:
Fondazione Italia dell’Università Puebla, Messico; Fondo di fotografia italiana della Pinacoteca Provinciale, Bari; Archivio per costumi teatrali di Gianni Versace, Milano; Esposizione permanente nei saloni della nave da crociera “Costa Mediterranea”; Collezione Museo Nazionale Smithsonian NMAAHC, Washington.


3 thoughts on “La fotografia non è un semplice clic

  1. Articolo intenso, ricco e disvelante. La fotografa appare così caratterizzata ai nostri occhi che l’informazione si fa emozione.
    Complimenti!

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