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Al Cinema Teatro Verdi di Martina Franca La Cortellesi sbanca e indubbiamente piace a tutti

Clelia Conte

di Clelia Conte

Bravissima l’attrice comica Paola Cortellesi nella sua interpretazione e nella regia del film, “C’è ancora domani”. Più di 17 milioni di incassi!

Quando inizi a vedere un film dal titolo “C’è ancora domani”, pensi subito alla domanda che ti fai di conseguenza: “Per fare cosa?”: lo scoprirete alla fine! Il film esce fuori dalle righe, dalla solita commedia italiana degli ultimi decenni.

Paola Cortellesi mi era piaciuta come attrice negli scorsi film ma non eccelleva tanto come in quest’ultimo dove è anche regista è ha dato il massimo di se stessa.

Paola cortellesi regista

Perché è stata brava:

  1. Ha realizzato il film in bianco e nero immaginando i tempi di sua nonna, quelli nei quali le pellicole erano così;
  2. ha raccontato una storia dove emerge il maltrattamento del marito verso la moglie in una società dove ancora le donne non godevano di alcuni diritti e l’uomo era il capo famiglia;
  3. ha evidenziato il rapporto tra una madre ed una figlia che prende coscienza della soccombenza della donna al padre e le consiglia di reagire;
  4. ha considerato le scene più violente lasciandole immaginare come fossero rituali, rallentate, tragiche ma che allo stesso tempo causano un sorriso amaro;
  5. ha inserito una sorta di tragicomicità che però evidenzia l’amarezza della sorte;
  6. Ha un finale a sorpresa: un vero colpo di scena che solo una persona così intelligente avrebbe potuto fare. Fosse finito come tutti speravano, sarebbe stato banale.

Non si vedeva un film così dall’epoca del neorealismo! L’opera inizia con un deciso schiaffo in faccia per mano di Ivano, interpretato da Valerio Mastandrea, violento marito di Delia, che senza alcun  motivo le dà il buongiorno ricordandole quale sia il “suo posto”. E dove dovrebbe andare la poveretta se non restare a casa con i suoi figli?

La storia è ambientata a Roma (1946) nel periodo in cui gli alleati pattugliano le strade e si ha voglia di una società nuova. Infatti è vicino il referendum dove alle urne si voterà Monarchia o Repubblica.  Delia è la protagonista (P. Cortellesi) che è sposata con Ivano e hanno tre figli: Marcella e due fratellini che corrono per la casa, urlano e dicono sempre parolacce. Marcella aiuta la madre, lavora per la famiglia e rimpiange la scuola che le è stata negata dal padre perché femmina. La madre si adatta a fare durante il giorno tanti lavoretti tra i quali uno sottopagato perché è donna! Delia e Marcella devono consegnare i guadagni al capo famiglia che a sua volta sperpera, andando “a donnacce”.

 Emanuela Fanelli
Emanuela Fanelli e P. Cortellesi in “C’è ancora domani”

Ottorino (Giorgio Colangeli), è il suocero di Delia la quale è costretta ad accudirlo perché allettato. Infine  Marisa, interpretata da Emanuela Fanelli è la sua unica amica sincera, che disapprova fortemente il comportamento di Ivano e le consiglia di reagire. La sventurata però giustifica il marito dicendo: “È molto stressato: ha fatto due guerre!”. Ma in cuor suo non lo approva affatto e lo subisce per il quieto vivere.

Delia però non è del tutto stupida: anche se in modo rassegnato si lascia picchiare e maltrattare nel tragitto verso casa dopo i suoi lavoretti, la vediamo prelevare alcune banconote dal portafoglio e mettersele nel petto per un motivo che si scoprirà nel finale. Le sue mosse sono al contrario astute e sensate.

Purtroppo le problematiche rilevate dall’opera della Cortellesi oggi sono ancora esistenti sia in Italia, dove il divario retributivo di genere e il maltrattamento degli uomini verso le donne è ancora molto diffuso, sia nei paesi arabi dove è tragica la condizione delle donne nella cultura islamica.

C’e ancora domani: Paola Cortellesi-Giorgio Colangeli-Chiara Bono-Alessia Barela-Federico Tocci-Romana Maggiora-Vergano Mattia-Baldo Gianmarco Filippini e Valerio Mastandrea

Cortellesi regista, sa come e quando alternare periodi leggeri (che fanno sorridere) a quelli drammatici, toccando fortemente la sensibilità dello spettatore che è a sua volta portato a riflettere e a prendere coscienza che le battaglie fatte fino ad oggi per i diritti delle donne non siano ancora finite e devono essere indirizzate a tutte le donne del mondo per esprimere solidarietà. Una Delia è esistita e ancora esiste.

Azzeccate le canzoni di sottofondo e per ultima quella di Daniele Silvestri, “A bocca chiusa” che narra di un ipotetico sciopero in Via Merulana dove “i lavoratori, armati soltanto di parole e striscioni, difendono i propri diritti e, noncuranti delle critiche e dell’indifferenza, portano in strada la rabbia e l’indignazione di un’intera classe sociale”:

“E senza scudi per proteggermi né armi per difendermi
Né caschi per nascondermi o santi a cui rivolgermi
Con solo questa lingua in bocca
E se mi tagli pure questa
Io non mi fermo, scusa
Canto pure a bocca chiusa”

Non mi esprimo sulla frase del titolo, “C’è ancora domani” perché non vorrei spoilerare la sorpresa finale.

Oggi si piange la morte di Giulia Cecchettin mentre Elly Schlein auspica l’educazione sentimentale come materia nelle scuole. A Cagliari pochi giorni fa, Paola Cortellesi ha dichiarato: “…sui diritti conquistati bisogna sempre vigilare. In alcuni Paesi si sta tornando indietro di cinquant’anni. Io ho goduto dei diritti conquistati anche per me, ma la cronaca ci racconta una non considerazione del femminile molto cruento”. Come si cambia? “Importante la scuola, l’educazione sentimentale deve essere una materia. Ma una materia importante – ha chiarito – di quelle con i voti che fanno media”.

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