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“Se domani non torno, distruggi tutto”: Il manifesto contro il femminicidio nella poesia di Cristina Torres-Cáceres

Giulia Cecchettin

di Cinzia Santoro

“Non fate un minuto di silenzio per Giulia, ma bruciate tutto. Ora seve una rivoluzione culturale”

Queste sono le parole forti di Elena, sorella di Giulia Cecchettin trucidata da Filippo Turetta, parole tratte da una poesia dell’attivista peruviana Cristina Torres-Cáceres.

La sorella di Giulia, Elena Cecchettin col padre

Rabbia, impotenza e frustrazione si respirano tra le donne italiane le madri, le figlie, le sorelle e le amiche.

Continua Elena con il suo grido di dolore:
“Il femminicidio è un omicidio di stato.  Lo stato è complice, non condanna apertamente questi episodi, non aiuta economicamente, non tutela noi donne.
Bisogna prevedere un’ educazione sessuale e affettiva nelle scuole,  bisogna finanziare i Cav, bisogna essere dalla parte delle donne”.

In Italia sono 103 femminicidi dall’inizio dell’anno, 82 perpetrati in ambito familiare e di questi 53 per mano del partner o ex partner. La violenza di genere è trasversale, colpisce da Nord a Sud, indifferentemente alle classi sociali, alla situazione economica, al credo religioso.
Si continua a morire in casa, per la strada, in macchina all’ultimo appuntamento. Cristina Torres-Cáceres.

Giulia Cecchettin

Paolo Crepet, sociologo e psichiatra afferma:
“Bisogna cogliere i segnali non si diventa lupo in una notte. I raptus? Esistono solo nei fumetti. La tragedia non è un evento isolato, ma parte di un contesto socio culturale più ampio.
L’idea che una donna possa essere considerata come proprietà riflette una mentalità arcaica e pericolosa.”
Lo psichiatra evidenzia come sia fondamentale il supporto sociale e la tempestività dell’intervento per cogliere e affrontare i segnali di relazioni tossiche che possono terminare con il femminicidio.
Inoltre consiglia a tutti i genitori di smettere di giustificare sempre e comunque i propri figli, atteggiamento dovuto a sensi di colpa ingiustificati. “L’atteggiamento iperprotettivo dei genitori dovuto a senso di colpa infondato, genera individui incapaci di accettare il rifiuto e la frustrazione”.


La morte violenta della giovanissima Giulia ha smosso le coscienze di tanti, anche politici nazionali ed europei. La Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola è intervenuta dichiarando:
Ci sono abusi e omicidi di donne in tutta Europa, semplicemente per il fatto d’essere donne.
È spaventoso, è terribile ed è del tutto inaccettabile la cecità istituzionale nei confronti del femminicidio.  Dobbiamo fare di più per le donne. Servono più condanne per coloro che predano le donne.
Dal primo ottobre 2023 è entrata nell’ Unione Europea, la Convenzione di Istanbul. La Convenzione è un quadro giuridico completo volto a proteggere le donne da ogni forma di violenza, al fine di prevenire,  proseguire ed eliminare la violenza sulle donne e la violenza domestica, e di attuare politiche globali e coordinate.
Helena Dalli, Commissaria per l’uguaglianza,  ha dichiarato: ” L’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul costituisce un passo importante per l’Unione Europea, con cui si riconosce che la violenza sulle donne costituisce una violazione dei diritti umani.
Solo quando le donne e le ragazze non vivranno più nell’ insicurezza, nella paura e nella violenza quotidiana,  vivremo in un’ Unione veramente equa e paritaria. L’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul è un buon passo nella giusta direzione”.
Intanto si aspetta l’estradizione dell’omicida in custodia nelle carceri tedesche. Mentre anche tra i giovani maschi si insinua il dubbio che la violenza di genere è strisciante nei rapporti di tanti. E qualche ragazzo inizia a pensare che il femminicidio sia un omicidio per mano di un figlio sano del patriarcato.

Giulia Cecchettin

Se domani non torno di Cristina Torres – Caceres 

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.

Se non ti dico che vengo a cena. 

Se domani,  il taxi non appare.

Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.

Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.

Non avere paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata.

Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata.

Mamma non piangere se scopri che mi hanno impalata.

Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcol nel sangue.

Ti diranno che era giusto, ero da sola.

Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele,  che ero una puttana.

Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senz’aria.

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