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Il Patriarca Minassian festeggiato a San Gregorio Armeno a Napoli

Santa messa in rito armeno
Maria Silvia Quaranta

di Maria SIlvia Quaranta

Celebrati a Napoli i 50 anni dell’ordinazione sacerdotale del Patriarca Armeno dei cattolici Raphael Bedros XXI Minassian.

La scelta della chiesa in pieno centro storico non è stata casuale: qui è venerato il cranio di San Gregorio Illuminatore, Santo Confessore e Patrono Armeno, e proprio il 24 giugno unisce il Giubileo del Patriarca  alla festa del rinvenimento delle reliquie di San Gregorio in Armenia.

Patriarca degli Armeni cattolici
Patriarca degli Armeni cattolici

L’intera giornata di sabato è stata dedicata al Primate armeno cattolico, a partire dalla mattina con la sua testimonianza di vita personale, vocazionale e sulle difficili sfide per i cristiani nel Medio Oriente e nel Caucaso dal passato ad oggi, senza dimenticare di lanciare un appello alla fratellanza e alla giustizia tra i popoli. 

Figlio di genitori armeni scampati al genocidio, esuli dalla terra di Noè trovarono asilo in Terra Santa, a Betlemme; nella sua vita sacerdotale egli è sempre stato accompagnato dal ricordo e dalla memoria delle sue origini e della sua famiglia.

Nel ripercorrere le tappe della sua vita, S.B. Minassian ne ha menzionate alcune in particolare, dove la guerra è stata una presenza quasi costante: la prima  quando venne ordinato sacerdote a Beirut e poco dopo scoppiò la guerra civile durata 17 anni, dove chi fuggiva era rifiutato e restava per giorni ai confini europei; il secondo ricordo è legato al periodo più tranquillo negli Stati Uniti, dove si doveva costantemente dare una testimonianza cristiana e di fedeltà alla chiesa; quando poi viene designato a Gerusalemme, dove rimane per sei anni, ancora una volta la sua vita viaggia parallela a quella di tutti coloro che venivano lasciati al proprio destino, come i rifugiati in Giordania dalla guerra dell’Iraq. Successivamente da Arcivescovo per l’Armenia, Georgia e l’Europa Orientale, trova in quei paesi più segni di fede cristiana che in tutte le nazioni precedenti.

chiesa di San Gregorio armeno a Napoli
Chiesa di San Gregorio armeno a Napoli

Da Patriarca degli armeni cattolici non ha dimenticato di parlare sia della prima guerra tra Azerbaigian e Nagorno Karabakh del 2020, quando in 44 giorni morirono più di 5000 giovani con 18000 rifugiati in Armenia, sia di quella attuale, quando in 190 giorni di combattimenti il Karabakh è abbandonato a sé stesso e passato sotto silenzio dal mondo e dagli stessi media. “ Si tratta sempre di vittime cristiane” – ha ribadito – “Il destino voluto da Dio per il popolo ebreo fu di preparare la venuta di Gesù, e un altro popolo venne da Lui scelto  a testimoniare quella venuta, il popolo armeno; dal giorno in cui si è convertito al cristianesimo, per mezzo di San Gregorio nel 301, è perseguitato, con la prima guerra per difendere la fede già nel 451, poi nel 1895 fino al genocidio del 1915”.

Nel pomeriggio, dopo l’ospitale accoglienza nel chiostro della chiesa delle Suore Crocifisse Ausiliatrici dell’Eucarestia anche per il ricevimento serale, alle 16,30 prima della Solenne Messa in rito armeno c’è stato l’abbraccio fraterno tra la chiesa armena e quella partenopea, nelle figure del Primate Minassian, dell’Arcivescovo metropolita di Napoli S.E. Domenico Battaglia e del Vescovo ausiliario di Napoli S.E. Gaetano Castello, con uno scambio di doni nel nome dell’amicizia che lega da sempre Italia e Armenia.

Santa messa in rito armeno
Santa messa in rito armeno

Durante la suggestiva messa, alla presenza dell’Ambasciatore della Repubblica Armena presso la Santa Sede S.E. Garen Nazarian con la consorte, del diplomatico della Repubblica d’Armenia Kristina Mehrabekyan  e di una folla di credenti, il Patriarca è stato coadiuvato anche dall’Arcivescovo di Aleppo per gli armeni cattolici S.E. Boutros Marayati, il quale gli ha poi donato un anello come segno di fedeltà e dedizione alla Chiesa di Cristo.

La domenica, a conclusione del pellegrinaggio, il Patriarca ha celebrato la Santa Messa, lasciando poi Napoli con sentimenti di gioia e nostalgia.

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