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Vito Signorile il mestiere di fotoreporter per catturare l’attimo luminoso della realtà

Foto Vito Signorile

di Piero Fabris

Vito Signorile
Vito Signorile

“Avevo otto o nove anni, quando ricevetti in dono una macchina fotografica” afferma Vito Signorile e sembra che quel regalo gli abbia dato la possibilità di guardare il mondo con ottiche diverse. Gli occhi di un bambino sono curiosi e avidi di luce, ma la curiosità non basta per ben esprimere un’emozione e così, crescendo decise di iscriversi alla scuola UMANITARIA di Milano dove insegnava il maestro Antonio Arcari famoso per le sue lezioni di educazione visiva. Vito Signorile è un fotoreporter, utilizza la fotocamera come se fosse parte di sé, con la quale, con immediatezza, registra un fatto.

 Per Vito Signorile Fotografare è soprattutto illustrare, cogliere l’attimo che possa essere complementare a un articolo dedicato a esibizioni teatrali, presentazioni di libri, concerti e non solo. Con la fotocamera obbedisce al bisogno di registrare con immediatezza a quel che accade e merita di essere ricordato.

Foto Vito Signorile

Numerose sono le sue collaborazioni con testate come: NelMese, Epolis Bari, Autoscatto, LSD magazine e La Repubblica. Le sue fotografie hanno offerto immagini a eventi di cronaca dove la prontezza di spirito. L’educazione all’inquadratura sono state fondamentali per cogliere l’attimo.  Ricordiamo per esempio i suoi scatti durante i festeggiamenti per il santo patrono di Bari dell’otto maggio 2003 dove i fuochi d’artificio finirono contro le barche e ci furono molti feriti. Nell’archivio di Vito Signorile vi sono i ricordi di tantissimi scrittori passati per la libreria Palomar di via Nicolai, la libreria Laterza di via Sparano, La Feltrinelli di via Melo di Bari, La libreria Monbook di via Crisanzio, oppure gli scatti fatti al ‘Collegium Musicum’ dove ha immortalato Rino Marrone e tanti maestri dei quali si sarebbe persa memoria. Il suo motto potrebbe essere: Esserci per Documentare. Per il Signorile realizzare servizi fotografici è occasione d’incontro, dialogo con gli altri, confrontarsi, crescere. Ha partecipato a molte collettive; è stato presente a moltissimi incontri con maestri della fotografia come Franco Zecchin o Franco Fontana che passavano per la Puglia grazie all’intraprendenza di molti circoli di fotografi e fotoamatori che, specie negli anni sessanta, settanta, ottanta e novanta nascevano con lo scopo di allargare le ottiche visionarie di quanti della fotocamera volevano farne un mezzo per raccontare con consapevolezza e tecnica.

Foto Vito Signorile

E il nostro fotoreporter, come se fosse ieri, racconta di una Bari dove la passione per la fotografia era palpabile, e si sentiva la fragranza di una primavera culturale, motivo di crescita, amicizie; club della fotografia dei quali è stato socio e di molti fondatore, con tantissimi iscritti: Gli amici della fotografia dell’ARCI del 1970; IMAGE- Bari- Spazio VELLOTTO; La CARAVELLA, tanto per citarne alcuni! Racconta di SPAZIO-IMMAGINE, dove rimase affascinato dall’eloquenza di Carlo Garzia e Gianni Leone. Ricorda come fosse ieri l’esposizione curata da Nicola Amato dal titolo SANTE VISIONI con il testo di Nino Lavermicocca, alla ‘Galleria SPAZIOGIOVANI‘ in via Venezia, oppure la mostra VERSOXVERSO ‘capovolgere, sconvolgere, travolgere’ con opere e video di Francesco Schiavulli, un’esperienza che divenne fotolibro e, dello stesso autore conserva ancora l’atmosfera e l’ironia di un’esposizione di foto dal titolo: LA CARNE, poi raccolte in un libro. Quanti accenni alle esplorazioni nella regione e le coordinazioni di Cosmo Larea, l’ideatore e organizzatore delle edizioni di Alberobello fotografia, il quale con l’associazione Nicéphore Niépce si proponeva di promuovere e diffondere la Cultura fotografica con kermesse  di alto livello, dove si  partecipava alle tavole rotonde con interesse e un numero di appassionati che di anno in anno diveniva sempre più numeroso. Atmosfere felici! Tutti contenti di poter incontrare critici, curatori di musei, operatori culturali del pianeta fotografia. In quelle occasioni in tanti presentavano i propri progetti fotografici partecipando alla sezione PORFOGLIO.  Vito Signorile ha con sé una cartolina di una mostra dal titolo: SAINT NON, percorsi fotografici dalle tavole dell’abate di Saint Non, una collettiva di fotografi pugliesi del 1998 presso la sala dei templari a Molfetta sotto l’emblema di SPAZIO IMMAGINE e poi tira fuori dal suo cappello di ricordi un pieghevole targato FOTOGRAFIA IN PUGLIA datato 1987 con un fitto programma tra mostre, incontri e stage che sembra una festa, frutto della collaborazione di tante associazioni culturali del settore e non come: Alliance francaise, Valdrada, Spazio immagine Alberobello fotografia, un vero percorso visivo/ meraviglia che offriva sguardi su territori inediti dallo sperone al tacco della regione pugliese. Nei suoi occhi si scorge la Nostalgia per un tempo dove sperimentazione e ricerca, fare STAGE era un modo di stare insieme costruttivamente. Un sorriso malinconico gli riporta alla mente le opere di Letizia Battaglia esposte nello spazio Culturale VALDRADA, in via Ravanas a Bari, una mostra fotografica dal titolo Femmes Cachées del 1997 dove la fotografa palermitana non solo aveva esposto le sue ‘donne nascoste’, ma aveva tenuto delle conversazioni importanti e spiegato cosa intendeva per fotografia sociale e impegno civile. Un attimo dopo cita Gianfranco Diogardi che presso L’Artoteca Alliance presentava la mostra ‘Corpo A Corpo’ con opere del nostro, di Nicoletta Marolla e Francesco Pepe. E poi gli torna alla mente il BluOrg, come spazio culturale in via Marcello Celentano dove poté ammirare le foto dei paesaggi di Vittore Fossati. Esclama: “Quanto è importante saper creare ponti con fotografi con vissuti diversi, dialogare dei modi diversi di guardare lo stesso punto!”. Immagino per un attimo Vito Signorile, silenzioso, con la propria macchina fotografica. Sembra prendere nota con l’animo dell’eterno fanciullo, facendo incursioni in ogni luogo, in ogni evento. Saluta, fa una giravolta.  Si rammenta della mostra di Uliano Lucas dal titolo: “La città dell’Ovest” in un locale nel quartiere Libertà del capoluogo pugliese. Dice “Per il fotoreporter la fotografia è immagine di un’idea, anzi pensiero che lo aiuta a mettersi in gioco, confrontandosi con il mondo che cambia continuamente. Scattare significa mostrare il volto adombrato dei quartieri per denunciare, per migliorare”. La fotografia, afferma Vito, può cogliere la realtà che ci gira attorno con immediatezza e ispirare soluzioni.

Foto Vito Signorile

Ha cominciato a scattare con l’analogico, con le pellicole in un rullino e prima di scattare rifletteva, con l’esperienza ha imparato a saper cogliere l’attimo. Esclama: “In un clic vi è messa a fuoco, la luce giusta, l’inquadratura desiderata. Oggi col digitale prima scatti e poi verifichi. Col digitale tutto è veloce, si fanno molte foto, la maggior parte da gettare! Il Fotogiornalista è un testimone del quotidiano. E’ importante essere educati all’osservazione del mondo reale che ci gira intorno”. Concludo chiedendogli: “Cosa pensa dell’intelligenza artificiale?”. “Trasfigurare la gente crea problemi. Sicuramente con l’intelligenza artificiale si potranno fare cose magnifiche, ma tutto ciò non ha, non avrà nulla a che fare con la realtà. Per me fare fotografia è fermare il presente, modificarlo intervenendo artificialmente, può essere esteticamente perfetta, ma il vero? La storia?

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