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Il sottomarino Titan e il mito di Jules Verne

Mauro Chirizzi

di Mauro Chirizzi

La curiosità dell’uomo verso lo sconosciuto ha sempre avuto un grande fascino ed attrazione.

L’uomo da sempre ha cercato di conoscere luoghi e spazi lontani; ciò a prescindere se inospitali o pericolosissimi. Tale prurigine intellettuale è stata sempre anticipata dalla cosiddetta “fantascienza”, padre della quale ritengo sia stato Jules Verne che nel 1866 ambientò il suo romanzo fantastico “Ventimila leghe sotto i mari”.


Va spiegato che che la distanza rappresentata dall’unità di misura francese “lieue” che è pari a 3,898 metri che moltiplicato per ventimila ci porta ad una distanza “abissale ” di 80.000 km ! Nell’ambito di questa distanza si svolge il romanzo dello scrittore francese la cui ispirazione fu la visita alla mostra campionaria di Parigi entro cui vi era l’esposizione di un prototipo di sommergibile; tale vicenda svilupperà poi tutte le dinamiche di un viaggio avventuroso quanto periglioso tanto da divenire l’opera PRIMA dei romanzi di avventura. Pensiamo alle saghe televisive come “spazio 1999” a quelle cinematografiche di Indiana Jons .
Ma veniamo ad oggi ed alla tragedia del “Titan” , tragedia questa frutto della stessa curiosità talvolta chiamata “incoscienza”.

Una copertina di un’edizione deli anni ’60

Viaggi nello spazio o negli abissi sono ormai una realtà realizzata da milionari come Elon Musk, paladino dell’ambiente salvo poi bucare l’atmosfera lanciando pericolosi missili da crociera extraterrestre, ad altissimo impatto ambientale per i consumi oltremodo pericoloso per l’ambiente che ci circonda. Ma torniamo alla tragedia del Titan sul quale vige un vero mistero sulle cause e dinamiche. La prima domanda che mi pongo è su come si può , in questo mondo di autorizzazioni ed omologazioni, autorizzare un mezzo sperimentale, realizzato da uno strato di alcune decine di centimetri di carbonio, ad affrontare la straordinaria pressione sottomarina che a quelle profondità sviluppa un peso di migliaia di tonnellate? Che tipo di responsabilità vi sono sottese alla tragedia: colpose o dolose? Nel frattempo, le autorità stanno lavorando per determinarle. Sono a ricordare che il “sommergibile” Titan di Ocean Gate Expeditions trasportava cinque passeggeri all’inizio del 18 giugno quando è sceso nell’Oceano Atlantico diretto al relitto del Titanic 12.500 piedi più in basso. Quelli a bordo avevano un’età compresa tra i 19 ei 77 anni e sono stati descritti come due miliardari, un pioniere, l’amministratore delegato e fondatore dell’azienda e uno studente universitario in erba.

 i cinque passeggeri morti a bordo del Titan: in alto Hamisc Harding (s), Suleman Dawood e Shahzada Dawood (d); in basso Stockton Rush (s), Paul-Henry Nargeolet.
i cinque passeggeri morti a bordo del Titan: in alto Hamisc Harding (s), Suleman Dawood e Shahzada Dawood (d); in basso Stockton Rush (s), Paul-Henry Nargeolet.


Uomini diversi accomunati dal comune desiderio della curiosità del conoscere l’imprimatur che hanno trovato una morte orrenda cagionata dall’implosione del sottomarino . Anche oggi l’eternità del mito si è incarnata nella lotta tra vita e morte, nel perenne quanto talvolta incosciente di svelare l’arcano .

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