Sei qui
Home > Cultura > La travagliata vita di Alda Merini e i luoghi dove ella visse

La travagliata vita di Alda Merini e i luoghi dove ella visse

di Cinzia Santoro

Mi rimproverano gli orpelli
le camicie smisurate, i costi
le troppe fatiche angeliche.
Ho duemila amanti mai visti
gente che mi farebbe il bucato 
ma nessuno pensa
che il miglior vestito
per i trofei
è la camicia di forza bianca
con fiori sulla schiena
per tutta la gloria
che ci sorpassa.
( Alda Merini)

Alda Merini eclettica poetessa del novecento nasce a Milano il 21 marzo 1931. Il primo commento alla sua nascita è della nonna: “la tuseta l’è mata”. Il suo destino già segnato.

Cresce nel mito del padre di cui scriverà: “Padre senza macchia… padre della mia disperazione… se tu fossi libero…da quella morte da fumo… se ora potessi vedermi chiusa nel lenzuolo ibrido del manicomio, tu padre moriresti.”
Alda e la guerra, i bombardamenti a Milano, sfollata, affamata e enfant prodige. “Le mie prime cose le ho scritte sulle pietre di casa, c’erano le case disastrate, così mi sedevo su una pietra e sull’altra scrivevo.” Abitudine che continuerà fino alla sua morte, Alda scrive sui muri, sulla porta d’ingresso della casa con il suo rossetto rosso.
L’uscio di casa Merini è custodito presso il museo dedidicato alla donna, l’ex tabaccheria di via Magolfa a Milano.  Raggiungo facilmente Spazio Merini dopo una rilassante passeggiata lungo i navigli e un buon caffè al Sofa, luogo intimo e molto piacevole. I murales dedicati alla poetessa e a un’altra grande donna italiana, Franca Rame, insieme a una panchina rossa su cui campeggia la frase “non sono una donna addomesticabile” “sono un biglietto da visita stimolante”.
E proprio qui che ho incontrato Donatella Massimilla, coordinatrice dell’associazione Piccola Ape Furibonda e del CETEC (centro europeo teatro e carcere) e responsabile dello Spazio Merini. Donatella ci accoglie con grande piacere nelle stanze del ricordo e ci accompagna durante la visita narrando aneddoti e curiosità sulla vita travagliata ma intensa della poetessa.


“Alla morte della Merini la sindaca Letizia Moratti riuscì ad acquistare un pezzo di muro della casa di Alda prima della demolizione. Le sue cose oggi sono custodite qui nella tabaccheria di via Magolfa dove la Merini era solita comprare le inseparabili sigarette. Ancora oggi i più anziani del quartiere vengono  trovarci per consegnarci racconti, aneddoti e frammenti di memoria che arricchiscono il diario di bordo di Spazio Merini. Questo luogo vuole essere uno spazio aperto, che accoglie. Abbiamo ospitito a gennaio la mostra gratuita, “Il Maestro dei Pennelli”, una raccolta di alcuni dipinti e disegni di Dario Fo, che il Premio Nobel realizzò a Casa Grassi a Cesenatico. Un evento molto importante anche alla luce del fatto che lo stesso Dario Fo avrebbe voluto venisse assegnato il Nobel per la Letteratura ad Alda Merini, segnalandola all’Accademia di Svezia.”
Donatella è regista e attrice di teatro, da anni è impegnata nel sociale, lavora con le donne, in particolare con le più bisognose di attenzione, le donne immigrate, quelle reclusa a San Vittore. Un lavoro difficile, irto di difficoltà ma che ripaga con grandi soddisfazioni quando una di quelle donne trova la sua strada nel mondo. Di grande carisma la Massimilla è il fil rouge tra i visitatori e l’essenza di Alda Merini. Nella casa numerose foto della poetessa su specchi dove è possibile lasciare un proprio pensiero. Le immagini sono tutte firmate dal fotografo e amico di Alda, Giuliano Grittini.
Sulla poetessa si è tanto scritto e tanto parlato, anche la figlia maggiore Emanuela Carniti ha ricostruito la storia della mamma nel libro “Alda Merini mia madre” edito da Manni nel 2019, un ritratto franco e intenso della donna che mai si arrese alle difficoltà della vita. E a ottobre del 2022 sempre edito Manni esce “Ogni volta che ti vedo fiorire” raccolta di poesie indedite curata dall’amico di sempre Alberto Casiraghy.


Lo spazio Merini è uno spazio che accoglie l’arte in ogni sua forma, è uno spazio autogestito che in questo momento ha bisogno di risorse e sponsor. Donatella Massimilla spiega: “Abbiamo fatto restaurare il pianoforte della poetessa che sin da piccola suonava. Abbiamo scoperto il tasto mi bemolle rotto che comunemente si chiama nodo d’amore e ogni anno il primo novembre, giorno della scomparsa di Alda, le dedichiamo un concerto.” E ancora racconta, gli amori, le poesie, i ricoveri fino all’ elettroshock.  L’ironia della poetessa, la passione per la letteratura, le crisi psicotiche, il tradimento del marito che firmò per il primo ricovero e molto altro è sapientemente raccontato da Donatella. Il tempo a Casa Merini sembra fermarsi e lo spirito di questa donna riesce ad arrivare ai nostri cuori. Pensando a lei che non toglieva la polvere nemmeno dalle ali delle farfalle e che in un’ intervista disse: “In fondo cos’è l’elettroshock? Una messa in piega per i capelli”. Consiglio a tutti appena siete a Milano, di passeggiare lungo i luoghi dove visse Alda e sentirne la sua essenza a Casa Merini.

Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

Lascia un commento

Top