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Intervista a Giorgio Mannucci cantautore toscano

di Francesco Guida

In occasione dell’uscita del singolo “Nelle tue scarpe”, brano scritto a quattro mani con Ale Bavo, produttore artistico torinese, abbiamo intervistato il cantautore livornese Giorgio Mannucci.

Raccontaci il tuo percorso musicale.

Ciao ragazzi.

Il mio bisogno di scrivere musica nasce circa all’età di 16 anni quando con i miei compagni di scuola (tra cui il Maestro Pellegrini degli Zen Cirucs) formiamo gli Walrus. Con loro pubblico due dischi e inizio a calcare i palchi di mezza Italia fino ai 24/25 quando ci sciogliamo ed io do vita ai Mandrake, una creatura che sta in piedi grazie all’incontro tra musica pop e musica classica. Con loro, oltre a girare l’Italia vado pure in Francia, Germania e Svizzera. Il mio percorso musicale prosegue con i Sinfonico Honolulu, un’orchestra strampalata di 10 ukulele che fa impazzire le piazze italiane. Questa è l’occasione per conoscere la persona che considero una svolta importante per me: Ale Bavo. Produttore torinese con il quale inizio il mio percorso solista. Pubblico “Acquario” nel 2017 e scrivo alcuni singoli con lui, come “Nelle Tue Scarpe”.

Giorgio Mannucci

Chi è e cosa ama fare Giorgio Mannucci al di fuori della musica?

Mi piace il vino. Mi piacciono le scampagnate e scoprire nuovi posti. Camminare e correre quando posso. Mi piace il cinema, tanto.

Parliamo del tuo nuovo singolo. Cosa vuoi comunicare con il brano “Nelle tue scarpe”?

È un brano molto particolare. Scritto circa 5 anni fa, dopo che la mia città Livorno, viene assalita da una tremenda alluvione che fa danni incalcolabili alle abitazioni e morti. Insomma, un film che si è ripetuto recentemente purtroppo nelle Marche.

LA canzone nasce qualche giorno dopo il tragico evento. Vengo rapito dalla potente istintiva azione di una comunità, che decide in massa, di scendere dalle proprie case, per andare a dare una mano a chi è stato più sfortunato. Io come molti altri, sono tra quelli. Mi trovo in garage, cortili, abitazioni di sconosciuti con altrettanti altri sconosciuti che si fanno il mazzo come me a togliere via il fango o a spostare brandelli di marciapiedi arrivati chissà da dove.

Questa spinta collettiva mi ha portato a scrivere il pezzo.

Giorgio Mannucci

Quali sensazioni vuoi regalare con questa canzone a chi ascolta?

È un ritratto più o meno preciso di un periodo storico particolare. Quindi ci tengo che vada a fermare il tempo e a descrivere un po’ questo triste evento. Allo stesso tempo voglio sottolineare che l’alluvione diventa un pretesto per parlare di comunità, e sperare, che certi movimenti di massa così potenti, possano ripetersi anche aldilà di tragedie come queste.

Sappiamo che hai aperto live di artisti del calibro di Diodato e Gazzelle. Ci racconti questa esperienza?

Quando ho aperto a Gazzelle, ero nella mia città, Livorno, in un Cage completamente soldout. Quando abbiamo iniziato a suonare qualcuno si è pure permesso di fischiare. Molto probabilmente non vedeva l’ora che arrivasse il suo beniamino. è stato un inizio difficile. Finita la prima canzone però tutti hanno applaudito alla grande. Dopo di ciò è stata una passeggiata.

Con Diodato – persona stupenda – eravamo a Firenze, al Tender (un locale che purtroppo adesso non c’è neanche più). Antonio non aveva ancora fatto il successo di “Fai rumore”, quindi la sala non era gremita ma il pubblico era comunque fantastico.

In entrambi i casi presentavo “Acquario”, il mio primo disco solista.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?

A Novembre uscirà il mio secondo disco solista “Scoprire” ed io non vedo l’ora di farvelo sentire.

6 ottobre 2022

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