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Da Parigi a Roma in sostegno del popolo iraniano delle donne uccise in nome di dio

di Cinzia Santoro

Da Parigi a Roma in sostegno del popolo iraniano, delle donne uccise in nome di dio.
“Donna, Vita, Libertà”urlano i manifestanti nelle piazze.
“Libertà libertà libertà”, chiedono le donne di Teheran. In tutto il mondo ci sono manifestazioni di solidarietà a favore delle donne iraniane. Ancora oggi ci sono state tantissime manifestazioni in Iran e in particolare, dinnanzi alle università che pullulano di giovani. Chiedono maggiore libertà dal regime degli ayatollah.  Purtroppo numerosi sono stati gli arresti e l’uso dei proiettili di gomma ha portato al ferimento di centinaia di persone e alla morte di molte giovani donne. Tra le tante vittime, una giovanissima scomparsa I giorni scorsi, dopo essere stata fotografata in un bar senza velo, ritrovata senza vita in un obitorio della città. 

Alessia Piperino


“Agenti dei servizi segreti stranieri che fomentano la rivolta alfine di destabilizzare il paese” È questa l’accusa rivolta a nove cittadini stranieri tra cui un’ italiana, Alessia Piperno, blogger  di viaggio che si trovava in Iran durante le manifestazioni.  La Farnesina si è attivata pur non avendo notizie certe. La donna si troverebbe nel carcere di Evin, a Teheran  fin dal 28 settembre, dopo aver postato sui social diverse notizie sugli scontri che stanno bruciando l’Iran in questi giorni. La gente protesta dal giorno della morte di Mahsa Amini,  curda di ventidue anni, uccisa a bastonate dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo.

 
Intanto i ragazzi e le ragazze iraniane urlano la loro sete di libertà e continuano con gli scioperi e i sit in nelle strade e nelle piazze,  vincendo la paura che incute chi vuole ridurli al silenzio.  La caccia alle streghe capeggiata dal governo iraniano non riesce a mettere a tacere la voce di queste donne sempre più numerose che con fierezza mostrano in capo scoperto. 

Focus on Iran on the Map


Scriveva Alessia Piperno qualche giorno fa:
“In tanti hanno già perso la vita, in tanti non vedranno mai quella libertà per cui hanno rischiato e lottato, ma se un giorno questo sarà un paese libero, è merito di queste persone, di queste ragazze che scendono in piazza e danno fuoco ai loro hijab, e a quei uomini che stanno combattendo per le loro donne. Ed è per questo che quando scende la notte e l’eco degli spari si emana nella città, Mesan accende la musica ad alto volume, e fa partire quella canzone. “Questo è il fiore, del partigiano, morto per la libertà”. 

5 ottobre 2022

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