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Intervista a Marco Gottardi autore de “Le Negazioni”

di Francesco Guida

Marco Gottardi è l’autore de “Le Negazioni” romanzo uscito per Emersioni, disponibile in libreria e negli store digitali. Abbiamo deciso di fare una chiacchierata con lui per saperne di più sul nuovo libro e prossimi progetti.

Vuoi descriverci Marco Gottardi come uomo e come scrittore?

Credo di essere uno dei rari casi in cui le due figure coincidono: io non faccio lo scrittore, io sono uno scrittore. Il che vuole dire essere folli quanto basta per vedere ciò che gli altri non vedono, abbastanza disperati per soffrire e trarre dal dolore linfa vitale per l’arte, liberi mentalmente, amanti del vino e delle belle donne, estroversi, curiosi, indomiti, affamati di vita. E di libri naturalmente!

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Marco Gottardi

“Le negazioni” è il tuo terzo romanzo. Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

La genesi di questo lavoro è molto diversa rispetto ai due romanzi precedenti. Qui, prima della storia, prima di tutto, c’è un’idea di teoria letteraria nuova, basata sul concetto di negazione, che mi sono convinto di mettere alla prova nella forma di un romanzo. Si trattava di raccontare i fatti non come accadevano ma come non accadevano, di descrivere i personaggi non per le caratteristiche che avevano ma per le qualità che non possedevano, ovvero di fare un’operazione simile a quella dello scultore, che toglie per far sì che resti l’opera. Questo mi ha permesso di raccontare le cose in modo nuovo, da una prospettiva diversa. E anche di divertirmi. Questo è fondamentale per uno scrittore…

Ci racconti il percorso emotivo e di ricerca che ti ha portato alla stesura del romanzo?

Quando finisco di scrivere un romanzo e devo iniziarne un altro (perché devo), è sempre una tragedia. È il dramma dell’aver fatto e adesso cosa fare, come diceva Pavese. Poi arriva qualche idea, ma all’inizio sono sempre sbagliate, sbaglio sempre uno o due inizi quando comincio un nuovo lavoro. Poi accade il miracolo, qualcosa arriva dall’altro, da chissà dove, entra in testa e quel seme comincia a germogliare, a dare buoni frutti. Non so come accada o perché, ma fortunatamente, per ora, continua ad accadere. Nel caso specifico de “Le negazioni”, poi, all’origine di tutto, prima ancora della storia o di un personaggio, c’è una teoria letteraria che ho inventato una domenica d’agosto (forse un colpo di caldo!), consistente nell’elaborare una vicenda che fosse raccontabile attraverso la negazione. È questa la grande innovazione e l’originalità di questo mio terzo romanzo, è un tipo di narrazione che non credo sia mai stata concepita né realizzata prima, almeno non con la profondità à e la coerenza che ho mantenuto io in tutto il dipanarsi della storia.

Quale è stato il momento più complesso durante la fase di scrittura del libro?

Ce ne sono sempre diversi, scrivere è gioia ma è anche fatica, se vuoi fare le cose per bene. Ci sono, per esempio, quelli che io chiamo “gli snodi”: lì ci vogliono i muscoli, ci vuole pazienza, resistenza. Mi ricordo che a metà mi ero fermato, completamente bloccato, e per qualche mese: è stato un periodo di sofferenza e di preoccupazione, avevo cominciato a dubitare di me, a pensare che non l’avrei più portata a termine, quella maledetta storia. Poi qualcosa si è sbloccato, non so come sia accaduto, l’ispirazione ha qualcosa di divino e misterioso, di inspiegabile. Ho ripreso a scrivere e ho concluso il libro in breve tempo.

Marco Gottardi

Concludendo, quale messaggio vuoi trasmettere a coloro che leggeranno “Le negazioni”.

Prima di tutto vorrei che il lettore provasse piacere per lo stile con cui è scritto il romanzo, per me la seduzione del lettore tramite la sensualità e la profondità delle parole è la cosa più importante, più ancora della storia. La storia è un pretesto per fare l’amore con il lettore. Non voglio insegnare nulla, sono un parnassiano e credo nel concetto dell’art pour l’art, nell’assoluta inutilità dell’arte (e la scrittura è l’arte più difficile di tutte) che ne decreta la necessità, credo in una narrativa svincolata da ogni istanza etica, educativa, credo nel piacere della letteratura intesa come sublimazione della parola, come ricerca di un’estetica libera e appagante. Certo, poi, a differenza dei due romanzi precedenti, questo è anche una bellissima storia con un bel finale a sorpresa che risolve un piccolo mistero…

Quali saranno i tuoi progetti per questo 2022? Sono in giro a promuovere “Le negazioni”, nelle librerie, nelle piazze, nei locali, nelle osterie, ovunque ci sia qualcuno che ama le storie e la letteratura. Ma sto anche scrivendo un nuovo romanzo, e conto di concluderlo proprio entro il 2022. Snodi e crisi permettendo…

10 luglio 2022

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