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UGO TOGNAZZI – Ridere è una cosa seria il libro di Chiara Ricci

di Piero Fabris

Una scrittura scorrevole e ammaliante è quella di Chiara Ricci; il lettore viene subito catturato dalle atmosfere che evoca e dalla passione dell’attenta ricercatrice. Le pagine dedicate all’arte e alla vita di Ugo Tognazzi ci permettono di riappropriarci dell’uomo, dell’attore e del regista, ma soprattutto del contesto in cui ha operato. Il lavoro della Ricci: “Ugo Tognazzi, ridere è una cosa seria” (Edizioni Sabinae. Pagg. 195. € 18,00) ci aiuta a comprendere, non solo il lungo viaggio dell’artista cremonese per divenire attore completo, quanto il suo bisogno di superarsi, di sperimentarsi continuamente in una sorta di sfida con se stesso alla ricerca della propria identità. Chiara Ricci ben evidenzia la forza immaginativa di Ugo Tognazzi che da giovanissimo impiegato nel celebre salumificio Negroni, nel quale si sente schiacciato, riesce a superare realtà stagnanti scovando nella propria creatività materia per realizzare un laboratorio del fantastico, dimostrando d’essere lo straordinario professionista, il serio uomo di spettacolo, il rigoroso interprete di “Sciocchezze”. Un testo, quello della studiosa, che ripercorre quaranta anni di carriera teatrale, televisiva e cinematografica con precisione e ricchezza di particolari curiosi. E così sui binari d’inchiostro scorrono trame della storia del nostro paese, del nostro cinema reso indimenticabile agli occhi del mondo intero. L’istinto camaleontico e la capacità di dare ascolto al suo sentire lo hanno sempre spinto a essere in sintonia con il suo naturale anticonformismo.  Ugo Tognazzi riesce a portare sullo schermo l’ipocrisia dell’italiano medio con le sue convenzioni messe crudelmente alla berlina. Egli ha saputo rappresentare con “serietà” l’assurdo: istinto dissacrante dei clichés. Dalla satira amara, dalla feroce comicità emerge un grande talento mai banale! Chiara Ricci non dimentica di delineare aspetti umani dell’attore: l’umiltà, il non sentirsi un intellettuale del calibro di Pier Paolo Pasolini, ne traccia il suo Umorismo scuro, inquadra le sue immedesimazioni in personaggi “antipatici” con i quali ha saputo essere lo specchio di una società miope e avida, proiettata in un futuro mostruoso difronte al quale è più facile rimuovere o ridurre la fatica, l’impegno interpretativo per raggiungere l’eccellenza, in maschera e sketch di prevedibile comicità. L’ascolto, l’autocritica sono segno di onestà e intelligenza.

Chiara Ricci

CHIARA RICCI è nata a Roma nel 1984. Nel 2008 si laurea in Dams (discipline delle Arti Musica e Spettacolo) con una tesi dal titolo: il teatro davanti alla macchina da presa – elementi di teatro nel cinema di Anna Magnani. Nel 2010 consegue la laurea magistrale con lode in “Cinema, televisione and produzione Multimediale” con una tesi dedicata alla prima regista donna del cinema italiano E. Notari la cui riduzione è stata pubblicata negli USA. Ha curato e scritto saggi monografici: Anna Magnani, vissi d’Arte, vissi d’Amore (vincitore del premio internazionale G. Sciacca per la sezione saggistica); Signore & Signori… Alberto Lionello; Valeria Moriconi, femmina e donna del teatro italiano; Il cinema in penombra di Elvira Notari; Lilla Brignone, una vita a teatro; Ugo Tognazzi, ridere è una cosa seria; Monica Vitti. Nel 2017 l’università degli studi Roma TRE le conferisce la nomina di cultore della materia di storia del cinema e di filmologia. È presidente dell’associazione culturale Piazza Navona, creatrice e ideatrice della rubrica online “piazza Navona” e del premio letterario nazionale “EquiLibri”. È curatrice di mostre dedicate al cinema. Nota per le sue conferenze in Italia e all’estero sul cinema e teatro.  

10 luglio 2022

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