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Gigi Proietti ha citato l’attualità di Trilussa.

di Clelia Conte

Quanta passione dimostrava Gigi Proietti nell’interpretare Trilussa!

Non si deve mai dimenticare,  questo grande artista che ci ha lasciato un patrimonio e che grazie alla sua accademia molti suoi allievi hanno potuto apprendere la bellezza del saper recitare. Loro hanno avuto un maestro che è stato  uno dei massimi esponenti della storia teatrale italiana.

Dal 1976 mise in scena “A me gli occhi please” che replicò fino al 2000. Uno spettacolo da solista che ho visto ed apprezzato per avermi infuso buon umore per lungo tempo.

Amava da buon romano il  poeta e scrittore Trilussa che visse a cavallo tra l’800 e il 900 e diventò famosissimo per le sue opere irriverenti e argute in dialetto romano a sfondo politico. A tal proposito mi è capitato di guardare un video di Gigi Proietti che recita una famosa ninna nanna di un’attualità incredibile, direi che fosse scritta nei tempi d’oggi ed è perfetta perché evidenzia l’inutilità della guerra e la stupidità del despota che il poeta chiama “matto  che comanda”. Chi è al comando si nasconde dietro i conflitti religiosi o se anche per altri motivi ha sempre l’obiettivo di arricchirsi e diventare sempre più potente. Un neonato è troppo piccolo per accorgersi delle brutture che accadono nel mondo. La poesia è proprio giusta in questo clima burrascoso tenendo conto di ciò che sta accadendo in Ucraina, questa guerra che sta coinvolgendo tutto il mondo. Un giorno tornerà tutto apposto e chi governa parlerà come se nulla fosse di pace e lavoro al popolo rimasto (“risparmiato dai cannoni”) che ascolta passivamente ciò che gli si dice.

Ho voluto condividere questa poesia di Trilussa con voi lettori ed ho anche voluto ricordare la grandezza interpretativa di Gigi Proietti.

Poesia “La ninna nanna della guerra” di Trilussa

Trilussa

Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe d’un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d’una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

Chè quer covo d’assassini

che c’insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,

finchè dura sto macello:

fa la ninna, chè domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

E riuniti fra de loro

senza l’ombra d’un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

5 maggio 2022

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