La pulizia etnica a Gerusalemme Est e la politica sionista Cronaca 15 Maggio 2021 di Cinzia Santoro A Beit Lahyia a Nord della Striscia di Gaza gli aerei israeliani hanno bombardato, seminando terrore e morte. Abitazioni civili prese di mira, famiglie sepolte sotto cumuli di macerie, distruzione e fuoco nemico. Nel porto di Gaza gli attacchi israeliani non si sono fatti attendere. Hassan Altar un vigile del fuoco palestinese ha perso la sua famiglia all’alba di questa mattina. E il dolore e lo sgomento sono racchiusi in queste foto giunte dopo mezzogiorno in redazione. È in corso il genocidio dei palestinesi, il disegno d’odio dei sionisti della destra ultrazionale sta prendendo forma in queste ore. Tutto ha origine dalla questione di Gerusalemme Est e dallo sfratto illegale di alcune di alcune famiglie arabe residenti nel quartiere di Sheikh Jarrah e dall’attacco alla moschea Al Acqsa. Per la legislazione internazionale Israele non ha diritto sulla parte est di Gerusalemme, né sulla Striscia di Gaza e Cisgiordania, ma solo su Gerusalemme ovest. Pertanto la Spianata delle Moschee è rimasta sotto il controllo palestinese cone da accordi precedenti al 1967. Con la guerra dei sei giorni Israele ha contravvenuto a questa disposizione annettendo Gerusalemme Est ai suoi territori. Ancora oggi occupa questi quartieri nonostante l’ Onu si sia espresso condannando lo Stato di Israele. Le angherie quotidiane dei coloni sono rivolte ai cittadini palestinesi residenti in quella zona della città, i quali attraverso azioni di pulizia etnica cacciano gli arabi dalle loro case. Ricordiamo che una volta fuori di casa i palestinesi non possono andare altrove e restano per la strada. Pet tutto il Ramadan si sono succedute manifestazioni contro le azioni dei coloni a cui gli israeliani hanno risposto occupando la moschea di Al Acqsa. La reazione sionista si spiega come atto di forza in quanto è un segnale attraverso cui ricordare ai palestinesi che in ogni momento possono perdere i loro luoghi di culto. Cosa hanno fatto nella moschea? I soldati israeliani sono entrati all’interno del luogo di preghiera con le scarpe sudicie, hanno sparato sui fedeli raccolti in preghiera con proiettili di gomma, lacrimogeni e bombe sonore, tutto sempre in barba alle disposizioni internazionali che vietano l’attacco ai luoghi sacri. Ma l’esercito sionista, non solo ha attaccato ma ha anche proibito l’arrivo dei soccorsi. Dunque in questi giorni assistiamo inermi a un genocidio. Non possiamo parlare di conflitto perché lo stesso prevede lo scontro di due potenze alla pari, ma si sta perpretando un massacro si gente che manifestava contro le gravi violazioni dei diritti umani. 15 maggio 2021