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La bella stagione di Riace. Intervista al giornalista Francesco Cirillo.

di Cinzia Santoro

 

Cambia il vento su Riace! Tornano gli artisti dei murales.
Il vento estivo soffia caldo sull’Italia che si divide tra voglia di mare e la paura della seconda ondata del Co.vid 19. L’anno scorso gli italiani erano impegnati sotto l’ombrellone con le disgraziate vicissitudini del leghista lombardo che rigurgitava odio razzista sui social e sui media. Ma il vento è cambiato e soffia dolce su Riace e Mimmo Lucano, il suo cittadino più rappresentativo.  Nel paesino arroccato sulle alture della Locride c’è fermento, volontari e riacesi animano il borgo rinnovati dalla passione di Lucano ormai tornato nella sua casa.  Il vento dissolve le calunnie e l’accanimento politico contro l’ex sindaco di Riace e ci lascia in sospeso la vicenda dell’ineleggibilità del vigile Trifoli. Parliamo della bella stagione estiva riacese con Francesco Cirillo,  giornalista pubblicista e attivista calabrese premiato per i suoi articoli ed inchieste sull’ambiente in Calabria con il Luigiano d’Oro nel 2005. Francesco Cirillo è il direttore artistico dei progetti inerenti ai murales riacesi.

Come nasce il suo impegno politico e sociale per il progetto Riace “accogliente”?

Il mio impegno per Riace nasce dalla fine degli anni 90, quando sulla spiaggia di Badolato sbarcarono un centinaio di profughi kurdi. Con numerosi cittadini calabresi e associazioni prestammo i primi soccorsi, e da quel giorno ritornai sempre in quei luoghi. Conobbi Mimmo Lucano nel 2004 e condivisi immediatamente il suo progetto. Non ho mai più abbandonato Riace e Lucano, restandogli accanto in tutte le sue vicende giudiziarie.

Ha collaborato con Antonio Perrotta e Simona Ponzù Donato per omaggiare questo paese con nuovi murales. Di cosa si tratta?

Nel 2009 con Mario Congiusta lanciammo l’iniziativa i Colori della memoria, per omaggiare le vittime della mafia nella Locride con decine di murales nel paese. Fui direttore artistico del progetto, e mi prodigai con passione e gratuitamente collaborando con decine di artisti dipingendo per la prima volta il paese. Da quella data ogni anno organizziamo delle iniziative artistiche, e diversi muralisti arrivano nel paese autonomamente per dipingere. Tra gli altri ricordo lo street artist peruviano Carlos Atoche che su un muro della scuola elementare dipinse un possente bronzo di Riace. Quest’anno, abbiamo collaborato con nuovi artisti:  lo street artist  Antonio Perrotta con la siciliana Simona Ponzù Donato hanno realizzato un murales per il Frantoio Sociale e poi in agosto altri muri tra cui l’opera per la Forgia di Mastro Bruno dipinta da Simona Ponzù Donato. È bene sapere che gli artisti vengono qui a titolo gratuito,  portano tutto l’occorrente per dipingere, compresi gli scaletti. Città futura offre solo l’ospitalità. È la dimostrazione concreta come sia possibile fare cultura senza dispendio di danaro pubblico.

Come è stato accolto dai Riacesi questo nuovo fermento culturale nel piccolo borgo? 

Quest’ anno stiamo raccogliendo i primi frutti; la gente del luogo ha compreso la bellezza dei dipinti e fa a gara per averne sui muri delle proprie case. Nonostante l’entusiasmo popolare, purtroppo è accaduto che due street artisti, Mario Verta e Amaele di Cosenza, mentre stavano dipingendo su un muro di un vecchio magazzino abbandonato da anni, sono stati fermati dai carabinieri e vigili del Comune di Riace. Il proprietario dell’immobile che ora vive a Milano ne chiedeva il fermo, per meri motivi politici legati alla presenza di cittadini riacesi appartenenti alla Lega. Morale della storia l’opera è ancora lì incompiuta. Tuttavia questo episodio ha scosso l’animo dei riacesi che nei giorni successivi all’episodio increscioso mi hanno contattato, offrendomi i muri delle proprie case con grande entusiasmo. La prossima edizione quindi avrà a disposizione una decina di superfici e addirittura una facciata di un palazzo intero sui quali ben lavorare. Tra questi un palazzo che si affaccia sulla piazza antistante la Chiesa.  Antonino Perrotta realizzerà preparando un grande progetto che vedrà protagonisti i santi Cosma e Damiano, protettori dei rom.

 Quanti sono oggi i profughi che vivono a Riace ? 

I profughi sono circa cento compresi i bambini. Mimmo Lucano con l’Associazione Città Futura hanno deciso di ospitarli nelle case gestite dalla stessa associazione. Alcuni profughi hanno un’occupazione, le donne accudiscono i figli e partecipano alle iniziative sociali come ad esempio la realizzazione della passata e conserva di pomodori. L’organizzazione di quest’ultimo evento è stato possibile grazie al campo di lavoro realizzato dai Padri comboniani e Padre Alex Zanotelli che ogni anno per dieci giorni è presente qui a Riace

Cosa pensa accadrà nel futuro a Riace?

Il processo a Mimmo Lucano è quasi del tutto sgonfiato. Nuove sentenze hanno evidenziato il carattere persecutorio e politico di tutta l’operazione, che aveva il solo scopo di screditare un lavoro immane fatto da Lucano e da tanti Riacesi. I laboratori hanno ripreso a lavorare, a questi se ne aggiungeranno altri, come quello del cioccolato, della forgia e dell’amaro di Riace. La produzione dell’olio è andata bene ed il frantoio ha funzionato alla grande, così come quello delle passate di pomodoro. Il tutto sta avvenendo in modo autonomo con finanziamenti da parte di volontari. La forgia per esempio è stata interamente ristrutturata dall’ Associazione La Terra di Piero. Un grosso lavoro di volontariato: circa 40 uomini arrivati da Cosenza che insieme hanno collaborato alacremente, scaricando camionate di tegole, pavimenti, travi portanti. Un lavoro di diversi i mesi conclusosi in poco più di trenta giorni, senza che il comune spendesse un solo euro. Nuove iniziative sono state presentate in questi giorni tra cui la creazione di un forno che distribuirà quotidianamente il pane alle famiglie dei profughi.

27 agosto 2020

One thought on “La bella stagione di Riace. Intervista al giornalista Francesco Cirillo.

  1. Forza Riace, siete tra le poche speranze che abbiamo, perché l’Italia cambi in meglio. Viva Mimmo Lucano, chi la pensa come lui e tutti coloro che lo sostengono o che sviluppano le idee sane di accoglienza e condivisione.

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