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Dacia Maraini e suo nuovo romanzo “TRIO”. Tra la peste in Sicilia ed un amore a tre

di Anna Materi

Romanzo epistolare, essenziale nella scrittura, come essenziale doveva essere la vita al tempo della peste. Noi, che di peste ne siamo consapevoli perché sopravvissuti, sappiamo in tempo di social cosa significhi essere essenziali, incisivi e diretti.

Un amore a tre, il titolo “Trio” ricorda una composizione in musica, stessa melodia su scale diverse, giochi armonici simili ma non uguali cantano l’amore per lo stesso uomo. Dacia Maraini avrebbe potuto ambientare lo scritto in un contesto diverso, perché scegliere proprio la peste a Messina, in Sicilia? In quell’anno decimò migliaia di morti, cadevano vittime di un male impossibile, anche solo da raccontare. Noi oggi sappiamo cosa significano i carretti colmi di cadaveri putridi e fatiscenti, i nostri li abbiamo ancora negli occhi quando a Bergamo sfilavano i camion dell’Esercito italiano portando via ora un marito, una nonna, ora un figlio, una nipote. Voglio pensare che l’amore “anomalo”, come proprio fuori dalla norma, di due donne per uno stesso uomo non potesse essere ambientato se non in tempo di peste. Perché è tutto anomalo quello che accade, nulla sfugge al controllo della peste stessa. L’amicizia che lega le due donne deve essere più forte dell’amore che lega ognuna di loro per lo stesso uomo, ma si potrebbe davvero credere che sarebbe diverso se da sfondo non ci fosse madame peste? E nell’anomalia dell’evento, sorge e vive di vita propria l’intento tutto femminile e femminista di due donne che vogliono essere loro le padrone del loro stesso destino, quasi che l’uomo, come la peste, sia una cornice al quadro e loro stesse le magistrali pittrici.

9 agosto 2020

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