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Romolo Ricapito scrive ad Alfonso Signorini: “Vogliono buttarla nel falò dell’anno vecchio per il suo dito puntato: che ne pensa?”. La difesa

 

di Romolo Ricapito

Gentile Alfonso,

le scrivo perchè inizio a preoccuparmi per Lei.
Romolo Ricapito

Le spiego: in un magazine di quelli culturali, ad ampia tiratura, nell’ambito di una rubrica per l’appunto “culturale”, una giornalista, anche opinionista, sostiene che bisognerebbe  buttare nel falò dell’anno appena trascorso, ohibò, il “ditino puntato di Signorini”.

Come mai tanto criptico sarcasmo? Leggo che la Signora non avrebbe gradito il suo ruolo di “maestrino” al Grande Fratello Vip: Lei, Alfonso, avrebbe cavalcato la fasulla missione dell’insegnamento. E, ancora, sempre Lei è definito come il predicatore che distribuisce morali fasulle come le Bibbie vendute in Paper Moon.
Non so quanti anni abbia codesta signora, ma ricordo il vecchio sceneggiato televisivo con Jodie Foster e il papà che bussava alle porte di persone decedute vendendo Bibbie ai loro familiari, libri che costoro avrebbero (falsamente) autorizzato prima della dipartita.

Alfonso Signorini
Insomma la televisione (ci risiamo) sarebbe una cattiva maestra , anzi molesta, con i maestrini che la infestano.
Non voglio ergermi a difensore d’ufficio, ma penso che Lei sconti un peccato veniale, che per alcuni diventa “Peccato Mortale”: ovvero mischiare la cultura alta col nazional-popolare.
Scrivere romanzi “impegnati” su musicisti autori di capolavori e nel contempo “giostrarsi” con le frasi pronunciate in televisione dalla simpaticissima Giula De Lellis, che non è la Montalcini, è arduo assai.
A un certo punto è come il gioco del bastone e della carota.
Peccato che certi intellettuali, o presunti tali, non capiscano l’ironia della “carota” e preferiscano invece armarsi di un nodoso e robusto bastone per chi pecca di “contaminazione” tra cultura alta e “bassa cultura”.
Cari Saluti
                    Romolo Ricapito

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