Pane Olio e Sale. Ninnè sogna Una bella famiglia di Città Cultura Libri 10 Ottobre 202210 Ottobre 2022 Di Piero Fabris Foto di Daniela Ciriello La corriera gira in un attimo attorno alla piazza di un paesino della provincia pugliese e in pochi minuti la vita di Ninnè sembra riassumersi in un fazzoletto di ricordi da mettere in valigia per uscire dalla monotonia di un abitato che si avvolge attorno ai cicli dell’uva e dell’oliva sui carri trainati dagli asini tra muretti a secco. Il suo viaggio è alveo che si fa strada nel nuovo immaginato che si espande e lascia sedurre tra i soffi della libertà, dell’agiatezza agognata. Un imbastito di malinconia e livore soffocato ondeggia tra i rivoli d’inchiostro sul tempo perduto, di quando si dormiva tutti insieme nella stessa camera, su materassi di paglia; di quando ogni festa era occasione per ritrovarsi nelle gioie e nel dolore per condividere il poco che si aveva. Un libro attraverso il quale si sentono i rintocchi delle campane e dei sogni che scompaiono. Teresa Petruzzelli e Marilina Sepe Sognare, eco del desiderio di viaggiare oltre il piccolo raggio del proprio circolo familiare è l’esperienza, per certi versi trasfigurata o sublimata, della protagonista del romanzo di Teresa Petruzzelli dal titolo: “Una bella famiglia” (Progedit edizioni. Pagg. 110. € 13,00). Sono pagine che descrivono tempi, luoghi di realtà piccole e per certi versi rimosse dall’oggi, dai suoi assunti “modernisti”, dalla sua presunzione d’essersi emancipato. Il testo come tuffo nel passato, nel costume e visioni mentali è per certi versi una provocazione. Ninné, alla quale l’autrice del romanzo breve dà la parola, sembra vivere in una bolla immaginativa fervida, ma irritante. Possibile che poco più di mezzo secolo fa, le donne dovevano camminare a testa bassa? Possibile che quelle che studiavano fuori del paese erano da considerarsi delle “poco di buono”? L’autorità del padre al quale spetta tagliare il pane o del marito padrone, contrastano con i paesaggi agresti, i rimedi naturali, i sapori e prodotti genuini che vengono evocati in questo ‘percorso/ fuga’ dalle frustrazioni, dalla routine che toglie il profumo all’aria pulita. Teresa Petruzzelli Ninnè sogna la città! Il matrimonio è l’allontanamento da una casa/ prigione, da una mentalità secondo la quale i figli maschi sono autorizzati a fare i calabroni, mentre le figlie femmine devono apparire angeli del focolare, educate a tenere le ali nascoste, anzi al proprio posto. Di fatto le vengono tarpate. La fortuna di Ninnè è stata quella di avere avuto il permesso di andare al mare con la cugina, naturalmente per motivi di salute, si sa che cambiare aria fa bene, come il decotto di foglie d’oliva. È grazie al mare, simbolo d’immenso se il principale personaggio del lungo racconto può incontrare “La bella famiglia”. E la famiglia di città diviene oggetto delle sue elucubrazioni mentali con le quali mette a fuoco i suoi progetti di vita nuova. È gente che ride! È gente che scherza. La bella famiglia è la concretizzazione, realizzazione di tutti i sogni, l’oasi dalla quale partire per realizzarsi, divenire l’invidia del paese che guarda. Teresa Petruzzelli con le gambe di Ninnè ci accompagna per le strade di una Bari fatta di persone, di luoghi che evochiamo con nostalgia; per un attimo siamo con lei, la bella Ninnè, che è stata accompagnata persino dal parrucchiere, appena giunta nella metropoli e, al braccio del futuro suocero, che è orgoglioso di portarla con sé, alla scoperta delle luci della città con i suoi monumenti, proiettata nelle innovazioni tecnologiche. Ma cosa è la città veramente? Cosa era la città con i suoi balconi sui quali affacciarsi e dialogare con gli altri, i vicini? Cosa vuol dire essere una bella famiglia? Illusioni e delusioni, il miraggio e il retaggio, l’apparire e l’essere si riflettono nelle trame di un’attualità che cuce e scuce, disegna e ritaglia un modello di consapevolezza per l’abito del domani sul futuro. Teresa Petruzzelli Note Biografiche/ Artistiche di Teresa Petruzzelli. È nata e vive a Bari. Spazia dalla letteratura per l’infanzia al teatro realizzando laboratori teatrali e scrivendo e mettendo in scena spettacoli. Molte sue drammaturgie riflettono la sua attenzione e impegno per le problematiche sociali. Attualmente coordina “Caffè Ristretto”, un caffè letterario per e con detenuti. Tra i suoi titoli: “Il piccolo principe in una scuola di Bari a cura di Daniele Giancane (Ed Besa. A collana antologia Dal Sud); “Letteratura per l’infanzia e immaginario meridionale” (Lecce 2000); “Bimba & Orco” (Lecce 2007); “Storie di sesso e di ringhiera” (Cagliari 2010); “Le storie di Bimba” (Bari2010); “Le donne di don Salvo” (2015): Pietrino (Bari 2016). 10 ottobre 2022