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GABRIEL GARKO AFFIANCHERA’ ASSIEME ALLE TRADIZIONALI “VALLETTE” CARLO CONTI AL FESTIVAL DI SANREMO: scoppia il putiferio

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La kermesse “accusata” di strizzare troppo  l’occhio al mondo gay: Cristina D’Avena, idolo dei bambini, “bollata” come idolo degli omosessuali.

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di Romolo Ricapito

Festival di Sanremo: ritengo giusta la scelta di Carlo Conti di affiancare alle due cosiddette “vallette”(Madelina Ghenea e Virginia Raffaele ) l’attore  Gabriel Garko, ribattezzato a  sua volta “il valletto”, per le seguenti ragioni.

Il presentatore (maschio) attorniato da tre “bellezze” (o donne ritenute tali) è ormai antiquato, retaggio di un festival anni Ottanta- Novanta che vedeva il presentatore come  incontrastato “sultano” per ben  quattro, cinque serate.
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Gabriel Garko

Garko è la carta giusta per riassestare gli equilibri, anche se dovesse fallire come co-presentatore.

Sgradevoli, invece, i giudizi di una nota giornalista, in particolare, che ha bollato il festival prossimo venturo come gay friendly, cioè accogliente, ma di più ammiccante, al mondo omosessuale.
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Madelina Ghenea

Odiosa l’ipotesi di buttarla in politica, con un Carlo Conti più “avanti” di Matteo Renzi nello sdoganamento delle unioni civili o con persone dello  stesso sesso.

Alle cantanti, quasi tutte, da Patty Pravo ad Arisa e  finanche a Cristina D’Avena, probabile ospite fuori gara,  l'”appunto” di essere icone gay, ovvero di piacere moltissimo, o quasi esclusivamente, alle comunità gay, lesbo etc.
Insomma, se nel festival del post Sessantotto si politicizzava tutto o si tendeva a farlo, “contestando” cantanti tradizionali come Orietta Berti, Claudio Villa e Nilla Pizzi, nel 2016 si tende a orientare la kermesse su presunti equilibri a metà tra gay pride e kitsch conclamato.
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Virginia Raffaele

Con l’aggiunta di mettere in dubbio l‘orientamento sessuale di cantanti maschi in gara o finanche di chi presenta.

Tutte queste speculazioni mi sembrano un modo per affossare una manifestazione prima ancora del suo inizio, attribuendole, o bollandola, con significati che non ha.
Personalmente non ho gradito Carlo Conti come patron l’anno  scorso, così come probabilmente non mi piacerà quest’anno la sua conduzione, ritenendola   troppo sempliciona ed elementare, all’insegna dell’uomo comune innalzato sul palco a padreterno e dunque chiamato a gestire un carrozzone al di  sopra delle sue possibilità.
Ahimè è  stata confermata la sua conduzione anche per l’anno prossimo!
Epperò è inutile etichettare personaggi, situazioni, artisti in modo sessista o peggio  sconfinante in forme di ipotetico) razzismo.

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