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IL LATO UMANO DI MOIRA ORFEI

di Clelia Conte

Era il 1987, quando ero all’Università di Camerino, studiavo giurisprudenza e una mia amica del cuore Greca, di Kozani, era appena rientrata dal suo Paese per  via mare. C’era

Moira Orfei- Il sorriso di una donna bellissima
Moira Orfei giovanissima- Il sorriso di una donna bellissima

stato brutto tempo ed il viaggio fu critico per il mare in tempesta.

Ricordo che la cara Sissi (così era il suo nome), arrivò in Italia con estremo ritardo. Sua madre quarantaseienne, era appena morta per un brutto male e lei era a moralmente a pezzi. Pensate ad una ragazza di vent’anni, studentessa neo-orfana che viaggiava verso un paese straniero: all’epoca la Grecia non era ancora nella CEE e l’Italia era piacevolmente invasa da studenti greci. La aspettavo con ansia perché andavamo molto d’ accordo e poi sapevo del decesso della mamma, quindi ero preparata a confortarla e trasferirle un po di energia (e ne avevo davvero tanta!), per poter riprendere i suoi studi matematici.

Avevo conosciuto Sissi un’anno prima e le avevo in pochi mesi insegnato la lingua italiana tanto che lo parlava quasi perfettamente. Mi raccontò che durante il viaggio piangeva e che una bellissima signora dai capelli neri, portati in su con una importante pettinatura, vedendo il suo dolce viso inondato di lacrime e percependo il suo dolore le chiese di cosa la turbasse tanto. La fece sfogare e le offrì dei dolcetti poi:- Mi chiamo Moira e mi occupo di circo!– disse.  Durante il tragitto le dette dei buoni consigli confortandola come fosse una figlia. Il mare era molto agitato, la pioggia andava giù in modo costante e violento ed viaggio si faceva sempre più angosciante tanto che Sissi prese una xamamina, pillola contro il mal di mare.  Le due si tennero compagnia per tutto il viaggio e dopo il canale d’Otranto non videro l’ora di superare la bufera.

Un famoso scatto d'autore del grande Mario De Biasi e il soggetto è Moira Orfei in piazza Duomo
Un famoso scatto d’autore del grande Mario De Biasi e il soggetto è Moira Orfei in piazza Duomo

Fino allo sbarco arrivarono sane e salve. Si abbracciarono con la speranza di rivedersi. Nel lasciarsi Moira aveva lo sguardo tenero nei confronti di Sissi. Da esso traspariva un senso di compatimento pietoso e materno mentre la ragazza la guardava con lo sguardo malinconico e commosso, come per dire grazie del conforto.  Si lasciarono con la solita frase:- “a presto!”-.

Allora non esistevano i telefoni cellulari e Sissi a Camerino non possedeva il telefono fisso: i genitori li chiamava dalle cabine telefoniche. Ero perciò preoccupata del suo ritardo.

Quando arrivò a Camerino, mi raccontò della sua tragica permanenza nel suo Paese (la madre aveva lasciato tre figlie), e del suo viaggio da incubo allietato da una strana signora italiana di un circo. Quando le chiesi come si chiamasse, lei mi disse:- Non ricordo bene: Mora… Moera….Boh!?..– me la descrisse e allora io intuendo chi fosse le dissi: –vuoi dire Moira!…Moira Orfei?– e lei con aria entusiasta rispose:-siii…Moira!!… Ha portato il circo ad Atene e rientrava in Italia!-.

Quando alla mia dolce e ingenua amica le spiegai chi fosse in realtà quella donna, non le sembrava vero che una persona di spettacolo bella e pomposa potesse essersi trasformata in un essere umano in carne ed ossa e che lei di ciò non se n’era accorta. Era una diva di grande umanità, si è vero a volte un po scurrile ma una persona passionale e sincera che ha sempre detto le cose in faccia. Una vera diva come non esistono più e che faceva parte di una razza in estinzione.

Sissi non l’ha mai più rivista e oggi, se avrà saputo che ora quella diva non c’è più, ricorderà ancora quella piccola e sofferente avventura in mare, con una lacrima di commozione. Forse se l’avesse incontrata oggi, prima di salutarsi si sarebbero fatte un “selfie”!

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