Motivazioni del Movimento Federalista Europeo in merito alla consegna del Riconoscimento “Altiero Spinelli” al Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano Attualità Europa Eventi e Tradizioni Politica Storia 25 Marzo 201625 Marzo 2016 Memorabile giornata da ricordare nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica- Commozione del presidente Napolitano. Riportiamo le motivazioni del Premio e il discorso del Presidente Grasso Movimento federalista europeo- 22 gennaio 2016 Altiero Spinelli Il trentesimo anniversario della scomparsa di Altiero Spinelli coincide con un momento per molti versi drammatico della costruzione europea. La crisi economica, che ha avuto origine negli Stati Uniti, ha manifestato le sue conseguenze più gravi in Europa. Adottato l’euro e portato a termine il più grande allargamento della sua storia, col Trattato di Lisbona l’Unione pensava di aver raggiunto un equilibrio stabile per i prossimi decenni. I suoi strumenti e le sue procedure si sono invece rivelati inadeguati ad affrontare la crisi dell’Eurozona. L’Eurogruppo ha quindi dovuto mettere in cantiere una serie di accordi intergovernativi per salvare la moneta unica e lo stesso processo di unificazione europea. A questi si sono aggiunti i decisivi provvedimenti della BCE e gli aiuti del FMI. Gli stessi governi hanno riconosciuto la precarietà di tali compromessi, prospettando una road map per le quattro unioni: bancaria, fiscale, economica e politica. Illudendosi però che si potessero realizzare gradualmente ed in questa successione, mentre solo l’unione politica rende attuabili le altre tre. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: ci si è fermati solo alle tappe previste – e non a tutte – per l’unione bancaria (la vigilanza unica, per di più solo per le grandi banche, ed il fondo per la soluzione delle crisi bancarie, che andrà però a regime in ben 8 anni) e l’Europa è caduta in un’impasse. Nel frattempo le crescenti ondate migratorie che si riversano sul Vecchio Continente a causa di guerre, carestie, Stati falliti e terrorismo hanno rivelato l’assoluta impotenza di tutti gli Stati europei a trovare dei rimedi a problemi strutturali e di lunga durata che impongono all’Europa di dotarsi, oltre che di una politica dell’immigrazione e dell’asilo, di una politica estera e della sicurezza in grado di stabilire nuovi rapporti con la Russia, con il Medio Oriente e con l’Africa. Non essendoci più vie d’uscita nazionali e mancando un progetto europeo, molti cittadini si sentono – e vengono istigati a proclamarsi – sempre più impotenti, sfiduciati, insicuri. Giorgio Anselmi,Presidente del Movimento federalista europeo e Giorgio Napolitano Nel 2007 il Movimento Federalista Europeo ha voluto attribuire il primo “Riconoscimento Altiero Spinelli” al Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Già allora, dopo l’esito negativo dei referendum francese ed olandese sul progetto di Trattato che istituiva la Costituzione europea, era del tutto chiaro che l’edificio europeo soffriva di una crisi d’identità che ne minacciava le stesse fondamenta. Oggi, a distanza di nove anni, quella minaccia è ancora più incombente. Da un lato, infatti, le crisi sono diventate più frequenti e virulente, perché le sfide si sono moltiplicate senza che siano stati ancora approntati gli strumenti economici, politici e soprattutto istituzionali per poterle affrontare. Dall’altro, sono aumentati i nemici del progetto europeo, che, presenti in un numero mai così alto nello stesso Parlamento europeo, in alcuni Paesi si vantano di essere ormai la maggioranza. Premio Altiero Spinelli a Giorgio Napolitano Per questo l’audacia, la perseveranza e la lealtà verso la causa europea del Presidente Napolitano meritano di essere additate come un esempio. Nella lettera in occasione del 65° anniversario della Dichiarazione Schuman, i Presidenti emeriti Ciampi e Napolitano, dopo aver rammentato di appartenere “entrambi alle generazioni che hanno vissuto direttamente la devastante esperienza della seconda guerra mondiale”, affermano di aver potuto per questo “comprendere in tutto il loro valore e condividere naturalmente i segni di una volontà nuova di rimuovere le cause di un doppio sanguinoso conflitto nel cuore dell’Europa, di gettare le basi di una pace duratura, di unire finalmente le forze dei popoli europei.” Il Presidente Napolitano ha ricordato più volte che le proprie ferme convinzioni a favore dell’unità europea sono maturate in seguito a riflessioni durate qualche decennio. Non è certo un caso che in questo cammino egli abbia incontrato un uomo della precedente generazione che aveva compiuto quello stesso percorso nel periodo tra le due guerre mondiali: Altiero Spinelli. E’, infatti, attraverso il fecondo dialogo con l’autore del Manifesto di Ventotene sviluppatosi nell’ultimo decennio della sua vita (1976 – 1986) che l’ideale federalista diventerà il faro a cui il Presidente Napolitano non cesserà mai di ispirarsi nella sua attività di parlamentare nazionale ed europeo. Come Presidente della Camera dei Deputati (1992 – 94), in uno dei passaggi più difficili della storia repubblicana, egli si adoperò perché, pur nel variare degli uomini e delle formazioni politiche, venisse conservata quella nobile tradizione europeista e sovranazionale che aveva trovato la sua più alta espressione nell’art. 11 della nostra Costituzione. Come Ministro dell’Interno nel primo Governo Prodi, vide poi coronati gli sforzi per inserire l’Italia nel gruppo di Paesi che adottarono fin dall’inizio la moneta europea e per far accogliere il nostro Paese nell’area di Schengen. La profonda esperienza maturata nelle istituzioni nazionali ed europee e la chiara consapevolezza del cammino ancora da compiere per rendere solida ed irreversibile l’Unione monetaria ispirarono il Presidente Napolitano alla guida della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo negli anni che videro l’approvazione della Carta dei diritti fondamentali, la Dichiarazione di Laeken e l’elaborazione del Trattato costituzionale da parte della Convenzione presieduta da Giscard d’Estaing. Sergio Mattarella e Giorgio Napolitanosi salutano commossi Infine, come Presidente della Repubblica (2006 – 2015), Giorgio Napolitano ha dovuto affrontare le prove forse più dure nel suo pur non breve servizio delle istituzioni repubblicane. L‘euroscetticismo ha ormai messo stabili radici anche nel nostro Paese, come il Presidente dovette rilevare fin dalla sua visita a Ventotene subito dopo l’elezione. Le sterili polemiche non gli hanno però mai impedito di esercitare la sua opera di persuasione con quella costanza e quella capacità pedagogica che hanno contraddistinto i suoi interventi durante i quasi nove anni di presidenza. I federalisti europei non possono e non vogliono dimenticare soprattutto i due momenti in cui la mano ferma del Presidente Napolitano ha saputo guidare il Paese attraverso passaggi particolarmente insidiosi, che avrebbero potuto avere conseguenze inimmaginabili per l’Italia e per l’Europa. Merita di essere anzitutto citata la straordinaria tempestività con cui nel novembre 2011 fu trovata una soluzione appropriata ad una crisi di governo che poteva trascinare il nostro Paese fuori dall’Unione monetaria. Ancor più degno di plauso e di ammirazione è il personale sacrificio che il Presidente Napolitano compì dopo l’esito incerto delle elezioni politiche del febbraio 2013, quando accettò la rielezione per dare una prospettiva alla legislatura appena iniziata e non veder vanificati i sacrifici compiuti nel periodo precedente. Queste fasi della politica italiana ed europea non sono state facili nemmeno per il Movimento Federalista Europeo, spesso visto come prigioniero dei sogni del passato o privo di quello spirito che si ammanta come realismo ed è invece solo spregiudicato cinismo. I militanti federalisti, tuttavia, hanno sempre trovato in tutti questi anni un sicuro ed autorevole punto di riferimento al vertice delle istituzioni italiane, quello del Presidente Napolitano. Per questo gli esprimono oggi la loro commossa e partecipe gratitudine, conferendogli il “Riconoscimento Altiero Spinelli ai costruttori dell’Europa federale”. http://m.repubblica.it/mobile/r/repubblicatv/politica/europa-napolitano-si-commuove-ricordando-la-figura-di-altiero-spinelli/225788/225062 La cerimonia si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Riportiamo l’intervento del Presidente del Senato Pietro Grasso rivolto a ai Presidenti Mattarella- Napolitano “Signor Presidente della Repubblica, caro Presidente Napolitano, Ho accolto davvero con molto piacere la proposta del Presidente del Movimento Federalista Europeo Giorgio Anselmi di ospitare nella Sala Zuccari del Senato la cerimonia solenne di consegna del “riconoscimento Altiero Spinelli ai costruttori dell’Europa Federale” al Presidente emerito Giorgio Napolitano, con il quale mi congratulo con sincera stima. Altiero Spinelli è il profeta dell’idea europea. Si dedicò con passione all’ideale di un’Europa unita nella democrazia e nella pace durante gli anni più drammatici del secondo conflitto mondiale, nell’isolamento del confino, dopo una profonda autocritica spirituale che l’aveva condotto, giovane antifascista, ad allontanarsi dal comunismo. Nei primi anni ’50 Spinelli si schierò a fianco di De Gasperi per garantire da subito uno sbocco federale ai primi atti di integrazione europea. Al fallimento del progetto della Comunità europea di difesa nel 1954 reagì con un nuovo slancio. “Io e Monnet (disse) stiamo tirando la carretta come due somari cocciuti.. nonostante tutti gli scetticismi e tutti gli ostacoli, vinceremo noi”. Fu grazie alla sua azione trascinante che nel 1984 il Parlamento europeo – il primo eletto a suffragio universale – approvò a grandissima maggioranza il Trattato istitutivo dell’Unione europea. Lei, Presidente Napolitano, ha più volte ricordato l’affinità tra il percorso di Spinelli e il suo: un impegno europeista maturo, culturalmente consapevole e di grande spessore democratico. Il socialismo europeo, iscritto nel più ampio progetto di un’unione politica del continente, è stato il naturale approdo del suo itinerario politico e personale, tanto che appena assurto alla più alta carica della Repubblica, lei ha voluto rendere omaggio a Spinelli a Ventotene, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa, sottolineando come si potesse “imparare da Altiero ad essere uomini e donne di alti pensieri e di forte indomabile volontà di azione”. Nel suo impegno nelle istituzioni europee lei è stato un protagonista del processo che ha condotto all’elaborazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e alla stesura del progetto di Trattato per la Costituzione per l’Europa. Il metodo fecondo della Convenzione ha visto fianco a fianco, oltre ai governi, Parlamento europeo e Parlamenti nazionali, ma quel grande disegno riformatore ha subito modifiche peggiorative anche a seguito dei referendum francese e olandese che nel 2005 rigettarono il Trattato per l’adozione di una Costituzione per l’Europa. Fu il primo segno dell’emergere fra i cittadini europei di un sentimento di insoddisfazione nei confronti del processo di integrazione. Da Presidente della Repubblica lei si è poi battuto a difesa delle strutture portanti dell’Unione per rafforzarne l’efficacia nel complesso contesto globalizzato, anche contribuendo a sostenere le diverse forme di cooperazione rafforzata. Vorrei giungere all’attualità ripartendo proprio dal manifesto di Ventotene di Spinelli, scritto tra il 1941 e il 1942, nel quale colpiscono parole d’ordine e idee bellissime, e a quel tempo rivoluzionarie, come “moneta unica” e “libertà di movimento dei cittadini”: profezie che oggi si sono faticosamente realizzate ma purtroppo non sono ancora irreversibili. La crisi economica, i flussi di profughi e di migranti, i pericoli del terrorismo internazionale, l’instabilità geopolitica alle nostre porte rivelano gravi egoismi e disunioni fra i Paesi europei e pericolose spinte disgregatrici. Qualcuno inammissibilmente mette in discussione i grandi principi, addirittura la libera circolazione. Io rigetto con forza qualsiasi benché minimo arretramento sulle libertà, sui principi di civiltà e sulle acquisizioni della nostra Europa e sono ottimista perché le conquiste dell’umanità dimostrano la loro grandezza alla prova della storia, e quei valori sono ormai un patrimonio iscritto indelebilmente nell’animo di ogni cittadino europeo, anche nei momenti di smarrimento e di paura che ciascuno vive in questa difficile fase, e qualcuno irresponsabilmente alimenta. Il Presidente Mattarella nel suo intervento al Parlamento europeo a novembre ha voluto ricordare che “sessant’anni di progressiva integrazione nel rispetto delle differenze, specificità e tradizioni hanno creato un demos europeo: una crescente fusione delle nostre società… che ha prodotto risultati concreti e visibili. Un unico spazio di libertà europeo, che non possiamo perdere ma che anzi dobbiamo saper estendere, nella tutela del bene della sicurezza. L’unione ha prodotto diritto europeo: anche questo un patrimonio comune di cui i nostri cittadini non potrebbero più fare a meno”. Io sono convinto che questa lucida consapevolezza debba animare ognuno di noi a guardare, sulla via disegnata da Spinelli e dai padri fondatori, oltre le spinte emotive del breve termine per perseguire un’unione politica ancora più stretta che, giova ripeterlo, è l’unica strada per garantire benessere, sicurezza e diritti ai cittadini europei. Fuori dall’Unione, non esiste futuro per l’Europa. Contro l’Europa, non esiste futuro per l’Italia. La sfida per fare avanzare il progetto europeo oggi si declina principalmente su tre versanti: una politica economica più attenta alla produzione, all’innovazione, al lavoro, dunque alla vita quotidiana delle persone; una politica estera e di sicurezza lungimirante, coesa e strategica, particolarmente nel Mediterraneo e alle frontiere orientali; e un sistema di asilo europeo equo, solidale e rispettoso dei diritti dei rifugiati. Questi sono i più importanti impegni per realizzare un ideale, quello europeo, che per tutti noi è garanzia di democrazia e speranza per il futuro.”