La Campana di vetro di Sylvia Plath: capolavoro indiscusso dopo 55 anni. La poetessa si suicidò nel 1963 e come lei il figlio, l’amica e la “rivale” Cultura Libri Storia 6 Maggio 2018 di Romolo Ricapito Consiglio a tutti il romanzo La Campana di Vetro della poetessa americana Sylvia Plath che a 55 anni dall’uscita riscuote ancora consensi e vendite, tanto che in libreria ne ho reperita l’ultima copia. In Italia è edito da Oscar Mondadori. E’ un capolavoro della letteratura americana ambientato negli anni Cinquanta, quelli della formazione della Plath, che subì anche l’elettrochoc, pratica in quel periodo di uso molto diffuso. Nel libro troviamo le frequentazioni di una giovane donna all’interno della redazione di una rivista della “Grande Mela” dopo avere vinto una borsa di studio. E’ una New York già fagocitante, modaiola e che anticipa quella dell’era consumistica. Sylvia Plath Alla protagonista non interessa sistemarsi con il matrimonio anche se ne ha la possibilità, ma piuttosto affinare la propria cultura. Sono presenti introspezioni umoristiche ma anche riferimenti al suicidio, che purtroppo la Plath eseguirà nel febbraio 1963 (infilando la testa nel forno di casa ) al pari del figlio maschio, uno scienziato che la “imitò” in anni recenti e malato anch’egli di depressione. Trattasi comunque di un’opera vitale nonostante sembra che in essa la poetessa-scrittrice rinunci a vivere. Esaminiamo qualche suo dato biografico: la sua poesia più nota è Daddy dedicata al padre Otto precocemente scomparso nel 1940 per le conseguenze del diabete. Otto Plath era un entomologo e professore di biologia all’Università di Boston. La madre invece era Aurelia Schoeber, anche lei insegnante. Dopo la morte di Sylvia, ne curò le opere. Un ulteriore dato biografico: Sylvia Plath misurava 1,75, una buona altezza per una donna e il dato emerge anche in un passo della Campana di Vetro. Ted Hughes e Sylvia Plath La poetessa tentò una prima volta il suicidio nel 1953. Un anno dopo fu stuprata mentre frequentava la scuola estiva a Harvard. Suo marito, il poeta Ted Hughes dal quale ebbe due figli, fu legato dopo la morte della Plath ad Assia Wevill, ex moglie del poeta canadese David Wevill, suicidatasi poi nel 1969. La Wevill infatti fu influenzata dagli ultimi scritti della “rivale” Sylvia Plath e ne volle imitare la soluzione finale. Ma fece peggio: si ammazzò con la figlioletta Alexandra Wevill di quattro anni dopo avere bevuto whisky e ingurgitati dunque dei sonniferi, somministrati anche alla piccola . Sylvia coi due figli La bambina non era figlia di David Wevill ma di Ted Hughes. I figli di Sylvia Plath e Ted Hughes sono Frieda Hughes, poetessa e pittrice, di 58 anni,che vive in Australia col marito pittore Laslo Lukacs e Nicholas Hughes, scienziato e zoologo, studioso di salmoni. inpiccatosi a 49 anni in Alaska nel 2009. A questa serie di suicidi bisogna aggiungere quello di Anne Sexton, poetessa amica della Plath, suicidatasi col monossido di carbonio nel 1974, dopo due tentativi negli Anni Cinquanta. Le due donne erano considerate anche amanti. La Sexton vinse il premio Pulitzer nel 1967 con la raccolta Vivi o Muori, un titolo davvero preveggente. 5 maggio 2018