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Dopo un servizio in tv di Giulia Innocenzi. Troppe sfumature di rosso sangue animale , come discernere?

di Romolo Ricapito

Una nuova coscienza animalista si sta facendo largo nell’opinione pubblica.
Giulia Innocenzi col suo libro 'Tritacarne'
Giulia Innocenzi col suo libro ‘Tritacarne’

In tv la giornalista Giulia Innocenzi (“Animali come Noi”, Rai Due)  ha illustrato alcuni filmati agghiaccianti di mucche mandate al macello che però prima venivano aggredite con martelli, scosse elettriche e forconi dagli stessi veterinari preposti alla loro “tutela”; mentre sul Corriere della Sera è stata pubblicata (assieme ad altre) la fotografia (autrice Jo- Anne Mac Arthur) di un’attivista di Toronto Save Pig, un’associazione protezionistica dei maiali  mentre costei accarezza dalla fessura  di un camion il naso di un porcello  destinato alla morte.

Da un lato gli animali vengono “umanizzati” condividendone le sofferenze.
Allevamento-suiniDall’altro si richiede l’applicazioni di leggi, esistenti, che garantiscono di non infierire con crudeltà su  quegli animali destinati a diventare cibo per gli umani.
Mentre continua la battaglia di altri animalisti per abolire la cosiddetta schiavitù  delle bestie esotiche utilizzate nei circhi.
Ovviamente, ognuna delle questioni va esaminata singolarmente  e non è possibile un’aggregazione di istanze pro-animali che vieti addirittura a chi volesse continuare a mangiare carne, a farlo.
Ma esistono pratiche come le corride, ad esempio, che nel mondo civile vengono contestate perché considerate crudeli e anacronistiche.
La cattura di animali esotici protetti per farne corni e pellicce vietate.
E così via.
La difficoltà dell’opinione pubblica sta nel districarsi nelle tante sfumature non di “grigio”, ma di rosso sangue, quello della macellazione, reale e ideologica.
Una cosa è sicura però: il consumo di carne, soprattutto quella bovina, è sempre più colpevolizzato anche dai nuovi nutrizionisti, che la reputano concausa  dell’insediamento dei tumori.
Occorre dunque informarsi, ma potere alla fine discernere, tra eccessi veri, crudeltà conclamate e colpevolizzazioni controproducenti contro i “carnivori” e le “impellicciate”.

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