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GLI INCONTRI CULTURALI AL DOLCEAMARO-CAFFE’ D’ARTE CONTINUANO…

Continuano le serate al Dolceamaro, noto anche come   Caffè d’Arte, che funge  peraltro da Presidio del Libro.
All’interno di questo elegante locale sito in via San Francesco d’Assisi, 11 a Bari   si svolgono con continuità incontri culturali e presentazioni di romanzi e saggi.
Il Caffè d’Arte è infatti un Presidio del Libro, facente parte di un’associazione (i Presidi del Libro, appunto) nata nel 2001 al fine di promuovere i libri “dal basso”, ovvero a vantaggio di  tutti coloro che, a prescindere dalla classe sociale di appartenenza  e dall’età, siano  interessati alla cultura e a incrementarla, tramite incontri con altri amanti della lettura. Importante è anche la collaborazione degli editori, locali e nazionali.
Il calendario di maggio-giugno 2015 prevede i seguenti appuntamenti, che in genere si  svolgono verso le ore 18 e trenta o le 19.
Venerdì 22 maggio è attesa Antonella Moscati, che ha appena pubblicato per Nottetempo il breve romanzo “Una Casa“,   saga autobiografica ambientata nel salernitano negli  anni Quaranta.
A seguire, mercoledì 27 maggio, una conversazione con il fotografo Leonello  Bertolucci sui monumenti megalitici del Salento, in occasione della pubblicazione di  “Respiri di Pietra” (Cosimo Lupo editore) .
Venerdì 5 giugno, Corrado Petrocelli,  Annamaria Ferretti   e Antonio Stornaiolo conversano sul tema: “Con la Cultura si mangia?”.
Ancora, martedì 16 giugno una conversazione con Franco Botta sulla  “Green philosophy“.
Per concludere la stagione, che riprenderà a settembre, Antonella Cilento presenterà il suo “Bestiario Napoletano“, ma la data è ancora da definire.
Trattasi di un volume appena pubblicato da Laterza che tratta delle “categorie umane” che popolano Napoli. Ma non soltanto; ecco il culto dei santi, quello  dei morti, i riti  e i miti di una città eterna ma soprattutto inarrivabile come umanità.
Per dare modo a chi legge di rendersi meglio conto degli incontri al “Dolceamaro-Caffè d’Arte” ecco il resoconto di una recente presentazione, che ha visto al centro
 due libri strettamente collegati tra loro come argomento e ambientazione: “Guida  pettegola al ‘700 francese” e “Guida pettegola  al teatro francese del ‘700” editi da Sellerio, 2013-2014 e scritti dalla saggista di origine barese Francesca Sgorbati Bosi.
Il Settecento fu un secolo dominato dal gossip nell’alta società. Infatti, le attrici teatrali erano molto discusse, assieme alle cantanti d’opera, le ballerine e le varie vedette, fornendo ampio “materiale” alle malelingue o semplicemente a chi andava cercando argomenti di conversazione nei primi salotti che si andavano per la prima volta organizzando  .
Durante l’incontro con l’autrice, si è dunque discusso del confronto con la modernità, ossia delle “antenate” sul piano del pettegolezzo, delle varie Belen RodriguezSabrina Ferilli e Angelina Jolie.
Il secondo libro dei due, quello che tratta del teatro, è quello specifico sul gossip,  argomento che si illumina da una prospettiva da rivalutare.
Essendo il Settecento il secolo della rivoluzione, il gossip si pone come tema liberatorio e appunto, rivoluzionario.
Nel Settecento l’uomo è inteso come persona (o  unicità) e si mette  per la prima volta in primo piano il suo sacrosanto  diritto alla felicità.
Dunque trattasi di un secolo edonista come impostazione culturale ma, ancor prima, filosofica.
Secolo dunque nel quale domina la “conversazione”,   come già accennato : in questi primi salotti che univano lo scopo “mondano” (dell’incontro, o dell’…acchiappo) a quello culturale.
Infatti nelle case altolocate si ospitavano sui divani le eccellenze delle arti, non solo quelle filosofiche e letterarie, ma anche quelle scientifiche.
Il teatro era la forma d’arte più popolare.
Luigi XIV  , detto il Re Sole,  vi recita anch’egli, come puro hobby. Mentre Madame Pompadour, favorita  del suo successore, Luigi XV,  si improvvisava attrice nel teatro privato del sovrano, esattamente come ai nostri giorni Loredana Lecciso si è improvvisata show girl nei vari salotti televisivi.
Il divismo femminile fu alimentato dalla passione di Voltaire e Diderot per attrici e attricette: ecco la filosofia al  servizio della bellezza e del fascino sul palcoscenico.
La regina del teatro fu la poco nota da noi Hyppolite Clairon ., Rifugiatasi sul palcoscenico per sfuggire  alla madre, che voleva farne una sartina, la Clairon divenne l’amante del conte di Valbelle, in una relazione tumultuosa da fare invidia alle 50 sfumature di Grigio.
L’autrice si è soffermata però sulla nascita di figure, attuali ancora adesso, come quelle dei buttafuori.
Nei teatri essi si “occupavano” degli  spettatori molesti, mentre i politeama erano presidiati in sala e nei palchi dalla forza pubblica.
I posti in platea erano spesso in piedi, mentre i palchi costituivano delle scandalose garçonnière.
 Le attrici erano spesso inesperte, se non delle vere e proprie “cagne”, favorite ed imposte dal potente di turno.
A Parigi esisteva finanche un carcere destinato agli spettatori più “irrequieti” o per la gente di teatro.
Va ricordato che fino a metà del Settecento parte del pubblico, quello più danaroso, sedeva addirittura sul palcoscenico, disturbando lo spettacolo con chiacchiere e interventi.
Il pubblico però interveniva anche dalla platea, con battute, commenti e dissensi, oppure lancio di scarpe ed ortaggi.
Esistevano finanche delle claque pagate per sbadigliare ,onde generare noia indotta. I capi di queste claque ottenevano dai capi-compagnia o gestori dei vari teatri  un “pizzo” onde evitare gli sbadigli a comando, che contagiavano tutti gli spettatori.
Gli attori francesi erano  scomunicati : sussistevano politiche e abitudini ormai abolite anche in Italia . Infatti gli attori italiani non venivano scomunicati dalla Chiesa cattolica.
La scomunica comportava l’abolizione del diritto a sposarsi, a battezzarsi, a deporre nei tribunali,    nell’usufruire delle eredità e si veniva finanche seppelliti in fosse comuni.
Anche le leggi per combattere la prostituzione erano severe.
Il teatro costituiva un’oasi felice per le donne vessate o abusate, per sfuggire alle regole imposte : all’interno di esso erano rispettate e in alcuni casi venerate.
Come notazione di costume: le attrici non portavano le mutande, perché questo indumento era  sconosciuto.
Portavano però varie sottogonne, mentre i panieri in vimini per gonfiare gli abiti erano avversati dalla Chiesa, in quanto facilitavano la corsa alla seduzione e al punto G.
I décolleté erano generosi.
I trucchi delle antenate delle attuali protagoniste del gossip, come Valeria Marini, erano tossici, contenenti il piombo: avvelenavano la pelle favorendo l’invecchiamento precoce dei volti.
Ciononostante, nei gusti maschili imperavano  come particolarmente sexy visi imperfetti ma mobili ed espressivi, alla Milena Vukotic , mentre erano considerati insignificanti i volti alla Sharon Stone.
ROMOLO RICAPITO

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