Angoscia: ha perso la sfida con “Annabelle 2” negli incassi, ma ha vinto in qualità grazie alle nomination agli “oscar dell’orrore” Cinema 8 Agosto 20179 Agosto 2017 di Romolo Ricapito Angoscia è un horror al quale è stato mantenuto dai distributori italiani il titolo originale (Anguish) uscito in contemporanea con Annabel 2: Creation col quale presenta delle analogie. Anzitutto però è necessario stabilire che Angoscia più che un horror è un dramma psicologico la cui trama attiene molto più alla psicanalisi che a un puro e semplice, o banale, film di genere. Le analogie con Annabelle: due ragazzine vengono uccise dal sopraggiungere di un veicolo mentre sono distratte e alla presenza dei genitori. In tutti e due i casi, una croce segna il punto della tragedia. E, ancora, le “accidentate” tendono a tornare, ovvero risorgere, in quanto pare vogliano reincarnarsi in nuove ragazze, loro coetanee. A questo punto parrebbe che gli sceneggiatori statunitensi siano alla frutta, nel concepire trame ripetitive e poco originali. Se non per il fatto che Angoscia è tratto da una storia vera mentre una scritta iniziale avverte dei 4 milioni di giovani americani affetti da malattia mentale. Un milione però non riesce mai più a guarire. La protagonista di Angoscia è un’adolescente dal nome Tess che ha subito diversi ricoveri e la cui malattia si è rivelata a 5 anni di età. La ragazzina si identifica in una sorta di transfert sempre più pregnante con la defunta Lucinda, detta Lucy. Tess vive con la madre e comunica con il padre, lontano per affari, soltanto via computer. Al di là della trama, il film sfrutta gli esterni di una cittadina dell’Illinois con una regia che sottolinea la solitudine di certi centri abitati che vedono pochi adulti in giro e sterminati panorami di campagne, o pianure, a far da contorno alle tipiche case americane abitate da un unico nucleo familiare . Il film è di qualità ma rimane per tutta la sua durata molto cupo e di una sobrietà eccessiva, tanto che si preferiscono (per chi l’abbia visto) le buffonate di Annabelle al rigore di Angoscia. Ma questo perché il regista Sonny Mahlli e gli sceneggiatori puntano di più al non detto che agli effettacci tipici degli horror. E perciò la psicologia che giustifica gli eventi drammatici sull’onda di film celebri come L’Esorcista è ridotta al minimo. Ma il difetto è quello che già nel secondo tempo la storia è risaputa, dunque la sorpresa, il cosiddetto colpo di scena, lo stupore non è presente proprio per niente. E comunque Angoscia rimane valido come film di esplorazione, introspezione, ricerca, costruzione psicologica dei personaggi e di un ambiente isolato, che rappresenta l’isolamento temporale e interiore dei caratteri. A dare il volto a Tess è Ryan Simpins, una ragazza dal viso angelico con all’attivo molte esperienze nella recitazione e in film anche famosi. La sua interpretazione risale ai 17 anni di età: adesso ne ha 19, in quanto il film è del 2015. La Simpins è stata nominata per questo film agli Oscar dell’orrore, alias il Fangoria Chainsaw Award,mentre il cineasta Mallhi è stato nominato nel 2016 per la regia dello stesso film. Annika Marks nel ruolo della madre di Tess, Jessica, è una star di film indipendenti di origine svedese, scrittrice e produttrice. Ritornando ad Angoscia: grazie alla sua sobria eleganza e al suo cupo andamento di qualità dovuto a una regia abile la pellicola merita più della sufficienza anche se in definitiva non entusiasma proprio a causa del suo eccessivo rigore.