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Il coraggio oltre il blocco: La testimonianza di Tony La Piccirella e la solidarietà di Bari per Gaza

L'attivista Tony La Piccirella al Comune di Bari
Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta

La Piccirella con Laforgia e Grasso
La Piccirella con Laforgia e Grasso

La città di Bari ha ospitato il 13 agosto un incontro di profonda rilevanza sociale e umanitaria, che ha posto al centro la drammatica situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Nella Sala Consiliare di Palazzo di Città, alla presenza del consigliere Michele Laforgia e di Nicola Grasso, assessore ai Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza e all’Antimafia Sociale, l’attivista barese Tony La Piccirella ha condiviso la sua testimonianza diretta e toccante dall’ultima missione della Freedom Flotilla Coalition (FFC), offrendo una prospettiva unica e cruda sulla realtà del blocco israeliano.

L’incontro, che ha richiamato una notevole partecipazione di pubblico, non è stato solo un’occasione per ascoltare un resoconto personale, ma anche un momento di riflessione e di mobilitazione per la comunità locale. Bari, con una chiara posizione dell’amministrazione comunale contro il “genocidio in atto” sul popolo palestinese, ha dimostrato ancora una volta la sua solidarietà, trasformando la testimonianza di La Piccirella in un catalizzatore per future iniziative a sostegno della causa palestinese.

L’esperienza di Tony La Piccirella è iniziata a bordo della nave Handala, un’imbarcazione che rappresentava molto più di un semplice mezzo di trasporto. Partita da Gallipoli, in un gesto simbolico di solidarietà che richiamava la decisione della Regione Puglia di rompere i rapporti istituzionali con Israele, la Handala aveva a bordo aiuti umanitari essenziali: latte in polvere per neonati, giocattoli, medicine e generi di prima necessità destinati a una popolazione stremata dalla fame e dal collasso del sistema sanitario. La missione, parte di una coalizione internazionale che da anni cerca di sfidare il blocco navale imposto da Israele a Gaza, era la 37esima del suo genere e aveva come obiettivo non solo la consegna degli aiuti, ma anche quello di rompere pacificamente un “blocco illegale e letale”.

L'attivista barese La Piccirella
L’attivista barese La Piccirella

L’operazione ha subito una brusca e violenta interruzione il 26 luglio scorso, quando la nave, in acque internazionali, è stata intercettata dall’esercito israeliano. Come testimoniato da La Piccirella, l’azione è stata un “atto di pirateria” internazionale. Un contingente di una ventina di militari armati è salito a bordo, ha preso il controllo dell’imbarcazione e ha costretto l’intero equipaggio a sdraiarsi a terra, sotto la minaccia delle armi. Questo è stato, nelle parole dell’attivista, l’inizio di un vero e proprio “sequestro di persona”. Durante le otto ore successive, ogni comunicazione con l’esterno è stata interrotta, le telecamere sono state disattivate e la nave è stata dirottata verso il porto israeliano di Ashdod.

A bordo della Handala si trovavano 21 attivisti provenienti da 12 paesi diversi, tra cui un altro italiano, Antonio Mazzeo. La testimonianza di La Piccirella ha messo in luce il trattamento subito dall’equipaggio. Sebbene un infermiere avesse tentato di offrire cibo e acqua, gli attivisti avevano già iniziato uno sciopero della fame (le donne anche quello della sete), rifiutando ogni forma di assistenza. Questo gesto di protesta silenziosa e pacifica era un modo per denunciare l’illegittimità dell’azione israeliana. Un attivista di New York è stato “immobilizzato e malmenato”, mentre altri hanno subito un trattamento che La Piccirella ha descritto come “non democratico”.

Dopo il sequestro, l’equipaggio è stato portato in Israele per un processo, accusato di essere entrato illegalmente nel paese e di aver tentato di violare il blocco navale di Gaza. L’attivista ha raccontato di aver rifiutato di firmare il rimpatrio volontario, una scelta di grande integrità morale. “Firmare il rimpatrio volontario,” ha spiegato, “significa ammettere di essere entrati illecitamente in Israele.” Con questa decisione, ha ribadito la sua ferma convinzione dell’innocenza della missione e la sua determinazione a non legittimare un’azione che considera illegale.  

 Il punto saliente dell’incontro in sala consiliare, e forse l’aspetto più significativo per il futuro, è stato l’annuncio della decisione di Tony La Piccirella di intentare una causa penale contro lo Stato di Israele. L’obiettivo è quello di denunciare il “sequestro illegale e illegittimo dell’equipaggio” della nave Handala. Questa iniziativa legale rappresenta una mossa audace e senza precedenti, che cerca di portare la vicenda sul piano della giustizia internazionale, sfidando la narrativa ufficiale di Israele e cercando di far luce sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

La vicenda di Tony La Piccirella si inserisce in un quadro più ampio di sforzi internazionali per rompere l’assedio di Gaza, un blocco che va avanti da anni e che ha causato una catastrofe umanitaria. Le missioni della Freedom Flotilla Coalition, composte da attivisti, avvocati, giornalisti e medici da tutto il mondo, cercano di attirare l’attenzione su questa crisi e di fornire un aiuto tangibile. L’intercettazione della Handala e il sequestro del suo equipaggio hanno nuovamente evidenziato la brutalità e l’intransigenza della politica israeliana nei confronti di qualsiasi tentativo di alleggerire la pressione su Gaza. La resistenza pacifica di La Piccirella e degli altri membri dell’equipaggio, il loro sciopero della fame e il rifiuto di firmare un’ammissione di colpa, sono diventati un potente simbolo di opposizione a questa politica.

Il numeroso pubblico presente nella Sala Consigliare
Il numeroso pubblico presente nella Sala Consigliare

L’incontro a Bari è stato quindi un momento cruciale per la causa palestinese in Italia, durante il quale sono state avanzate varie proposte quali la mobilitazione attraverso manifestazioni come, per esempio davanti l’industria Leonardo di Grottaglie, la possibilità di aprire fondi e conti correnti, la necessità di vigilare sul divieto posto dal Comune e dalla Regione alla partecipazione di Israele all’88ᶺ Fiera del Levante, la possibilità di chiudere il Consolato onorario di Israele che si trova in Bari. L’evento ha mostrato che la solidarietà non è solo un sentimento, ma può trasformarsi in azioni concrete, sia a livello legale che politico. La testimonianza di La Piccirella dipinge un quadro dettagliato non solo della sua esperienza personale, ma anche del contesto storico e politico in cui si inserisce. La sua storia è quella di un uomo che, di fronte all’ingiustizia, ha scelto di agire e di resistere, portando con sé il sostegno di una città intera e, potenzialmente, aprendo una nuova via legale per sfidare l’oppressione. Il suo coraggio, e la risposta solidale della comunità barese, dimostrano che la speranza e l’impegno per la giustizia non sono mai vani, anche di fronte a sfide apparentemente insormontabili.

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