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L’augurio del direttore: Come vorrei che fosse questo 2025

Mercatini piazza umberto- Natale 2024 Bari
Clelia Conte 2025

lettera ai lettori di Clelia Conte

Cari Lettori,

Come vorrei che fosse questo 2025? Vorrei un mondo innanzitutto meno violento, umano, senza guerre e partecipe nei confronti del prossimo. Tanta gente che ha poco si sacrifica per gli altri, le associazioni di volontariato fanno spesso e volentieri il lavoro che dovrebbero fare le istituzioni. Diciamo che va bene così, ma è proprio vero che “chi ha il pane non ha i denti”? Spesso e volentieri assistiamo ad un lusso sfrenato e ci domandiamo il perché un individuo possa spendere tanti soldi per comprarsi un oggetto quando potrebbe acquistarne uno ad un prezzo inferiore e fare beneficenza. Luoghi comuni? Non credo. Lo dico come laica, però è cosi bello poter donare e strappare un sorriso di felicità agli anziani soli, ai bambini che non godono del benessere, alle associazioni che si dedicano ai disabili ed ai malati.

Come ci sentiamo nel 2025? La povertà anno per anno si avverte sempre di più. Sta cambiando il modo di spendere. Si investe molto sul il cibo di strada, ci si veste con poco acquistando dai grandi magazzini e dai franchising (tutto made in china o in india o Bangladesh) e ogni tanto si va pure al ristorante o al pub a spendere cifre divenute assurde. Spesso Mangiamo “porcherie” e siamo contenti senza sapere cosa stiamo ingerendo. Le conclusioni sono che di conseguenza abbiamo un numero eccessivo di giovani obesi che si ammaleranno se non corrono subito ai ripari e che se si infermano dovrà pagare la sanità pubblica e cioè i contribuenti. Sono aumentati in modo spropositato i tumori al colon-retto, allo stomaco e al pancreas. Pochi giorni fa ho saputo che anche il cibo più naturale come i legumi, se non sono garantiti contengono conservanti da secchi e se sono inscatolati ne contengono al doppio. Tornando poi al discorso dei costi elevati di questi pub-ristoranti che per un panino ti fanno sborsare da 10/17 euro e per una carbonara arrivano a 25 euro, hanno a loro volta spese esagerate di tasse, di corrente e di personale. L’Italia, la meravigliosa meta tanto ambita da tutti i popoli esteri per clima, cultura (del passato) e bellezza, è oggi un Paese con una popolazione in ginocchio, stressato e al limite della sopravvivenza. Per fare soldi bisogna averne e chi tenta la fortuna con piccoli investimenti, rischia di cadere e non rimettersi più in piedi.

Vogliamo parlare dell’inquinamento? L’aria oramai nelle nostre città è malsana ma i cittadini cosa fanno per migliorare l’atmosfera e di conseguenza avere riguardo per a propria salute? Innanzitutto non fumare! Le cicche si vedono nella sabbia, come ornamento a terra nei centri storici, nelle piante ornamentali per strada ed ovunque. Il fumo e non solo della sigarette ma di qualsiasi elemento, contribuisce ad aumentare il buco dell’ozono. Lo scorso anno vi sono stati solo in Italia, 38 mila nuovi casi di tumore al polmone per non parlare dei carcinomi della cute. Non sono più tempi di esporsi a lungo e senza protezione ai raggi del sol leone estivo.

Mercatini piazza umberto- Natale 2024 Bari
Bari- Piazza Umberto- Natale 2024

Parliamo anche dei tessuti cinesi e quelli prodotti in Bangladesh? Sono pericolosi per la nostra salute. Non si dovrebbe acquistare un prodotto di abbigliamento che non sia made in Italy o in Europa. Le scarpe di plastica prodotte in questi paesi, durano poco, si spellano e rovinano i piedi. Molto spesso questi prodotti tingono la pelle che assorbe veleno. L’intimo è ancora più deletereo perché a contatto diretto con le parti più delicate del corpo: come si spiegano altrimenti tante allergie? Diffidiamo quindi dei prodotti che costano molto poco. Tutti i capi riciclati vanno ad inquinare i paesi africani perché restano invenduti nei loro mercati e buttati sulle spiagge a tonnellate senza essere smaltite. Quell’inquinamento è un problema a livello mondiale ma nessuno ne parla. Quindi è meglio per noi e per i nostri figli avere meno capi di abbigliamento ma di qualità superiore realizzati con materiali sottoposti alle normative comunitarie, che non avvelenano e che non faranno quella fine inquinante. Dovremmo produrre più prodotti in Europa! Bisogna fare attenzione a quelli elettrici cinesi come ad esempio le ciabatte per introdurre svariate spine che potrebbero non sopportare il carico elettrico e causare degli incendi (esperienza personale!). Quanti telefonini e carica batterie buttiamo perché si rompono facilmente e sono difficili da smaltire? Ora i fili dei cellulari sono sottilissimi e mi è capitato di confrontarli con quelli vecchi degli apparecchi occidentali i quali erano più forti e sicuri. L’italia era nei secoli il Paese della creatività.

Ciò che desidero è che si apprezzi l’artigianato che dura di più ed ha esclusività. Le nostre città, sotto Natale hanno i mercatini dove ognuno realizza oggetti di sua fantasia: borse, cappelli, gioielli, cose per la casa, vintage, ceramiche, candele di cera d’api, cosmetici naturali e prodotti tipici a chilometro zero e creazioni stupende con materiali riciclati. Dobbiamo acquistare cose realizzate dai nostri conterranei e dare loro la possibilità di produrre ancora. Non dobbiamo aiutare chi sfrutta il nostro Paese e rifila petrolio trasformato in abbigliamento, scarpe e giocattoli poco sicuri! Solo cosi possiamo ridurre l’invasione dei negozi esteri che rovinano l’estetica delle nostre città per le vetrine anonime e botteghe cariche di roba disordinata. Stanno invadendo quartieri interi che perdono di conseguenza la loro identità come la zona di piazza Vittorio a Roma della quale si ignorano le sue meraviglie e l’Estramurale Capruzzi di Bari con l’annesso rione Carrassi. Visitando Venezia vorresti trovare oggetti prodotti in zona come il vetro di Murano (copiato e riprodotto rozzamente dai cinesi), le scarpe, e i prodotti di oreficeria e bigiotteria ma ti immergi in un mare di negozi camuffati che vendono tutti le stesse cose. La città oramai è in mano alla Cina.

Non mi voglio prolungare in altri complessi argomenti perciò esprimo il mio augurio sincero a tutti i lettori di svolgere in salita le attività e soprattutto in salute affrontando con forza e dignità tutte le problematiche. Auguro a tutti di comprendere il valore della cultura e di trasmetterlo alle nuove generazioni perché essa è fonte di progresso. Inoltre auspico che tutti diffidiate dei luoghi comuni e riflettiate con la vostra testa.

Vorrei che i paesi occidentali, considerando le ultime votazioni di leader sovranisti e contrari all’integrazione europea, partecipino di più alla vita politica a difesa della democrazia e che comprendano l’importanza di creare una forza che tuteli la libertà dei cittadini d’ Europa.

Buon anno!

Clelia Conte

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