La Basilica di Superga veglia sulla città di Torino Arte Cultura Religione Storia 29 Dicembre 202429 Dicembre 2024 di Maria Silvia Quaranta Torino, prima capitale del regno d’Italia dal 1861 al 1865, raccoglie innumerevoli vestigia della sua millenaria storia. A pochi chilometri sorge la Basilica di Superga, su una collina a circa 670 metri d’altezza, offrendo una magnifica vista sull’intera città. Sono tanti i motivi che spingono ad una visita: l’interno della Basilica, dedicata alla natività di Maria, il mausoleo che accoglie le tombe dei membri della dinastia sabauda, la Sala dei Papi, e la lapide che ricorda la tragedia della squadra di calcio del Grande Torino avvenuta il 4 maggio 1949. Stazione di Sassi – Superga Unico nel suo genere è il mezzo che ci ha permesso di giungere a Superga, la continuazione di una tradizione iniziata nel 1884 con la funicolare. La linea è stata trasformata nel 1934 in tranvia e offre ai visitatori un viaggio d’altri tempi sulle carrozze originarie, permettendo di poter ammirare un panorama indimenticabile. Il percorso che inizia dalla stazione di Sassi, si sviluppa per poco più di 3 km arrivando alla stazione finale di Superga. Come nasce l’idea di creare la Real Basilica? Nel 1706 Torino subisce il lungo assedio dell’esercito franco-spagnolo di Luigi XIV e le milizie piemontesi, insieme alle truppe austriache, si trovano in difficoltà. A questo punto il duca Vittorio Amedeo II (detto la “volpe savoiarda”) e il cugino principe Eugenio di Savoia-Soissons, comandante delle truppe austriache, salgono sul colle di Superga per osservare dall’alto il campo di battaglia. In una piccola chiesa posizionata sul colle, davanti alla statua della Madonna delle Grazie il duca fa un voto: se avesse vinto, avrebbe fatto costruire in quello stesso punto un grande santuario in onore della Vergine. Il 7 settembre 1706, dopo una dura battaglia, l’esercito franco- spagnolo viene sconfitto e la città liberata. Vittorio Amedeo II mantiene la sua promessa affidando la costruzione del santuario al celebre Filippo Juvarra, architetto Regio, che segue con grande cura la realizzazione dell’opera. Per costruire il grande complesso fu demolita la chiesetta preesistente e anche il colle venne abbassato di una quarantina di metri, grazie al lavoro di più di 100 spalatori che si impegnarono per un anno intero. Nel 1717 fu posta la prima pietra del santuario, mentre nel 1726 venne completata la cupola e l’inaugurazione, con re Carlo Emanuele III, della Basilica avvenne nel 1731. La Basilica è alta 75 m e come abbiamo detto si trova a 670 m sul livello del mare. Il suo interno è composto da quattro altari e sei cappelle: tra queste ricordiamo la Cappella del Voto dove è conservata la seicentesca statua in legno della Madonna delle Grazie, la stessa a cui si rivolse il duca Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia, e dove è possibile lasciare una preghiera o supplica alla Madonna. Cappella del Voto, con la Madonna delle Grazie @foto angolitorino.com Interno della Basilica Negli ultimi anni della sua vita Vittorio Emanuele II si ritirò a Chambery e nel 1730 abdicò in favore del figlio Carlo Emanuele III. Alla sua morte, il 31 ottobre 1732, venne sepolto a Superga. L’architetto messinese Filippo Juvarra morì a Madrid nel 1736, mentre era intento a completare il progetto del Palazzo Reale su richiesta di Filippo V; la chiesa in cui venne sepolto a Madrid venne poi distrutta dalle truppe napoleoniche e non poté essere realizzato il desiderio di essere sepolto nella “sua” Basilica di Superga. L’idea di creare su questo colle un mausoleo che accogliesse e riunisse in un’unica sede le spoglie di tutti i reali della dinastia sabauda, si deve allo stesso Vittorio Emanuele II. Ma la sua realizzazione venne portata a compimento più tardi, per volere di Vittorio Amedeo III, tra il 1773 e il 1778 ad opera di Francesco Martinez (nipote dello Juvarra) e Carlo Andrea Rana. Un particolare della Sala dei Papi Prima di arrivare al mausoleo la visita guidata ci porta alla Sala dei Papi dove sono presenti i 265 ritratti dei successori di San Pietro saliti al soglio pontificio. Inizialmente era il refettorio estivo per i padri della Reale Congregazione di Superga, i quali decisero di raccogliere le immagini dei Papi canonicamente eletti: la prima immagine è quella di Gesù Cristo e sotto di Lui viene sistemata l’immagine del Papa attuale, oggi Francesco. Alla cripta si accede percorrendo un maestoso scalone ed un ampio corridoio. Posta al termine dello scalone monumentale si trova la statua in marmo di Carrara raffigurante “San Michele Arcangelo che sconfigge il demonio”, collocata in questo posto per volontà di Vittorio Emanuele II nella seconda metà dell’Ottocento a guardia delle tombe. Il Sepolcro del Re Carlo Alberto Interno del Mausoleo delle Tombe Reali Il mausoleo si presenta a croce latina e ospita al centro il Sepolcro del Re, monumento funebre riservato alle spoglie dell’ultimo re di Sardegna, che custodisce dal 1849 la salma di Carlo Alberto, VII re di Sardegna, famoso per aver concesso nel 1848 lo “Statuto Albertino”, che avrebbe trasformato il regno di Sardegna in Monarchia Costituzionale. I bracci laterali permettono di ammirare la Sala degli infanti e la Sala delle Regine. Lungo le pareti della cripta sono presenti monumenti in memoria di celebri personaggi di casa Savoia. Qui riposa anche Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II, morto il 3 febbraio 2024. Lapide commemorativa del disastro aereo del 1949 Uscendo dalla cripta, alle spalle della Basilica si trova la lapide commemorativa nel punto esatto dello schianto dell’aereo, dovuto alla nebbia e al maltempo, che il 4 maggio 1949 trasportava l’intera squadra del Grande Torino dalla trasferta a Lisbona, e che portò alla morte di 31 passeggeri. Perirono tutti i giocatori, lo staff di allenatori, massaggiatori, l’equipaggio e tre giornalisti. I funerali si svolsero a Palazzo Madama e vi parteciparono più di 500mila persone. Al termine della visita a Superga si sente di aver attraversato un frammento di storia d’Italia, passando dalla sacralità della basilica, ad un luogo di memoria della dinastia sabauda, ad un tragico ricordo sportivo ancora oggi meta di pellegrinaggio soprattutto di tanti giovani.