Vito Maurogiovanni fontana di Saggezza Cultura Libri Storia Teatro 23 Dicembre 202424 Dicembre 2024 di Piero Fabris Vito Maurogiovanni Di Vito Maurogiovanni (27 dicembre 1924 – 4 marzo 2009) ricordo un schiaffetto bonario che destò in me passione per Bari. Un esempio di intellettuale prolifico simile alla grondaia che raccoglie l’acqua e la convoglia in cisterne per i giorni della siccità. Il primo libro che lessi di lui, fu: “Nel tempo del Silenzio e dei Camini”, un viaggio per vecchie masserie della regione pugliese. Vito Maurogiovanni sapeva farsi compagno di viaggio, instillare con naturalezza il desiderio di scoprire il bello di essere “comunità”, come luogo dell’incontro, dono dell’umanità che ci avvolge muta e feconda. Tutta la sua vita è stata “filo di limo” che irriga e fertilizza i campi del sapere. È lui lo studioso instancabile che con grande onestà intellettuale si fa testimone di storie, quelle che in troppi si sono affrettati a rimuovere. Vito Maurogiovanni, con un linguaggio chiaro, scorrevole e immediato ha saputo imbastire i propri ricordi del ventennio fascista consegnando alle stampe contenuti e riflessioni: “Eravamo tutti Balilla”, non un trattato socio politico culturale rivolto a pochi scienziati del settore, quanto un romanzo autobiografico che potesse parlare ai ragazzi e farsi specchio per adulti. In tutti gli scritti del Maurogiovanni la penna è rivolta alla gente, perché non si disperda, ma sappia riconoscere i valori, la propria identità e, lo fa immedesimandosi con il reale, con gli occhi dei fanciulli per gli assetati di storia e tradizioni nei quali poter riconoscere le proprie radici ed essere orgogliosi delle gemme: primavere del domani. Copertina del libro Tutto il suo impegno letterario sembra avvolto dall’aroma del caffè, quella bevanda oscura e fumosa attorno al quale la gente si ferma per fare una pausa, per fare salotto, per riflettere e discernere negli accadimenti il buono, il dolce dall’amaro proprio come in: “AminueAmare”. Non è un caso se una sua opera teatrale dal titolo: “U caffè Antiche” l’abbia pensata, collocata in Bari vecchia. È l’anima del popolo, l’essenza migliore che l’intellettuale raccoglie, aggrega, miscela, distilla e offre al pubblico nell’idea che i propri lavori possano avere un lungo raggio e una circonferenza tale da servire la memoria. Nella sua sfera mentale erano custoditi personaggi, suoni, tradizioni, che sarebbero andati persi tra le macerie, del dopo i bombardamenti e invece, Vito Maurogiovanni con il proprio genio creativo, con i suoi scritti è divenuto un faro per gli smarriti. Nella sua Arte l’attenzione al sociale è povertà da comprendere e servire! Un giorno lo intravvidi mentre si dirigeva alla Gazzetta del Mezzogiorno, in molti lo indicavano e sussurravano il suo nome con rispetto, riconoscevano in lui non il letterato, quanto la voce del loro sentire, non l’erudito che si innalza tra la folla fiero della propria istruzione, ma colui che cammina, semina e irrora con la passione per la città, per la terra per la quale si affatica e cerca ogni mezzo per valorizzarla, per renderla cosciente delle proprie potenzialità. Locandina Lo si potrebbe definire un educatore! Per tutti Vito Maurogiovanni era l’autore delle commedie in dialetto barese, e tra le tante mi piace ricordare “Jarche Vasce”, grazie alle quali non solo restituiva atmosfere della città, quanto dignità al vernacolo troppo spesso inteso come sinonimo di volgarità. Maurogiovanni è Scrittore instancabile, giornalista attento, autore di commedie radiofoniche che, con scrittura raffinata sapeva essere il buon seminatore, il buon sarto del mezzogiorno, colui che sapeva recuperare brandelli d’anima, la sacralità dell’essere per abiti della tradizione. Per me è lo stetoscopio, colui che sapeva ascoltare il battito cardiaco di ogni ceto e condividerne i migliori palpiti: i ricordi, storie, progetti come nel libro “La Citta e i Sogni”! Vito Maurogiovanni al pari di un porto sul mare abbraccia, accoglie e dona poesia, grandi visioni di autentica bellezza alla comunità civile. Un’eredità da non dimenticare sugli scaffali per capire “Come Eravamo” ed essere orgogliosi della nostra Meridionalità dove “La passione de Criste” o L’Antico natale con il fascino discreto del Presepe è ben più di una ricorrenza. È come se lo scrittore abbia impastato i propri testi col lievito madre e le sue pagine siano pane croccante il cui profumo è pura evocazione per spazi interiori ed esteriori, ancora si parla del tutto esaurito al teatro Piccinni per il suo: “Chidde dì”. Vito Maurogiovanni preciso e puntuale testimone del suo tempo non dimentica San Nicola, “Un gran Santo” altro che fuochi d’artificio di fiere natalizie, le sue emozioni racchiuse in libri sono più di “Lunari di Puglia”, magari semplicemente lavori d’amore con “L’impalpabile senso del Mistero”, testi densi che riempiono il buio di luce dorata, soffio sulla coscienza, sulla nostra identità di gente del Sud che con lentezza assapora la vita le proprie sfumature e contrasti e magiche suggestioni. 23 dicembre 2024 La Città e i giorni libro di Vito Maurogiovanni Come eravamo libro di Vito Maurogiovanni Eravamo tutti balilla libro di Vito Maurogiovanni La passione de Criste libro di Vito Maurogiovanni L’impalpabile senso del mistero libro di Vito Maurogiovanni Lunari di Puglia libro di Lavermicocca-Maurogiovanni-Stagnani Nel tempo del silenzio e dei camini libro di Vito Maurogiovanni