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L’aborto inserito di fatto nella Costituzione Francese

ANNA GOMES

di Anna Gomes

Si avvicina il giorno dedicato alle Donne, l’8 marzo. Non lo chiamerei ‘festa’, perché ci sarebbe  ben poco da festeggiare: pensiamo oggi a tutti gli omicidi sulle donne, i soprusi, le differenze salariali e via dicendo. Ci ci sembra di tornare indietro negli anni, su ciò che le femministe avevano faticosamente conquistato nello scorso secolo.  Simone de Beauvoir, una delle più convinte femministe del Novecento, infatti aveva intuito che i diritti ottenuti, se non difesi con fermezza possono essere cancellati e dimenticati e la donna sarebbe di nuovo vittima della società. Ma un passo avanti oggi lo hanno fatto in Francia: l’interruzione volontaria di gravidanza (IvG)  diventa un diritto costituzionale e persino la Lepen (destra oltranzista) ha votato a favore (852 voti favorevoli contro pochi contrari). Il voto del parlamento francese (780 favorevoli, 72 contrari), mette fine a una duratura battaglia politica avviata dalla sinistra e sostenuta dalle associazioni femministe nonché dopo diverse iniziative parlamentari, dal governo Macron.

Quattro giorni prima dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, questa riforma introduce nell’articolo 34 della costituzione francese la frase: “La legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà garantita alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza”. E’ la prima disposizione costituzionale così esplicita e ampia sull’argomento, non solo in Europa, ma nel mondo. Ma se da un lato si può esultare per questa conquista storica di un diritto prettamente femminile, d’altro canto il Vaticano ha ribadito la sua opposizione a qualsiasi “diritto di sopprimere la vita umana”. Secondo la Pontificia accademia per la vita, “Nell’era dei diritti umani universali non può esistere un ‘diritto’ a eliminare la vita umana”

In Italia ci sono ancora pareri discordi, il tema è  sicuramente delicato come tutti quelli che riguardano le scelte etiche e morali (vedi Eutanasia). A mio parere bisogna guardare avanti, nella piena realizzazione dei diritti delle donne, naturalmente sempre secondo coscienza personale.

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