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Sanremo: la polemica su Ghali. Perché chiudere gli occhi sulla sanguinosa pulizia etnica

di Cinzia Santoro

Il festival del bel paese ogni anno ci dona oltreché il meglio della canzone italiana anche numerose polemiche, che verranno ricordate forse ancor di più delle canzonette di qualche artista meno popolare. E anche quest’anno, la kermesse canora ha visto un giovane rapper, Ghali inviare sul palco di Sanremo un messaggio di pace e umanità a cui è seguito un indefinibile comunicato Rai, agghiaccianti affermazioni di uomini politici e verosimili lacrime di presentatrici pusillanimi.

GHALI

Tutto ha inizio con la presenza sul palco di San Remo del rapper Ghali,  artista italiano d’origine tunisina da sempre impegnato nel sociale, che al termine della sua esibizione, affiancato l’alieno Rich Ciolino chiede se lo stesso vuole dire qualcosa al pubblico. L’alieno bisbiglia al suo orecchio e Ghali riporta: Stop al genocidio! Applausi scroscianti. 

Darghen D’Amico

A Domenica In Speciale Sanremo Ghali canta e ripete: Stop al genocidio Anche Dargen D’Amico parla di migranti e morti in mare. Vengono zittiti malamente da una presentatrice nota negli anni scorsi per aver rappresentato le donne italiane come modello femminile passivo e infantile alla mercè del maschio latino, Mara Venier che legge pavidamente un comunicato Rai firmato dall’amministratore delegato Rai Roberto Sergio: “Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”. Mara Venier conclude: “Sono le parole, che ovviamente condividiamo tutti, del nostro Amministratore Delegato Roberto Sergio”.

Nel frattempo Amadeus si schiera con gli artisti:” Il Festival di Sanremo non ha mai promosso odio, ha sempre parlato di inclusione, di libertà. E i cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace. E la guerra da qualsiasi parte è da condannare, non c’è una guerra da un lato o dall’altro, c’è la guerra che va fermata, qualsiasi guerra al mondo va fermata.”

Mentre Mara Venier in un’intervista rilasciata al Corriere nei giorni successivi afferma: “Io sono una conduttrice Rai. Se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio. Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre? Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza”. 

Roberto Sergio
Roberto Sergio

Nei giorni successivi la polemica infuria nel bel paese e il leghista Alessandro Morelli, fedelissimo di Matteo Salvini, senatore della Lega e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, taccia di propaganda politica le parole pronunciate sul palco dell’Ariston dai cantanti Ghali e Dargen D’Amico, proponendo il Daspo per chi utilizza quel palco per fini diversi da quelli della musica. Ghali definito partigiano e illiberale e minacciato di non mettere più piede al Festival.  La lega capitanata da Salvini sta preparando una risoluzione per ridurre al silenzio gli artisti, proprio nei giorni in cui la Lega cerca di riconfermare la dirigenza alla Rai dello stesso Roberto Sergio e Fratelli d’Italia è alle prese con il Meloni-Rai. La risoluzione leghista presentata in commissione di Vigilanza Rai, chiederebbe alla tv pubblica di allontanare per un tempo che va da sei mesi a un anno gli artisti come Ghali. Mi domando se una tale risoluzione passasse, sarebbe l’inizio di una censura immotivata e anticostituzionale, dopo il governo potrebbero arrivare a chiedere il confino per gli artisti e poi per i giornalisti, quelli che non si sono venduti ai politicanti del momento e che non tacciono.

Nel paese nascono manifestazioni di protesta contro la Rai e il governo di destra. 

Ma cosa sta accadendo nelle stanze del potere Rai?

Qui sono in gioco le libertà costituzionali fondamentali e lo dimostra il piegarsi di un dirigente Rai al volere di un diplomatico israeliano fino a tal punto significa che soffia aria di censura di governo. La presidente della Vigilanza Rai Floridia ha detto: “Non è questo lo spirito del servizio pubblico”.

Censura per il rapper e tanta vergogna per chi come la scrivente è un’italiana che paga le tasse, incluso il canone Rai e sente tutta la tragedia che il popolo palestinese sta vivendo ormai da mesi. Tragedia che ha un solo nome: genocidio. Che piaccia o no all’amministratore delegato Roberto Sergio, alla presentatrice Mara Venier e ai leghisti tutti. È genocidio pianificato e desiderato da Netanyahu e dai sionisti che occupano la terra palestinese e che sono la vergogna anche degli ebrei che nulla hanno a che fare con questi assassini, anche degli israeliani che tutt’oggi sono ostaggi nelle mani di Hamas.

Le mie riflessioni sono condivise da migliaia di gente in tutto il mondo, che protesta perché chiudere gli occhi sulla sanguinosa pulizia etnica che avviene da 77 anni in Palestina e che conta migliaia di morti, soprattutto bambini, donne e anziani è sporcarsi le mani dello stesso sangue che sporca le divise dell’esercito israeliano.

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